Il 22 e il 23 marzo la Torre Guevara riaprirà al pubblico per le Giornate del Fai

IMG_0257Finalmente, dopo un anno di sospensione, anche Ischia torna a partecipare alle Giornate del Fai, il benemerito Fondo per l’Ambiente Italiano, che ad ogni inizio di primavera si attiva per aprire le porte e i cancelli di monumenti e parchi solitamente preclusi alla fruizione pubblica. Che è, purtroppo, anche la condizione in cui versa la Torre Guevara, che ormai può essere visitata solo in occasione del programma “Monumenti aperti” del FAI, quando si riesce a realizzarlo anche sulla nostra isola. Ciò che sarà possibile nei prossimi 22 e 23 marzo, i primi sabato e domenica della primavera appena sbocciata.

Come negli anni passati, sarà il Circolo Sadoul ad organizzare le visite guidate alle sale della Torre di
Cartaromana. E sarà l’occasione per mostrare per la prima volta al pubblico l’intero ciclo di affreschi rinascimentali della sala centrale al piano nobile, che gli esperti della Hochschule fuer Bildende Kuenste, ospiti del Circolo, avranno per quelle date finito di riportare alla luce dopo decenni di oblio, al termine del progetto triennale di interventi. Punto di forza delle visite saranno proprio i risultati dei lavori attualmente in corso, un’anteprima assoluta per ischitani e forestieri. E nelle precedenti Giornate, celebrate alla Torre nello stesso periodo, l’afflusso dei turisti presenti sull’isola è stato più che incoraggiante, a livello quantitativo e qualitativo. A conferma dell’importanza che certe iniziative rivestono per consentire la fruizione di luoghi straordinari – e la Torre con la magnificenza del suo contorno lo è, indiscutibilmente – che è un peccato, oltrechè un danno, tenere chiusi e invisibili.**

Ed è questo, a livello nazionale, il piccolo miracolo annuale organizzato dal Fai, in collaborazione con enti locali e altre associazioni attive sul territorio (nel caso di Ischia, il Comune e il Sadoul): riuscire a valorizzare, almeno per un week-end, una parte significativa e preziosa del patrimonio storico-artistico-ambientale del Bel Paese, che altrimenti resterebbe celata e, forse, abbandonata. Come accade ancora per tanti altri “gioielli” dimenticati in giro per l’Italia. Dei quali non mancano, purtroppo, esempi anche sulla nostra isola. Dallo spreco vergognoso che continua a consumarsi a Casamicciola, nel Pio Monte della Misericordia al parco archeologico mancato di Punta Chiarito. Senza dimenticare che la stessa Torre negli ultimi anni è stata aperta al pubblico solo grazie alle Giornate del FAI con l’impegno diretto del Sadoul. E che nel 2013, non essendosi concretizzato neppure quell’appuntamento, il complesso quattrocentesco di Cartaromana è rimasto sempre rigorosamente chiuso. Un’assurdità che, si spera, non si replichi. Anzi, è auspicabile che la Torre torni ad ospitare mostre e iniziative culturali serie e attrattive, perchè la riqualificazione dell’offerta turistica ischitana non può prescindere dalla valorizzazione dei siti più belli e importanti esistenti sul territorio.

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