Di sicuro, chi nel luglio scorso si era affrettato a spostare con la delicatezza di un bulldozer i dieci residenti della Sir isolana dalla loro casa affacciata sull’orizzonte alla sistemazione di (s)fortuna di via Nizzola, non pensava che quell’operazione avrebbe suscitato tanto clamore. E men che meno che sarebbe rimasta al centro dell’attenzione e della preoccupazione della comunità così a lungo nel tempo. Ci avevano sperato, a Monteruscello, che gli isolani non si sarebbero scomposti davanti ai loro (dei dirigenti Asl) errori marchiani e all’ennesimo colpo inferto alla sanità pubblica sull’isola. Ma la previsione, stavolta, si è dimostrata completamente sbagliata. E a distanza di nove mesi da quel trasferimento forzoso la questione non è ancora finita nel dimenticatoio e non lo sarà. Anzi, la volontà di restituire ai dieci residenti della Sir la serenità e normalità di vita che è stata loro sottratta si fa ogni giorno più forte e determinata. E continua ad aggregare un numero crescente di gruppi, associazioni e singoli cittadini. Come ha dimostrato, solo poche ore fa, la prima riunione convocata dal Comitato CITTADINANZA ATTIVA per organizzare un’occasione di festa e di riflessione collettiva dedicata proprio all’esperienza della Sir isolana nel suo diciottesimo anno di vita.
Nella sede dell’Associazione LUCA BRANDI sulla Banchina Olimpica sono riecheggiate, ancora una volta, le motivazioni profonde e condivise che spingono tanta parte della società civile isolana a stringersi intorno ai dieci abitanti della Sir. Se possibile, anche con maggiore convinzione di quanto non fosse accaduto a luglio, perchè questi nove mesi hanno dimostrato che i dubbi, le preoccupazioni, le riserve manifestati allora erano tutt’altro che ipotetici ed esagerati. Anzi, alla prova dei fatti, si sono rivelati addirittura sottostimati rispetto a ciò che si è verificato nella realtà.
Dunque, la motivazione per una grande manifestazione di solidarietà, di affetto, di vicinanza, di impegno c’è tutta, oggi. E la presenza intorno al tavolo nella sede della “Luca Brandi” dei rappresentanti di tanti gruppi e associazioni attive sul territorio, anche in ambiti e su questioni diverse dalla sanità e più specificamente dall’”affaire Villa Stefania”, ne è stata la dimostrazione evidente. All’appello di Cittadinanza Attiva hanno risposto anche diversi giovani, come rappresentanti di gruppi o a titolo personale, desiderosi di dare un contributo diretto ad una iniziativa di cui condividono l’ispirazione e le finalità.