La forza delle parole. E dei gesti. Il teatro nella sua purezza, essenzialità, energia. Un testo che dopo venticinque secoli è sempre moderno, attuale, coinvolgente, illuminante. Una messa in scena scarna e potente, fedele e innovativa, semplice e solenne. E poi un gruppo di giovani, non professionisti, ma efficaci, convincenti, bravi. E’ stata davvero una bella serata di teatro, dunque di emozioni e riflessioni, quella offerta dal laboratorio teatrale dell’ASSOCIAZIONE LUCA BRANDI ONLUS, che ha proposto ANTIGONE di SOFOCLE, regia e drammaturgia di SALVATORE RONGA. Una bella prova artistica, da parte di tutti coloro che, a vario titolo e con vari ruoli, ne sono stati partecipi. Nonostante la complessità dell’opera, che tuttavia, forse proprio per il minimalismo di scene e costumi, ha potuto dispiegare tutto il suo fascino, intensità, profondità senza interferenze devianti.
I ragazzi hanno saputo dominare la scena, impadronendosi del testo e rendendone al meglio la forza espressiva. Potente il contributo del coro e decisamente al di sopra delle aspettative è stata la prova degli interpreti dei ruoli principali, a parte qualche sbavatura nella dizione, ma che ci sta tutta non trattandosi di professionisti. Il gioco di squadra ha funzionato bene e perciò meritano un applauso come gruppo, oltre che per le performance individuali: DANIELE BOCCANFUSO, GIULIO CIGLIANO, MARIKA CURCI, ANNA DE MARTINO, GIOACCHINO DI COSTANZO, FRANCESCO DI MEGLIO, STEFANIA DI MEGLIO, LORENZO DI SCALA, IRENE ESINDI, ALESSIA SCALA, CHIARA JASCHOUZ, DARIA LUPO, ILARIA MIGLIANICO, ELEONORA ONORATO, GENNARO PATALANO, FILIPPO COSTA PESCE, ILARIA POSTIGLIONE, VELIANA PORCARO, MAIRA SALATIELLO, ISABELLA RISPOLI, REGINA SCHIANO, ALESSANDRA SCHIANO, ALESSANDRA TOSCANO, MARIA SORVINO, EMANUELE ZABATTA.
Il consenso di pubblico non è mancato ed è stato sottolineato da un prolungato e caloroso applauso finale. Prima che il sipario calasse, Salvatore Ronga ha voluto dedicare la rappresentazione a tutti i residenti di Villa Stefania. Un atto di sensibilità suggerito certamente dall’attualità, ma diversi passaggi della tragedia di Sofocle si attagliano perfettamente a quella vicenda e potrebbero (forse meriterebbero) di essere trasferiti su striscioni da esporre fuori alla sede delle dell’Asl. Un altro segno della forza vitale del teatro, o meglio delle grandi opere del teatro, che non hanno tempo, non conoscono limiti di scadenza, non appartengono a nessuna epoca in particolare, ma a tutta la storia umana. E, dunque, anche alla nostra storia di oggi.
Ultima notazione: è stato bello trovare un teatro pieno di giovani, che hanno seguito con attenzione, compostezza, silenzio e perfino “disconnessione” dalla rete, condizioni impossibili da trovare in altri contesti. Un merito da riconoscere alla Luca Brandi nello specifico, ma più in generale al grande lavoro di semina che sta facendo Salvatore Ronga nelle scuole e sul territorio, insieme al movimento teatrale che a Ischia sta progressivamente e significativamente crescendo.