Ci risiamo. In via Fundera si è di nuovo nel pieno di uno dei periodi di carenza di personale infermieristico che ciclicamente affliggono l’ospedale isolano. E senza che abbiano prodotto gli effetti sperati i provvedimenti assunti negli ultimi anni dall’Asl, nonostante fossero stati indicati di volta in volta se non come risolutivi, almeno come efficaci nel medio periodo. E così adesso ci si riprova, sperando di riuscire a portare a buon fine la procedura avviata già da diversi mesi con la riapertura delle liste di mobilità extraregionale. Ma i tempi si stanno allungando ben oltre il previsto e senza poter prevedere come e soprattutto quando finirà questa nuova partita, da cui dipenderà non poco il futuro funzionamento del presidio isolano. A partire dai prossimi mesi, quando ci sarà come sempre da garantire pure l’assistenza ai turisti.
Non è passato molto tempo da quando l’Asl, tra le proteste dei cittadini, decise di eliminare gli Psaut attivi sul suo territorio, compreso quello di Ischia, che era stato creato per primo, nei primi anni Duemila dall’allora Asl Na2, proprio con l’obiettivo di alleggerire la pressione sul “Rizzoli” e di filtrare a monte gli accessi in ospedale, limitandoli ai casi più seri, almeno per le zone di Ischia e Barano. Per spiegare il discusso taglio, la dirigenza di Monteruscello fece riferimento esplicito alla necessità di redistribuire il personale sia medico che paramedico degli Psaut, in modo da potenziare i Pronto soccorso dei cinque ospedali del suo territorio. Ottimo proposito, che però non ha avuto riscontro nei fatti. Perchè, per quanto riguarda gli infermieri, dei sei “recuperati” Psaut, ne sono rimasti in dotazione al “Rizzoli” solo due, gli altri non sono più disponibili e pure da un pezzo, visto che appena passati in ospedale, hanno colto al volo l’occasione per trasferirsi in terraferma. Che resta la principale (e comprensibile) aspirazione di tutti i lavoratori della sanità “fuori sede”, perchè lavorare sull’isola pesa, da tutti i punti di vista, compreso quello economico.
Così, sommando il fallimento (annunciato) del tentativo fatto con l’abolizione del Psaut e la lista che si è allungata negli ultimi anni di pensionamenti e trasferimenti in terraferma, senza alcun rimpiazzo, si è arrivati un’altra volta con un organico tanto striminzito da non apparire più sopportabile neppure per i vertici dell’Asl Na2 Nord, che è tutto dire…Perciò, qualche mese fa, cogliendo un’opportunità attesa anni e fino ad allora preclusa dai vincoli del piano di rientro, l’Asl ha aperto la mobilità extraregionale per il reclutamento di nuovi infermieri. Le risposte non sono mancate, perchè anche stavolta gli infermieri campani che lavorano in altre parti d’Italia hanno colto al volo l’occasione per tornare nella loro regione di origine e per raggiungere questo obiettivo sono disposti anche a bere l’amaro calice di un periodo di lavoro sull’isola. Comunque, non superiore ai cinque anni, perchè quello è il limite di permanenza a Ischia previsto dal contratto proposto dall’Asl e usato anche in precedenza. E infatti, passato il quinquennio di sacrificio, la diaspora degli infermieri è stata puntuale come un orologio svizzero. Come sarà di sicuro anche per questa nuova ondata di prossimi pendolari.
Con questo meccanismo,dovrebbero arrivare a Ischia 13 infermieri (un numero che rispetta le percentuali minime di turn over concesse dal piano di rientro), tutti campani, tra cui non figura alcun isolano. Quelli sparsi per lavoro in mezza Italia, che avevano presentato domanda, non sono arrivati nei posti utili della graduatoria. Perciò, anche stavolta bisognerà rassegnarsi ad una soluzione a tempo e ad un ulteriore aumento del numero dei fuori sede, con tutte le conseguenze e le ripercussioni che ne derivano per l’andamento quotidiano dell’ospedale di Lacco. E con le traversie dei trasporti marittimi, poi…
Comunque, non sarà facile neppure farli arrivare a Ischia, oltre che trattenerceli, i nuovi infermieri. Per adesso, le Aziende presso cui stanno lavorando, perlopiù al nord, non hanno ancora acconsentito al trasferimento. E hanno mesi di tempo per concedere l’eventuale nulla osta. Dunque, è tutto fermo sul fronte caldo della carenza di personale infermieristico al “Rizzoli”. Tanto per cambiare, l’emergenza continua. E dati i precedenti, si è pienamente nella normalità.