Sono ridotti davvero male. Sconci in piena evidenza. Ma anche pericoli seri, più che potenziali, per la pubblica incolumità. Dei vecchi pali verdi per l’illuminazione stradale ne restano, sparsi qua e là per la “città”, diversi esemplari. Verrebbe da dire, reperti, perchè sembrano provenire veramente da un ‘altra epoca, magari dall’Ottocento, come suggerirebbe la loro foggia. E invece sono molto molto più recenti, al massimo hanno qualche decennio, ma a lungo andare la “cura” dell’assoluta mancanza di manutenzione ha prodotto i suoi effetti devastanti, che sono sotto gli occhi di tutti. Tranne, ovviamente, che di coloro che dovrebbero occuparsi di garantirne la funzionalità, il decoro e la totale messa in sicurezza. O anche di controllare che certi lavori essenziali di manutenzione siano regolarmente effettuati. Vero addetti del Comune?
Di casi indecorosi e a rischio ce ne sono ovunque permangano i vecchi pali verdi scrostati e arrugginiti. I casi più eclatanti si trovano nelle zone più centrali, il che rende anche più grave il problema e urgente la sua soluzione. Nel tratto di via Antonio Sogliuzzo verso Ischia Ponte, dove diversi pali sono già caduti o sono stati rimossi in extremis prima che facessero danni, ci sono ancora degli esemplari che si reggono in piedi per miracolo, visto che sono totalmente disancorati dalla base di cemento originaria. E le foto di ieri mostrano in modo inequivocabile come sono ridotti in corso Vittoria Colonna, nel tratto che precede e poi coincide con la salita dell’Immacolata, le condizioni di estrema pericolosità, con i fili e i meccanismi elettrici “en plein air”, esposti a qualunque manomissione più o meno volontaria, ma anche a danni per infiltrazioni d’acqua piovana o di “lava”, durante gli acquazzoni più violenti.
Ma si possono tenere dei lampioni così ridotti lungo i marciapiedi sulla pubblica via? Quali criteri e misure di sicurezza elementari sono garantiti e come é tutelata l’incolumità pubblica? Il Comune ha rinnovato gli impianti di illuminazione pubblica in varie zone del paese negli ultimi anni. E ci sta che l’operazione non possa avvenire tutta in una volta, ma che si articoli in diversi interventi diluiti nel tempo, anche per motivi economici. Purtuttavia (anzi, a maggior ragione, nell’attesa di sostituzioni che si spera prima o poi avverranno), è necessario non trascurare la manutenzione ordinaria e straordinaria dei “pezzi vecchi” ancora presenti lungo le strade. Ormai si tratta di un’emergenza che non si può ignorare. Per non trovarsi a piangere poi lacrime di coccodrillo se, dio non voglia, dovesse succedere un guaio. Chi si assume la responsabilità di questo rischio?