E’ riuscito davvero a spiazzare tutti, il neogovernatore De Luca. La sua mossa di ratificare e ufficializzare la privatizzazione della Caremar a pochi giorni dall’inizio dell’attività della nuova Giunta regionale ha colto di sorpresa anche quelli che seguivano più da vicino la complessa e ormai annosa vicenda della (ex) compagnia di navigazione pubblica. Compresi gli stessi dipendenti della compagnia, che non hanno mai nascosto di non vedere di buon occhio la scelta fatta dalla giunta Caldoro. Che aveva stravolto l’indirizzo del precedente Consiglio regionale favorevole a cedere ai privati il 49 per cento dell’azienda, conservandone in mani pubbliche la quota di maggioranza. La privatizzazione totale della Caremar, concretizzatasi con la gara bandita dall’assessore Vetrella, era stata tra l’altro uno dei motivi delle tante critiche rivolte al responsabile regionale dei Trasporti, indubbiamente uno dei settori peggio gestiti dal governo Caldoro, che anche di questo ha pagato pegno nella tornata elettorale di maggio. D’altra parte, la politica dei trasporti era stata fin dall’inizio nel mirino di De Luca, che l’aveva duramente e sistematicamente criticata anche prima della campagna elettorale.
Una posizione che sembrava offrire la possibilità, se l’ex sindaco di Salerno fosse stato eletto, di un cambiamento di rotta anche sul fronte della Caremar. E altre speranze aveva alimentato la decisione di De Luca, appena insediato, di tenere per sé la delega ai Trasporti. Insomma, anche se il neogovernatore non si era pronunciato esplicitamente durante la campagna elettorale, ma aveva mantenuto un approccio interlocutorio, si pensava – anzi, a maggior ragione – che vi fosse ancora un margine per intavolare un confronto sulla Caremar e sul sistema complessivo dei collegamenti marittimi, e possibilmente per arrivare ad una revisione della scelta di Caldoro e Vetrella. In questa direzione erano andati vari appelli rivolti a De Luca, a cominciare dalle lettere aperte dell’Autmare. Tutto travolto dalla velocità con cui il governatore nonchè assessore ai Trasporti si è affrettato a dare il via libera definitivo all’operazione Caremar, acquisita dalla cordata Snav-Rifin vincitrice della gara bandita dalla Regione.
I primi giorni del nuovo assetto non hanno portato novità, a parte l’insediamento del NUOVO CONSIGLIO DI AMMINISTRAZIONE formato da i due rappresentanti della Snav e da uno della Rifin, l’ex presidente della Medmar Donatella Rizzo. Non si può proprio parlare di novità, del resto, per quanto riguarda il vertice aziendale. La nuova proprietà ha infatti nominato AMMINISTRATORE DELEGATO Roberto Liguori, che nella compagnia pubblica ricopriva, negli ultimi anni, il ruolo di direttore generale. Dunque, per adesso, siamo a quanto pare in continuità con la precedente gestione. Che non poche critiche si era attirata per alcune scelte, tra le quali la preferenza verso il ricorso ad unità in (costoso) affitto, piuttosto che la riparazione dei mezzi in dotazione.
E infatti, tra le eredità della gestione passata ci sono ancora TRE MEZZI FUORI USO, nonostante siano passati tempi biblici dal loro ultimo viaggio. C’è il mezzo veloce, l’”ACHERNAR”, che è fermo addirittura da 4 anni, durante i quali è rimasto attivo un solo aliscafo (ed è ancora così) con conseguenze pratiche pesanti per l’utenza ad ogni guasto ed esigenza manutentiva. Altro record in cantiere è quello del “SAN PIETRO”, ben 3 anni e non si vede ancora vicino il suo ritorno in mare. E, ultimo della serie, l’”ISOLA DI PROCIDA”, in attesa di riparazione dall’autunno 2014, quasi un anno fa.
La nuova società avrebbe assicurato il suo impegno per rimettere a posto tutti i mezzi ancora fuori uso e per ripristinare anche alcuni collegamenti da tempo annullati, come quelli diretti Napoli-Ischia senza scalo a Procida. Per adesso dichiarazioni d’intenti e di buona volontà, tutte da verificare. A maggiora ragione, vista la continuità al vertice. Peraltro, se non era stato possibile avere tutta la flotta attiva con 18 milioni e mezzo annuali dalla Regione, ci si chiede come sarà possibile farlo adesso che i fondi trasferiti sono ridotti a 10 milioni. Già, perchè la sovvenzione rimarrà per altri 9 anni, e questo è un altro fondato motivo di dubbio sull’opportunità della privatizzazione totale.
Il cambiamento radicale, anche se si è presentato in questi primi giorni in modo assai soft, suscita diverse preoccupazioni. Degli UTENTI (ORA SOLO CLIENTI?), innanzitutto, che si chiedono quale sarà il futuro del servizio, già oggetto di varie critiche quasi quotidiane, ora che tutti i collegamenti sono saldamente in mano alle società private già operanti nel Golfo. Situazione già in varie occasioni censurata e sanzionata dall’Autorità a tutela della concorrenza. Concorrenza che prima era rappresentata proprio dalla Caremar pubblica e che adesso è venuta evidentemente meno.
E poi c’è la preoccupazione dei LAVORATORI. Per adesso non hanno avuto contatti con la nuova società subentrante, che si è impegnata a mantenere i livelli occupazionali. Ogni confronto è probabilmente rinviato all’autunno, passata l’estate, periodo di massima attività e anche di massimi guadagni. Ma le novità inserite nel contratto di lavoro, rinnovato da poco, che sono sembrate tagliate a misura per l’avvento dei privati, non rassicurano appieno. Tuttavia, ogni giudizio, aspettativa, ipotesi non può che essere sospeso, per ora. IL FUTURO DELLA CAREMAR nuova versione E DEL TRASPORTO MARITTIMO IN CAMPANIA E’ TUTTO DA SCOPRIRE.