Girini crescono nella Pineta Mirtina, ce la faremo a salvare i Rospi smeraldini?

IMG_0213IMG_0211Se le papere non possono lamentarsi del trattamento ricevuto, adesso che hanno a disposizione uno spazio rinnovato e adeguato, nella Pineta Mirtina  è ben diversa la situazione dei poveri ranocchi in piena fase di riproduzione. O meglio, di sviluppo di una nuova generazione, a cui è affidato il futuro della specie – una specie rara – in uno dei soli cinque siti nei quali è presente a Ischia. Che è anche l’unica isola del golfo e una delle poche in Italia dove il Rospo smeraldino vive stabilmente. Nell’indifferenza generale, ma soprattutto di chi ha la responsabilità di tutelarlo, nel rispetto della Convenzione di Berna per la salvaguardia della fauna minore e della Direttiva Habitat, che obbliga gli Stati europei aderenti a garantirne “una protezione rigorosa”.

Un mese fa, ricordando le difficoltà e i richiami frutto dell’esperienza fatta dai volontari della Lipu di Ischia l’anno passato, Qui Ischia aveva lanciato un SOS per salvare il Rospo smeraldino. Un appello che ora è più attuale che mai!

A fine gennaio, infatti, in netto anticipo rispetto alle loro abitudini, probabilmente a causa delle temperature già particolarmente miti, i rospi erano già impegnati a deporre le uova nelle vasche che, in pineta, avrebbero dovuto accogliere e raccogliere l’acqua Mirtina, ormai da tempo “desaparecida”. Per giorni le coppie di anfibi, che di solito vivono a terra, rimasero in acqua per adempiere al loro obbligo con Madre Natura, depositando sul fondo delle pozze i caratteristici filamenti neri, praticamente delle collane di centinaia di uova, che da quel momento iniziavano il loro lungo percorso di trasformazione. Già allora, nelle vasche popolate temporaneamente dai rospi, c’erano solo pochi centimetri di acqua stagnante, con foglie e detriti. Liquido appena sufficiente alle bestiole per la deposizione delle uova.

Un mese dopo, gli esemplari adulti sono tornati a vivere tra la vegetazione, fuori dall’acqua delle pozze. Dove nel frattempo le uova si sono schiuse, facendo nascere i girini, neri e ancora piccolissimi. Li si osserva mentre nuotano nella pochissima acqua che hanno a disposizione, dove, a parte foglie e rametti, non mancano anche i rifiuti lasciati dai soliti incivili. Che non si fanno scrupolo di buttare lattine, cartacce e involucri vari tra le piante e anche nelle vasche dove i rospetti tentano di crescere. Prima che la loro complessa metamorfosi sia completata ci vorrà  ancora tempo, qualche settimana. E  ci vorrò anche acqua, più di quanta non ve ne sia ora, tanto più man mano che i girini diventeranno più grandi.  Dall’acqua in quantità sufficiente dipenderà il successo della riproduzione di quest’anno per i Rospi smeraldini, specie protetta. Ed è questa, dunque, la fase più delicata, nella quale, anche ottemperando agli obblighi dei trattati internazionali, bisognerà curare e favorire la sopravvivenza dei girini e la loro evoluzione in anfibi adulti. Così, lanciamo un appello al Comune, al delegato ai parchi, affinchè quest’anno le vasche non siano prosciugate all’improvviso da Ischiambiente come nel 2013, quando furono distrutti tutti i girini. E poi è auspicabile che, anche con il supporto di volontari, si trovi il modo di garantire più acqua nelle vasche, soprattutto se dovessero interrompersi le piogge in corso.

Sarebbe un vero peccato se a Ischia non si riuscisse a salvaguardare una specie protetta, che peraltro è un valore aggiunto della pineta e dovrebbe essere un ulteriore fattore di attrazione della Mirtina, da valorizzare adeguatamente insieme all’intero, prezioso patrimonio naturale del parco (di tutti i parchi) ischitano. Ce la faremo quest’anno a salvare la nuova generazione dei Rospi smeraldini?

 

What Next?

Recent Articles