I trasporti frenano la competitività dell’offerta isolana: così la Regione uccide la gallina dalle uova d’oro

IMG_1117“Stamattina (venerdì per chi legge, nda), ho parlato con la nostra agenzia in Germania. Abbiamo ricevuto 20 telefonate, che  non sono molte in questo periodo, e mi hanno riferito che addirittura 10 di quelle chiamate  erano di persone che, pensando di venire in vacanza a Ischia, si informavano se la situazione dei trasporti si fosse normalizzata. Un nostro cliente italiano mi ha fatto la stessa domanda e io gli ho risposto con la solita scusa, che è un problema temporaneo e che si risolverà presto. E lui, che è un nostro ospite abituale, mi ha risposto: “Sono tre anni che mi ripeti questa storiella, come faccio a crederci ancora? Voi state cacciando i turisti da Ischia”. Questo il racconto che l’albergatore Franco Di Costanzo ha fatto nel suo intervento durante la riunione sui trasporti dell’altro ieri. E potrebbero fare la stessa cosa, sulla base della loro esperienza degli ultimi anni, gli altri imprenditori e operatori del turismo. Che hanno raccolto le lamentele continue di chi ha già soggiornato a Ischia negli anni passati, cercando con difficoltà di ridurre i danni. Come tanti altri isolani che si sono trovati a condividere quegli stessi disservizi e, al tempo stesso, a doversi pure giustificare – da vittime della situazione – con i forestieri.

Se tre anni fa, quando da modello di efficienza il servizio Eav si trasformò all’improvviso in un esempio di inefficienza, tutti potevamo ancora credere che si trattasse di una situazione temporanea e reversibile e come tale la presentavamo ai turisti, già l’anno scorso era diventato più difficile difendere l’indifendibile. Anche perchè le aspettative di un cambio di rotta a portata di mano erano crollate e dire bugie, anche se per una buona causa, non è mai stata una soluzione. Specie se si è costretti ad utilizzarla nel lungo periodo. E infatti, arrivati al terzo anno di emergenza (ammesso che ancora sia appropriata come definizione), diventa arduo ogni tentativo di minimizzare o “pezzottare” una realtà scandalosa e assolutamente imbarazzante. Che rischia di diventare il principale disincentivo a scegliere l’Isola Verde come meta di vacanza. Soprattutto per coloro che hanno già sofferto negli anni passati i disagi dei collegamenti disastrati, se ne sono abbondantemente lamentati e magari li hanno usati come motivo per un passaparola negativo con amici e conoscenti.

Per l’isola si tratta di un problema enorme, già con i turisti che sono sono tra noi in questo periodo, ma è destinato a pesare come un macigno sull’avvio e sull’andamento della prossima stagione turistica. Così come fin d’ora pesa sugli orientamenti e sulle prenotazioni della clientela fidelizzata, quella che ogni località fa i salti mortali per difendere e incrementare e che noi, invece, rischiamo di perdere forse per sempre nelle condizioni in cui continuano a trovarsi i trasporti terrestri. Che aggiungono “acqua volluta” sul “cuotto” assicurato dai trasporti marittimi. Quelli che da anni rappresentano un fattore fortemente “invalidante” per la concorrenzialità dell’offerta ischitana sui mercati, italiano e stranieri, e che adesso, con la loro costante involuzione qualitativa, sono sempre più una palla al piede del boccheggiante “sistema Ischia”.

Nel quadro attuale dei trasporti, Ischia si ritrova così nel periodo più delicato per l’esito della stagione turistica sempre più vulnerabile nella corsa con le concorrenti per conquistare presenze italiane e estere. Come se fosse costretta a correre con una gamba bloccata. E l’essere isola, da tradizionale punto di forza, si sta trasformando sempre più in uno svantaggio, che sarà impossibile compensare senza un cambio netto di marcia. Necessario, ma soprattutto urgente, visto che mancano 40 giorni a Pasqua.

Una realtà turistica in cerca di un rilancio serio come la nostra, con quale credibilità si presenta sui mercati se non è in grado di assicurare la libertà di movimento che è parte integrante e qualificante di una qualunque vacanza? I signori della Regione che ci hanno confezionato questa bomba a orologeria, si rendono conto che stanno dando un colpo mortale alla prima meta turistica della Campania, che stanno uccidendo la gallina che produce una parte rilevante del Pil regionale? I nostri amministratori, in cerca di “proposte e soluzioni”, perchè non cominciano a ricordarlo a brutto muso ai loro referenti a Napoli, che si apprestano ad accogliere invece con tappeti rossi nella prossima campagna elettorale per le Regionali? Allora saremo a maggio, a stagione iniziata, e di questo passo la migliore accoglienza che potremo tributare a chi sta mettendo in ginocchio la nostra industria turistica – dopo aver compromesso la vivibilità dei residenti – sarà di fargli fare la traversata a nuoto…

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