Ormai è l’argomento obbligato delle conversazioni stradali, e non solo, tra gli abitanti di via Antonio De Luca. “Ma come fai con la posta?”, è la domanda di rito, che segue immediatamente il saluto. E la risposta consiste sempre in una scarica di lamentazioni sui disagi che ognuno è costretto a subire da mesi per i continui disservizi che si registrano nella distribuzione della corrispondenza. Che nella nostra zona arriva, se tutto va bene (si fa per dire) ogni dieci-quindici giorni. Altro che servizio quotidiano! Neanche abitassimo nella foresta amazzonica o nel deserto del Sahara, invece che in un popoloso e concentrato quartiere a due passi da Ischia Ponte e dal centro di Ischia. E pensare che per anni, quando altre zone soffrivano i nostri guai di oggi, potevamo vantarci di avere un servizio preciso e puntuale come un orologio. Tutto svanito nel nulla, negli ultimi mesi.
“Le bollette non arrivano, come si fa?”, è il problema comune, con la preoccupazione costante di dover correre dietro alle fatture, informandosi alla meglio per telefono su scadenze e importi, per evitare di non riuscire a pagarle in tempo. Impresa che non sempre riesce, con more e rischi di distacco in conseguenza del disservizio postale. Che si trasforma in beffa quando il postino ricompare, un bel giorno, per depositare nella cassette le bollette tanto cercate e, ovviamente, già abbondantemente scadute. E in questi giorni siamo tutti mobilitati a salvare il pagamento Evi, perchè le bollette non si sono viste.
Come il postino, tanto inutilmente atteso, che quando lo si vede comparire, la notizia (perchè è diventata una notizia, tanto è rara) si diffonde in un attimo e tutti si affrettano a intercettarlo per cercare di prendere il “mappoglio” di posta che nel frattempo si è accumulato. Anche perchè spesso la corrispondenza non arriva a chi deve, ma finisce ad altri indirizzi e allora bisogna solo confidare nella fortuna, perchè non vada definitivamente dispersa o aperta da estranei. Eppure, mai come adesso tutti si sono muniti di regolari cassette con i nomi bene in vista e i numeri civici messi dal Comune sono anch’essi in bell’evidenza fuori a cancelli e portoni.
Stamattina, dopo aver ricevuto un avviso di raccomandata depositato nella cassetta in un orario in cui ero in casa e avrei potuto ritirare la lettera direttamente dal postino, vado all’ufficio di via De Luca (Alfredo) e mi rispondono che la raccomandata ce l’ha il postino e bisogna rivolgersi al piano di sotto, della distribuzione. Scendo e, dopo aver bussato invano varie volte, avvisto un addetto al quale consegno l’avviso, faccio presente il problema e chiedo la raccomandata. Giacchè mi trovo, ed essendo lui il responsabile della distribuzione (il “direttore dei postini”, come mi hanno detto al piano di sopra), faccio presenti i disservizi continui a Casalauro. Le risposte mi lasciano di stucco. Per la raccomandata, dovrei aspettare tre giorni, ma “in via eccezionale” me la consegnerà adesso. Ma obietto che non si tratta di un’eccezione, che non voglio l’eccezione, perchè la lettera doveva e poteva essermi consegnata di persona a domicilio, se il postino si fosse ricordato di suonare il campanello. Comunque, la lettera la ottengo.
Ancora più basita mi lascia la risposta al quesito generale: perchè a Casalauro la posta arriva solo ogni 10-15 giorni? “Il portalettere esce tutti i giorni, anche adesso è sulla zona – mi dice il responsabile – Stamattina, aveva il bauletto tanto pieno che si faceva fatica a chiuderlo…”. Già, ma dove la porta, se non arriva a destinazione e in zona non si è visto? “Io non lo so, il postino è uscito, per me il servizio è regolare”, taglia corto il direttore. Nel frattempo, è arrivato un abitante di via Acquedotto con il mio, il nostro stesso problema. Anche a lui, che non vede lettere e bollette da mesi, tocca la stessa risposta: “Il postino esce ogni giorno con la posta, è tutto regolare”. E alle nostre obiezioni, arriva una spiegazione (?) incedibile: “Si vede che i numeri civici e i nomi sono sbagliati o non ci sono…”. Errore, entrambi abbiamo numeri e nomi corretti ed evidenti. “Sono 38 anni che sto nella stessa casa, c’è il mio nome sula cassetta e il numero civico sulla porta”, dice il signore di via Acquedotto. Nulla da fare, per il direttore è tutto a posto. Il Servizio va come un orologio svizzero. E noi non abbiamo motivo di lamentarci.
Ma la posta che esce ogni mattina dall’ufficio per arrivare, ogni giorno, a destinazione nelle varie zone, dove sta? Il mistero resta. E, come è d’uopo in Italia, non è responsabile nessuno. La colpa è dei cittadini che protestano.
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