Un enorme patrimonio negato e trascurato, la cultura a Ischia chiude per fallimento

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Il Museo ad altissimo rischio – Foto Qui Ischia

Il quadro è sconsolante. Di quelli che non ti aspetteresti lì dove vide l’alba la Magna Grecia. E dove i successivi ventinove secoli di storia e di civiltà hanno lasciato tracce importanti, il cui valore riconosciuto travalica ampiamente i ristretti confini segnati dal mare. Un patrimonio culturale enorme che, a maggior ragione in un’isola che vive di turismo, dovrebbe essere custodito e al tempo stesso valorizzato e reso disponibile alla pubblica fruizione. Per far crescere il livello di conoscenza e di consapevolezza degli isolani e a beneficio anche dei turisti. Tra l’altro, in una fase che registra a livello globale una costante crescita del turismo culturale e che spinge i viaggiatori sempre più spesso a scegliere le loro mete sulla base di richiami storici, artistici, archeologici. Proprio quelli che a Ischia continuiamo a trascurare. E a oscurare. Trattati come un problema, piuttosto che come una risorsa. Come un fastidio, piuttosto che come una opportunità. Come un onere, piuttosto che come una ricchezza.

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Museo e Scavi di Santa Restituta chiusi – Foto Qui Ischia

Il giro non può che cominciare da Lacco Ameno. Dove ci sono due gioielli, vicini e complementari, nati entrambi con fatica, prodighi di straordinarie emozioni e, ultimamente, anche di gigantesche delusioni: sulla collina, il MUSEO ARCHEOLOGICO DI PITHECUSA nella stupenda cornice di Villa Arbusto e, a valle, a poca distanza dal mare, il MUSEO E SCAVI DI SANTA RESTITUTA sotto il centro di Lacco. Il primo, nonostante la Coppa di Nestore e gli altri incomparabili reperti, rischia di essere travolto dal disastro finanziario del Comune del Fungo ed è aperto al pubblico quasi per miracolo e non si sa fino a quando. Con lo spettro finanche di una vendita del complesso dell’Arbusto di proprietà comunale, per appianare il buco di bilancio dell’ente locale. E i secondi – Museo e Scavi – chiusi dall’anno scorso per lavori che riguardano anche la vicina torre sede municipale e senza che vi sia ancora la minima indicazione, tanto meno certezza, sui tempi di riapertura al pubblico di una delle aree archeologiche più interessanti del Mediterraneo.

Due casi emblematici dell poca attenzione, cura, importanza, rispetto che riserviamo, come comunità, al patrimonio di beni culturali di cui ci stiamo dimostrando custodi non degni e decisamente inadeguati.

E a dimostrarlo c’è l’abbandono del sito di PUNTA CHIARITO, che resta regno delle erbacce al posto del progettato parco archeologico, che avrebbe avuto tutte le caratteristiche per diventare il fulcro di un sano sviluppo e di un vero turismo di qualità per la zona di Panza.

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Museo Santa Maria di Loreto chiuso – Foto Qui Ischia

Spostandoci nel centro di Forio, risale a pochi anni fa la bella novità dell’apertura del MUSEO DELLA CHIESA DI SANTA MARIA DI LORETO, un altro piccolo scrigno della storia dell’isola che oggi è anch’esso chiuso. E non più visitabile, se non previo appuntamento con il benemerito professor Di Lustro, che tanto si prodiga per salvaguardare il patrimonio culturale isolano nel quasi deserto d’indifferenza che sta prevalendo quasi ovunque su quel fronte.

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Il museo che non apre mai Foto Qui Ischia

E venendo a Ischia, che dire dell’ANTIQUARIUM della TORRE DI GUEVARA, dedicato ai reperti di Aenaria, che si sarebbe dovuto aprire già mesi fa e che, invece, resta incredibilmente in “stand by” per meri motivi burocratico-amministrativi? Un’altra occasione per ora mancata che, dopo i rinvii in serie della discussione in Consiglio comunale, dove l’argomento è stato inutilmente inserito all’ordine del giorno per un numero incredibile di volte, non si sa se e quando si riuscirà a vedere concretizzata. E, peraltro, anche la Torre con la sua storia e il suo prezioso contenuto artistico resta perlopiù chiusa al pubblico, a parte qualche rara mostra e le lodevoli iniziative promosse dal Circolo Sadoul.

Insomma, dovunque si guardi, a Ischia ci si imbatte in monumenti chiusi, negati, trascurati, marginalizzati. Con una inquietante regressione negli ultimi tempi rispetto ai sia pur difficili e lenti progressi conquistati negli anni passati. Uno “sperpetuo” generale, che chiama fortemente in causa una classe dirigente (politica) capace di collezionare fallimenti in quasi tutti i settori su cui ha potere e responsabilità. Ma anche un “sistema Ischia” sempre più inconsistente, inconcludente, autodistruttivo.

Altrove, in altri contesti e realtà, anche molto più piccole e povere, intere comunità con i loro rappresentanti sono impegnate, mobilitate, unite nel salvaguardare, tramandare e valorizzare i loro gioielli culturali. A Ischia, dove abbiamo il privilegio di aver ricevuto in custodia dalle generazioni passate un patrimonio ampio, ricco, unico, speciale, stiamo facendo esattamente e pervicacemente il contrario. Da noi non si apre, si chiude e preclude. Miopia e follia. E per la cultura, sull’Isola Verde, è già default.

 

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