I sensi dei bagnanti che avevano voluto testarla personalmente, nell’ottobre scorso, avevano dato indicazioni precise. Non salata e calda. Così avevano descritto l’acqua che copiosamente, a mo’ di cascata, scendeva da giorni sul lato della spiaggia del Muro Rotto. Un fenomeno nuovo, che non si era mai verificato prima e che, invece, ha continuato a verificarsi dopo per parecchio tempo. Anche se solo nei feriali. Non a caso nè per un capriccio della natura, ma semplicemente perchè quell’acqua dalle caratteristiche così particolari arrivava da un tubo proveniente dall’attiguo cantiere per la costruzione del parcheggio. Ciò che che aveva suscitato curiosità e interrogativi circa l’origine di quell’acqua, con la quale intanto diversi frequentatori della spiaggia si erano levati lo sfizio di farsi la doccia, dopo il bagno. Come se fosse acqua termale, diceva qualcuno.
E forse non si era sbagliato. Perchè gira voce che effettivamente nello scavo del parcheggio sia emersa una sorgente d’acqua termo-minerale, praticamente a pochi metri dal mare. Perdipiù la sospensione dei lavori, che prima procedevano con una certa celerità, e che va avanti da parecchi giorni rafforza i “rumors” sull’argomento. D’altra parte che vi sia notevole attenzione sul terreno della Siena e sull’opera che lì è in corso di realizzazione è del tutto naturale, visto che tutto accade all’ingresso del centro storico, in un punto di sicuro impatto anche per la vicinanza al mare. Senza contare che l’attività del cantiere si riflette su tutta l’area circostante e che comunque nell’opera in corso di costruzione sono investiti anche fondi europei, dunque pubblici, per cui l’interesse della cittadinanza è più che giustificato.
Una sorgente d’acqua dolce, ancorchè calda, in quella zona? Sarebbe certo una novità, ma non così stupefacente nè imprevedibile tutto sommato. A non molta distanza da lì, all’epoca in cui l’abitato ai piedi del Castello “in terra plana” era chiamato “Borgo di mare”, c’era una fonte d’acqua dolce quasi sulla riva del mare, il cosiddetto “Bagno de’ sassi”, che poi progressivamente fu inghiottito dal mare per effetto del bradisismo che caratterizza quel tratto di costa. E che dire dell’acqua del Pontano citata anche da Giulio Iasolino nel suo “De’ Remedi”? Si trattava di una sorgente d’acqua dolce chiamata così perchè era vicina alla villa di Gioviano Pontano, ubicata proprio nella zona ancora oggi conosciuta come Pontano a sinistra della strada (l’attuale via Pontano) che già allora dal borgo s’inoltrava per la Mandra e s’inoltrava nell’Arso o Cremato. Dunque, dall’altra parte della strada rispetto al luogo dove sarebbe emersa questa sorgente sotterranea. Qualcuno l’ha identificata con l’acqua Mirtina, ma non è sicuro che si tratti della stessa fonte.
Insomma, il particolare, straordinario territorio ischitano potrebbe aver rivelato alla Siena un altro dei suoi “segreti”. Qualcuno ne sa di più su questa possibile “scoperta”?



