Nicola Lamonica, presidente Autmare
Le conclusioni dell’incontro tra l’assessore Vetrella ed i Sindaci delle isola del Golfo di Napoli sono state del tutto deludenti, oltre che allarmanti; ancora una volta, di fronte alle politiche regionali filo privatistiche, i Sindaci hanno abbassato il capo e, senza esprimere alcuna dignità istituzionale, hanno consentito all’Assessore di “ accelerare il processo di privatizzazione della Caremar”, con pesanti conseguenze che detta scelta comporta sui diritti e sul libero confronto commerciale. E’ il consolidamento di un Cartello armatoriale e di un monopolio che già condiziona al negativo il settore.
“ Era scontato l’atteggiamento dell’Assessore, ma che i Sindaci si intimidissero talmente da diventare politicamente servili e per niente propositivi non ce lo saremmo mai aspettato. Ancora una volta hanno dimostrato incoerenza e di non avere idee e coraggio; e soprattutto di non avere un loro unitario progetto da contrapporre a quello affossante dell’Assessore regionale. Nessun orgoglio istituzionale è prevalso, eppure i Sindaci avrebbero potuto gettare le basi per una revisione consiliare di tutta l’assurda procedura di privatizzazione consentendo così alle istituzioni locali di poter essere parte attiva di futuri processi decisionali sui servizi essenziali da cui ancora una volta, a cuor leggero e con gravi conseguenze, hanno voluto discostarsi ”. Così a caldo da parte dell’Autmare, promotore dell’iniziativa al Centro Direzionale, che ha visto la partecipazione del Sindacato Filt-Cgil e quello dei Comandanti e dei Direttori di Macchine, del variegato mondo Comunista, degli Autotrasportatori, della Federconsumatori, della Confesercenti, di tanta parte del movimento degli utenti del trasporto marittimi e soprattutto del lavoratori Caremar, che con la loro presenza hanno attestato, qualora ce ne fosse ancora bisogno, lo stato di abbandono della società pubblica che si vuole portare al fallimento, per favorire ancora una volta il mondo degli affari. Una manifestazione che non ha trascurato di affrontare l’impegno di tutti a sostegni dei lavoratori Alilauro vittime dell’arroganza padronale.
Valgono le seguenti considerazioni:
a) Circa la procedura di privatizzazione e la gara c’è una grossa incognita da prendere in considerazione, che è quella che deriva dai vari ricorsi ancora pendenti; a meno che i Sindaci non si siano impegnati diversamente e l’armatore estromesso dalla gara, che ha presentato ricorso, non abbia già ceduto nel suo intento con altri acquisiti vantaggi commerciali. In ogni caso i ricorsi dell’Autmare rimangono in piedi e saranno sostenuti con sempre maggiore forza!
b) Circa il probabile fallimento della Caremar, c’è da dire che le responsabilità sono tutte a carico della Regione sia perché omette un suo dovere preciso - dovere sancito nell’Accordo di Programma Stato-Regione del 2009 – facendo mancare i soldi anche per la normale gestione, sia perché mantiene in piedi un management Caremar che si è dimostrato inetto e spendaccione, se non fosse altro per l’assurda politica dei fitti, quando in cantiere son da anni depositati aliscafi che aspettano di essere recuperati; e sia perché nulla fa per assegnare ad essa i servizi essenziali.
Mettere davanti ad ogni scelta possibile lo spauracchio del fallimento, come presumiamo abbia fatto l’Ass.Vetrella, o agire o costringere altri ad agire sotto il condizionamento di un pericolo, che non esiste e/o comunque evitabile, è un atteggiamento che, al minimo, è politicamente scorretto; ed i nostri Sindaci sull’argomento molto avrebbero potuto dire e fare ma, date le soccombenti conclusioni a cui sono giunti, dobbiamo desumere che per loro il fallimento è un alibi di comodo che nasconde altre questioni.