Da quasi un anno è chiuso e precluso alla fruizione del pubblico, per i lavori e adeguamenti tecnici. Una condizione che si sta prolungando e che sta privando l’isola di uno dei suoi richiami culturali più importanti, quale è senza dubbio il MUSEO con gli SCAVI DI SANTA RESTITUTA. Una realtà creata su quanto continuava a riemergere dal passato, con fatica e determinazione, scavando palmo a palmo nel corso dei decenni il sottosuolo della basilica di Santa Restituta, della vicina torre, di parte della piazza. Da don PIETRO MONTI, che nel ventre del suo paese natale, dapprima per caso poi con crescente consapevolezza e sempre maggiore preparazione, aveva riscoperto alcune delle radici più importanti della sua comunità. Che erano anche testimonianze fondamentali della storia dell’isola e del Mediterraneo. Dall’antico quartiere dei vasai di Pithecusa, attivo fin dall’inizio dell’insediamento greco nell’VIII secolo a.C., alle prime evidenze di una presenza cristiana, senza soluzione di continuità, nello stesso luogo, nel centro di Lacco Ameno. Strutture di straordinario valore, ben conservate, rarissime, con altrettanto unici corredi di reperti. Era, l’area dello scavo con il suo percorso unico attraverso i secoli, un museo naturale, che don Pietro non tardò a riconoscere e ad allestire come tale, curando personalmente ogni vetrina, ogni aspetto dell’esposizione. E ogni dettaglio delle ricostruzioni ideate e realizzate per mostrare ai visitatori la realtà quotidiana dei abitanti di Pithecusa nel corso dei secoli e delle diverse epoche, affinchè la visita diventasse una piena, entusiasmante, affascinante immersione nella storia. Un elemento caratteristico e peculiare in grado di fare del Museo e degli Scavi di Santa Restituta un “unicum” senza precedenti nel panorama internazionale.
Nella prima giornata delle due che la Diocesi di Ischia con il Comune di Lacco Ameno ha voluto dedicare a don Pietro Monti nel centenario della nascita, si è parlato della sua opera di studioso, archeologo, esploratore della storia dell’isola. E grande attenzione è stata riservata all’imponente eredità culturale che egli ha lasciato. Di cui il Museo è parte integrante e consistente. E sul suo ruolo speciale per lo studio soprattutto dell’alba della Magna Grecia, si sono soffermati alcuni dei relatori. In particolare, il professore WOLF DIETER HEILMEYER, della Freie Universitaet di Berlino, che negli anni Novanta e primi Duemila ha condotto proprio nel quartiere dei ceramisti di Pithecusa un grande studio, denominato “Progetto Ischia”. E in quegli anni di assidua frequentazione di don Pietro e di Ischia, l’archeologo tedesco prese confidenza anche con quel museo che don Pietro aveva costruito e che inglobava, tra l’altro, il quartiere dei ceramisti, il Kerameikos, oggetto delle ricerche di Heilmeyer e dell’équipe di specialisti guidata dalla dottoressa GLORIA OLCESE.