Il messaggio è universale e infatti ha già fatto il giro del mondo. Ma siccome Papa Francesco ha anche sottolineato il ruolo che ogni uomo e ogni comunità hanno – e sempre più è auspicabile che abbiano – nel custodire responsabilmente il pianeta “casa comune”, come non è avvenuto fino a oggi, la presentazione della sua enciclica a livello diocesano non poteva non accompagnarsi a una riflessione sulla realtà del nostro microcosmo isolano. Che, nonostante il limite e la protezione del mare, s’inquadra in un contesto, quello della Campania, fortemente segnato da scempi ambientali destinati purtroppo a continuare a danneggiare l’ambiente nel lungo periodo. E così le parole del Vescovo PIETRO LAGNESE per illustrare il contenuto della lettera papale sono state integrate da considerazioni e valutazioni legate al nostro territorio, che negli intendimenti dichiarati dal presule nelle prossime settimane e mesi saranno oggetto di ulteriori approfondimenti, forse anche più mirati sulle singole tematiche. “Perché – ha detto Lagnese – questa enciclica è un dono rivolto a noi”.
“Questo documento – ha chiosato il Vescovo – ci viene offerto in un momento in cui noi campani abbiamo non pochi motivi di preoccupazione alla luce delle ultime notizie sulla discarica di Calvi Risorta, la più grande d’Europa. “Laudato si’” arriva proprio mentre facciamo i conti con questa situazione”. Avvicinandosi alla realtà isolana, Lagnese ha sottolineato che “noi ischitani abbiamo molti motivi per accogliere e approfondire questa lettura, senza limitarci a proclami su cui tutti siamo d’accordo anche se poi, di fatto, gli interessi prevalgono sui principi e le cose continuano ad andare nello stesso modo”.
A maggior ragione per questo, per il presule l’enciclica può essere colta anche come una provocazione, visto che l’isola “potrebbe essere il giardino di Dio, come il mondo viene definito dal Papa”. C’è la possibilità, infatti, che Ischia, “una della località più belle del mondo, diventi un laboratorio ecologico. E’ questa la vocazione della nostra bella Isola Verde, da coltivare con gli amministratori pubblici e le istituzioni locali. Come ci esorta a fare il Papa, con umiltà dobbiamo metterci in discussione e fare ciascuno la propria parte. Solo se ci daremo da fare insieme, potremmo fare della nostra bella isola una realtà che risponda a quella vocazione. Perciò, custodiamo insieme la nostra casa comune”.
Per il Vescovo, questo rinnovato impegno comune da dedicare alla cura dell’isola e del suo straordinario ambiente, dovrebbe far sì che “i turisti e quanti vengono da noi, possano dire “Laudato si’” per l’isola, per questa nostra madre terra”. Concetto ribadito al termine dell’incontro, quando Lagnese ha ancora invitato tutti gli ischitani a fare in modo che i nostri ospiti possano dire su Ischia “Laudato si’”. Obiettivo possibile e fattibile in considerazione della bellezza indiscussa che ancora si ritrova in tanti punti di quest’isola, nonostante tante aggressioni al territorio. E per dare un contributo a quel processo, il Vescovo è seriamente intenzionato ad aprire una stagione di dibattito, confronto e studio sui temi ambientali (e non solo) tra gli isolani. Occasioni di approfondimento che saranno organizzate nel prossimo futuro. Come si era già cominciato a fare con l’inchiesta-studio sul Regno di Nettuno da parte dei giovani partecipanti al laboratorio politico tenuto da Kosmopolis negli ultimi tre anni e ricordato dal coordinatore AGOSTINO MAZZELLA. Mentre l’agronomo FRANCO MATTERA ha proposto un eloquente quadro delle cose positive e negative che si registrano a Ischia sul fronte ambientale. Nonostante molto resti da fare, tutti insieme, per custodire adeguatamente quest’isola capolavoro della natura. Che aspetta di essere convintamente e con entusiasmo custodita oggi, per essere preservata a favore delle generazioni che verranno.