E’ ricominciata nella Pineta Mirtina la stagione della riproduzione del Rospo smeraldino

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Foto Qui Ischia

Con la primavera, puntuale, è arrivata anche la stagione della riproduzione per il Rospo smeraldino. E le vasche della Pineta Mirtina, che in questo periodo sono tutte piene per effetto delle copiose piogge invernali, sono tornate a ripopolarsi. Non che si vedano granchè, i segni della presenza della prima nuova generazione 2015 del raro anfibio che nel golfo di Napoli vive solo sulla nostra isola. Alcune delle pozze dall’anno scorso sono state colonizzate dai gigli d’acqua, che le hanno letteralmente invase, per cui attualmente ad un primo sguardo si nota soltanto una massa di foglie marroni che emerge dall’acqua di un verde intenso e con molti detriti. Ma il movimento al di sotto delle foglie e qualche gracidio colto qua e là indicano chiaramente che  i rospi sono in piena attività nel loro habitat naturale. E infatti negli stagni non ancora invasi dalle rigogliose piante acquatiche si vedono centinaia di girini in movimento nel liquido color smeraldo, che evoca visivamente il loro nome.

 

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Foto Qui Ischia

Sono piccolissimi i girini, ancora al primo stadio della loro lunga e complessa metamorfosi, che durerà diverse settimane. E intanto, sul fondo delle vasche, altre coppie di rospi in amore continuano a deporre le lunghe “collane” di uova nerastre. Siamo ancora all’inizio della stagione riproduttiva, perciò vi sono soltanto uova e girini appena nati. Man mano che questi ultimi cresceranno, si schiuderanno altre uova e si continuerà così fino all’estate, con la presenza contemporanea negli stagni della pineta di uova e girini di varie età, dimensioni e caratteristiche. Un ciclo continuo di nuove vite, in evoluzione progressiva e costante verso la loro forma definitiva. Quella del rospo che, superata la trasformazione finale, lascerà l’ambiente liquido che ne ha consentito e favorito la prima crescita, per trasferirsi a terra, dove vivrà stabilmente e si procurerà il cibo, tornando in acqua solo dal prossimo anno, quando dovrà assolvere al suo compito biologico di assicurare la prosecuzione della specie.

 

Per adesso sono ancora al sicuro, le nuove generazioni di rospi della Pineta Mirtina. L’acqua piovana e le temperature miti preserveranno gli stagni con tutto il loro prezioso contenuto di nuove vite. Ma non durerà a lungo e le (brutte) esperienze degli anni passati vanno prevenute e assolutamente evitate. Esperienze legate a sconsiderati interventi umani che nel 2013, prosciugando all’improvviso tutte le pozze per “fare pulizia”, condannarono a morte tutte le generazioni di nuovi rospi che vi svolgevano la metamorfosi, mentre nel 2014 si riuscì a limitare  il danno allo svuotamento di una sola pozza, lungo il viale principale. Quella che oggi brulica di migliaia di girini, da salvare a tutti i costi. Come gli altri, sparsi nelle altre pozze che l’anno scorso furono salvate dall’intervento dei volontari, che durante i mesi siccitosi s’incaricarono di mantenere le vasche sempre umide. E decisiva, dopo una LETTERA-DIFFIDA dell’ENPA al COMUNE D’ISCHIA, fu anche la campagna di informazione dei cittadini, che appassionò tanti visitatori della pineta alla presenza dei rospi e convinse anche gli addetti di Ischiambiente a non effettuare lo svuotamento degli stagni, ma anzi a dare una mano per non farli seccare completamente.

Nelle prossime settimane bisognerà riprendere l’impegno per la tutela del Rospo smer

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Foto Qui Ischia

aldino nella Pineta Mirtina, uno dei pochi siti dell’isola che registrano ancora la presenza della specie. Rara e a rischio di estinzione, tanto da essere protetta da due trattati internazionali per la protezione della fauna minore,  la  CONVENZIONE DI BERNA e la DIRETTIVA HABITAT, di cui l’Italia è firmataria e, dunque, vincolata alla loro applicazione. Ci sarà da evitare che le pozze vengano svuotate dagli addetti di Ischiambente (ammesso che ce ne sia ancora qualcuno nelle pinete) e che siano la siccità e le alte temperature dei mesi prossimi ad asciugare l’acqua raccolta durante l’inverno. Ci vorranno ancora l’impegno e la buona volontà dei volontari e l’attenzione dei frequentatori della pineta, per assicurare un futuro alla bestiola caratteristica della pineta nel cuore di Ischia. Una rarità faunistica della nostra isola, che va conosciuta, apprezzata e salvaguardata.

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