Decisiva la perizia commissionata ad un tecnico napoletano
Il pollice verso risale al 15 dicembre, quando il dottor Vincenzo Topa ha firmato la sua relazione tecnica sullo stato del leccio di Casalauro, indirizzandola al Comune d’Ischia che gliela aveva commissionata (quanto ci è costata?). Il verdetto del professionista napoletano è stato senza appello. Secondo la sua valutazione, dopo il sopralluogo fatto a Ischia e le rilevazioni effettuate sull’albero con un tomografo assiale, bisognava procedere inderogabilmente all’abbattimento dell’albero, perché la pianta era, a suo parere, in uno stato irreversibile di sofferenza e deperimento. Detto, fatto. Con inusuale solerzia, il Comune d’Ischia ha provveduto, tra una festa e l’altra, a tirar giù definitivamente l’albero alto 14 metri, con un diametro del tronco di 76 centimetri e un’età stimata tra i 65 e i 70 anni. Eppure, malgrado la diagnosi infausta, osservando quel che ne resta dopo il drastico taglio quasi alla base, il tronco del vecchio leccio appare pressochè integro all’interno. E magari la valutazione decisamente più positiva che dello stato della pianta aveva dato gratuitamente l’agronomo ischitano Franco Mattera, non era così sbagliata. D’altra parte, l’albero “sofferente e deperito” continuava ad emettere nuovi germogli e a fiorire in primavera, come a produrre ghiande in quantità in autunno. Il dubbio che non fosse necessario annientare il leccio è legittimo. Ora più di prima. E se l’apparato radicale della pianta non ne assicurava più un adeguato ancoraggio, come mai non si è estirpato subito, con grande facilità, quel che resta del simbolo verde della contrada, come sarebbe stato logico e consequenziale? Quella specie di sedile lasciato a bordo strada, brutto e inutile, è una vergogna…
Comunque, l’esperto di fiducia del Comune ha messo nero su bianco che i danni all’albero sono dovuti all’incaprettamento del tronco tra cemento e asfalto, senza possibilità di captare acqua e di crescere normalmente. Quante volte lo si era rilevato e fatto notare prima? Quante volte erano stati denunciati i rischi di lavori fatti con i piedi intorno al grande leccio? L’ultima volta era stato con il rifacimento del tappeto d’asfalto, dopo le opere fognarie del 2009. I tecnici del Comune avevano fatto finta di nulla. Ora possono essere orgogliosi della qualità delle opere realizzate sotto la loro responsabilità. Ah, il “made in Ischia”…