Sul futuro di Villa Orizzonte, l’Asl prepara l’ultima spallata all’assistenza psichiatrica a Ischia?

hotelstefaniaNON C’E’ NESSUN MOTIVO PER DORMIRE SONNI TRANQUILLI. Non solo per la sorte dei dieci ospiti di Villa Orizzonte, su cui si è giustamente concentrata finora tutta l’attenzione e la vicinanza degli isolani, ma per il futuro della Sir e della stessa Unità di Salute mentale della nostra isola Dopo un lungo silenzio, nelle ultime ore si profila un’accelerazione tutt’altro che rassicurante. E il dubbio che a Monteruscello si stia preparando l’ultima spallata all’assistenza psichiatrica a Ischia, che già era legittimato dalle mosse compiute negli ultimi anni dalla dirigenza aziendale, si fa ora enorme. E potrebbe cominciare a concretizzarsi già domani, quando è attesa in via Nizzola la visita di una commissione di cui non si capisce la funzione e la finalità, se non nella direzione opposta a quella auspicabile e necessaria di trovare una degna allocazione per la residenza assistita e il Centro di Salute Mentale, relegati illegittimamente e sconsideratamente dalla scorsa estate nella struttura inadeguata dell’ex  Hotel Stefania a Casamicciola.

D’improvviso, a Monteruscello, dove erano rimasti zitti e passivi dopo la serie di sconfitte giudiziarie collezionata nei mesi passati, hanno ripreso in mano la pratica “Villa Orizzonte”, gestita in modo tanto pedestre sotto l’amministrazione Ferraro, e hanno deciso l’intervento di una commissione che, non si sa con quale mandato, domani dovrebbe fare visita in via Nizzola. Novità che potrebbe essere accolta anche positivamente, se si trattasse di una commissione di tecnici, che magari dopo aver constatato le controindicazioni anche logistiche (oltre che giuridiche) della sistemazione a Casamicciola, avessero in programma sopralluoghi nelle altre strutture che si sono “candidate” ad accogliere la Sir. Peraltro, domattina è in programma l’incontro organizzato dal COMITATO DI CITTADINANZA ATTIVA (alle 11.00 al Seminario) per rendere noti i risultati della campagna “UNA CASA PER ELENA”, ovvero proprio le soluzioni alternative che sono emerse negli ultimi mesi. E poteva essere  l’occasione buona per avviare la verifica di queste alternative, attivando quella collaborazione con il territorio la cui mancanza proprio l’Asl aveva indicato tra i motivi della scelta di Villa Stefania negli atti prodotti a difesa del suo operato presso il Tar e il Consiglio di Stato.

E invece, stando alle voci che girano, nessun tecnico dovrebbe far parte di questa commissione, i cui componenti dovrebbero essere tutti medici. Ma che c’entrano i medici, di qualunque specializzazione, con la ricerca e l’individuazione di una struttura adeguata ad accogliere la Sir e il Centro di Salute Mentale? Non è questo il problema da risolvere, anche in base alle prescrizioni del magistrato che ha ordinato la chiusura di Villa Stefania?

Perciò, questa commissione e le sue caratteristiche autorizzano illazioni maliziose. Mai come in questo caso, il detto che a pensar male si fa peccato, ma si vede giusto, appare fondato. E non è peregrina l’ipotesi che a Monteruscello non stiano affatto cercando un’alternativa a Villa Stefania. D’altra parte, non  risulta che ad oggi, in tutti questi mesi, sia stato fatto un solo passo concreto in quella direzione. Come sarebbe stato doveroso, sulla base delle varie pronunce giudiziarie intervenute negli ultimi mesi.

A questo punto, insomma, comincia a prendere forma l’ultimo atto di un processo-regresso che l’Asl NA Nord ha avviato dall’inizio della gestione Ferraro, tre anni fa. Un processo che ha già fortemente ridimensionato il Centro di Salute Mentale, aperto ormai come un ambulatorio per poche ore solo nei giorni feriali, con conseguenze pesantissime sulla gestione delle emergenze e sui livelli dell’assistenza psichiatrica sulla nostra isola. Ridotta quasi al lumicino. Anche in conseguenza della significativa riduzione di personale, prima paramedico e ora anche medico.

L’unico pilastro che non era stato intaccato, se non dal trasferimento assurdo della Sir da Barano, era stato finora quello delle residenze. La cui esistenza è vitale per seguire in modo corretto e adeguato ad un Paese civile in cui sono ancora rispettate le vigenti leggi dello Stato i pazienti psichici. Perdipiù in un’isola che presenta, statisticamente, un’incidenza significativa di patologie psichiatriche.

I segnali delle ultime ore indicano la possibilità che si stia preparando un colpo devastante anche al pilastro rimasto in piedi. Qualunque ipotesi di trasferimento o sistemazione separata, anche in famiglia o presso altre strutture, dei 10 residenti di Villa Orizzonte, ancorchè presentata come temporanea e provvisoria, non sarebbe altro che LA CANCELLAZIONE DELLA SIR E DUNQUE IL COMPLETAMENTO DELLO SCARDINAMENTO DELLA SALUTE MENTALE A ISCHIA.

In questa situazione, la comunità isolana non può accettare alcuna soluzione tampone, provvisoria, “arrepezzata”, ibrida, locale o anche peggio in terraferma, perchè significherebbe non solo compromettere il percorso di cura e riabilitazione dei residenti attuali della Sir, ma rappresenterebbe la rinuncia ad un servizio sanitario essenziale e imprescindibile per la popolazione ischitana adesso e in futuro. Adesso non è più solo in pericolo la casa di Elena e dei suoi compagni di vita, ma di tutti gli isolani che dovessero aver bisogno quel tipo di servizio. Quello stesso che nel ’97 consentì a Ischia di uscire dall’età della pietra dell’assistenza psichiatrica. Dove adesso, poco a poco, stanno tentando di ricacciarci, a Monteruscello-Frattamaggiore.PERCIO’ L’ISOLA NON PUO’ RESTARE A GUARDARE.

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