L’ultima volta era sbarcato a Ischia due mesi fa, giorno più giorno meno, per partecipare e rilasciare abbondanti dichiarazioni alla festa per i 160 anni del porto di Ischia. Torna adesso sull’isola che, nonostante la crisi, è ancora leader del turismo campano, l’assessore regionale al Turismo SOMMESE. Ci viene per il convegno sul Distretto turistico, di cui sarà ovviamente relatore di punta. Ma ci piacerebbe che ci venisse anche per prendersi l’onere di risolvere qualche situazione che interferisce seriamente e concretamente con la qualità dell’accoglienza isolana, la cui vitalità e produttività è di primario interesse anche per il resto della regione, benchè a Napoli se ne ricordino di rado. Ci piacerebbe che tra poche ore la visita dell’assessore non si limitasse, come al solito, ad una toccata e fuga, giusto il tempo del convegno, se non solo di una parte di esso, ma che comprendesse anche una verifica diretta, de visu, alle spiagge mangiate dallo scirocco e dalle scogliere sbagliate che stanno mettendo in ginocchio il turismo balneare ischitano. Che si estendesse ad un giro del porto come è ridotto al di fuori delle bandierine festaiole che non bastano a coprire lo scandalo del pontile “sgarrupato” e degli altri sconci che ne derivano. E poi che, sempre rimanendo nei dintorni, lo si accompagnasse in visita “turistica” ad ammirare l’aborto del depuratore sulla scempiata collina di San Pietro.
Si dirà che nè l’erosione delle spiagge nè l’obbrobrio dei pontili Mondiali ’90 nè tanto meno il guaio del depuratore sono di competenza di Sommese e dell’assessorato che dirige. E da un punto di vista di rigida divisione delle competenze e di rispetto del “mansionario”, è cosa vera e giusta, nulla da obiettare. Comde, d’altra parte, sarebbe stato più appropriato se quel particolare “tour” (che poi sarebbe stato un doveroso e appropriato bagno nella realtà) lo si fosse proposto e organizzato qualche settimana fa, o anche prima, quando era venuto a Ischia in occasioni elettorali, direttamente al massimo dirigente dell’ente che di quelle vergogne è attualmente responsabile, ovvero il governatore CALDORO. Ma siccome ciò non è avvenuto allora, adesso è Sommese che viene e in qualità di rappresentante della Regione, anche alla luce dei recenti disastri provocati dal maltempo, sarebbe il caso che fosse lui a prendere visione di certe necessità. Che, peraltro, sono tutte strettamente legate al turismo e sono in grado, anzi, di condizionare fortemente in negativo il presente e soprattutto il futuro dell’offerta turistica ischitana.
La vergogna sul porto è di diretta competenza e responsabilità della Regione, che avrebbe dovuto aver già smantellato da un pezzo il pontile pericolante in bruttavista, mentre l’ha abbandonato e pure con tutta la “monnezza” sopra: una robaccia che da due anni ci ha fatto fare figure da due soldi (per essere forbiti) con le migliaia di turisti sbarcati sul celebratissimo e maltrattatissimo porto borbonico. E non è certo il finanziamento erogato dall’ente di Santa Lucia per il 160° a cancellare l’enorme inadempienza che sta protraendo sine die quello scandalo. La festa è passata (in fretta) e lo schifo è rimasto tutto lì!
L’erosione delle spiagge e gli sfracelli delle tempeste degli ultimi tempi non rientrano tra le colpe regionali, ci mancherebbe, ma lo stato in cui è ridotta la risorsa spiagge isolana, anche per gli errati interventi realizzati negli anni passati, impone ora un’assunzione di responsabilità e misure conseguenziali, anche per salvaguardare un settore importante dell’economia turistica isolana, che è anche interesse di Napoli salvare.
Per quanto riguarda il depuratore, ad aver generato la sconcertante situazione del cantiere abbandonato a San Pietro non è stata Madre Natura, ma è un “capolavoro” tutto da ascrivere proprio alla Regione, che si è superata nello spreco di denaro pubblico, nell’inconcludenza delle sue azioni, a cominciare dall’affidamento all’Arcadis, che invece di essere la mossa risolutiva, è stato il porto delle nebbie. E nel fallimento delle tante promesse anche elettorali elargite a piene mani agli isolani, che si ritrovano con un’opera fondamentale e perfino urgente incompiuta da anni, mentre il mare continua a fungere da cloaca. Con buona pace degli assessori direttamente competenti e di tutta la giunta regionale.
Perciò, rispetto a queste gigantesche defaillance del governo regionale su Ischia, almeno un’escursione di consapevolezza sui luoghi del disastro i governanti in arrivo da Napoli ce la dovrebbero. Insieme, magari, a qualche azione in più e a qualche chiacchiera in meno.



