Nella primavera 2011, a pochi giorni dall’insediamento del nuovo Cda del consorzio di gestione dell’Area Marina Protetta di cui era stato nominato presidente, Antonio Lombardi presentò la sua squadra e il lavoro che si apprestava a fare con poche parole: “Saremo un Consiglio operaio”. Non a caso. Dopo l’esperienza fallimentare del Consiglio di amministrazione “tecnico”, che aveva paralizzato l’AMP per diversi mesi e alle porte dell’estate con le sue impellenze e necessità organizzative, c’era davvero da rimboccarsi le maniche per rimettere insieme i cocci di una realtà che, appena nata, era già stata messa in crisi dalle divisioni, dalle miopie campanilistiche e dai giochi di potere tra i sette Comuni isolani responsabili della sua gestione. Una sfida decisiva per il futuro dell’Area, affrontata con magrissime risorse, senza personale, in assenza di un direttore (a parte i segretari comunali incaricati pro-tempore di ricoprire sommariamente quel ruolo). E solo per la “gloria”, visto che l’incarico nel Cda era diventato per legge (ed è ancora) assolutamente gratuito.
Quasi tre anni dopo, a passaggio delle consegne effettuato con la presidente del nuovo Cda Donatella Migliaccio, Lombardi sintetizza così la sua esperienza: “Abbiamo levato le ragnatele dall’ufficio, la polvere dai documenti, ristabilito degli ottimi rapporti di collaborazione con il Ministero dell’Ambiente (titolare dell’Amp, ndr) e ci siamo impegnati a mantenere in vita l’Area Marina. Il risultato più importante del nostro periodo di gestione lo considero proprio questo: essere riusciti a far sopravvivere l’Area contro tutti i gufi che hanno remato in senso contrario”.
A parte l’obiettivo generale raggiunto, non mancano altri motivi di soddisfazione: “Siamo riusciti tra tante difficoltà – dice – a portare a termine il concorso per il nuovo direttore, che adesso può svolgere l’essenziale ruolo di collegamento con il Ministero. Abbiamo riorganizzato la macchina organizzativa e avviato diversi progetti.
Tra tutti, mi piace ricordare quello per il monitoraggio dei cetacei presenti nel nostro mare nel periodo invernale. E la scorsa estate abbiamo ospitato anche un incontro internazionale tra appassionati di foto subacquee in collaborazione con la Federazione di pesca subacquea. Tra pochi mesi, poi, sarà pronta la nuova sede in ristrutturazione”. Resta in eredità a chi arriva, invece, il problema della carenza di personale, che non è stato risolto perché i Comuni continuano a trovare ostacoli insormontabili al distacco di propri dipendenti presso l’Amp, anche se sarebbero tenuti a farlo nel rispetto degli accordi istitutivi del Consorzio intercomunale. In compenso, gli stessi Comuni si sono premurati però di dotare l’Area Marina di un direttore generale (in merito dal Ministero hanno sollecitato chiarimenti), di un responsabile amministrativo, di un responsabile tecnico e di un responsabile finanziario, scelti tra i propri funzionari.
Quanto ai risvolti personali e umani del periodo trascorso alla guida del Consorzio del “Regno di Nettuno”, Lombardi ammette: “Non sono mai stato favorevole alle riserve naturali né a terra né a mare, dunque ero partito su posizioni contrarie all’area marina, ma convinto che, una volta che c’è, dobbiamo gestirla nel migliore dei modi. Questa esperienza nel Cda, gli incontri che abbiamo fatto nelle altre Aree Marine in Italia e con i tecnici del Ministero, mi hanno fatto capire che anche da noi questa realtà può rappresentare un’occasione importante per diversificare l’offerta turistica e portare nuova occupazione. Come sta avvenendo altrove, con ottimi risultati. E poi perchè a Capri si stanno tanto da fare per averla, l’area marina? Il mio augurio al nuovo Cda è stato ed è di far decollare il “Regno di Nettuno”. Dopo il lavoro preliminare e riorganizzativi che abbiamo fatto noi, adesso credendoci e lavorandoci tutti insieme, e senza giochi di prestigio, ce ne sono le condizioni e le possibilità”.
Speriamo bene…