C’è qualcuno che si avventura nella direzione vietata, nonostante tutto. Ma il senso unico stabilito su via Nuova Cartaromana, dove si può solo scendere verso Ischia Ponte, sta creando difficoltà enormi ai residenti, come ai fruitori del servizio pubblico e ai turisti. Tutto ampiamente prevedibile nel momento in cui si è impegnata con lavori tanto invasivi una delle strade di collegamento più importanti del territorio, perdipiù in piena estate. Ma proprio la prevedibilità degli effetti avrebbe dovuto suggerire “a chi di dovere” di studiare dei correttivi in grado di ridurre la minimo i disagi e di provvedere ad attuarli (i correttivi) in tempo per l’inizio dei lavori, con l’aggiunta di una adeguata informazione. Ovvero, tutto ciò che, suggerito dal buon senso, si è accuratamente evitato di fare. Si sono piazzate le transenne, messi i cartelli e chi s’è visto s’è visto… secondo l’inconfondibile metodo dei lavori “made in Ischia”, insomma.
I RESIDENTI della popolosa zona a monte dei lavori si sono ritrovati a dover fare un giro lunghissimo per riuscire a raggiungere le loro abitazioni, vista la preclusione della strada in salita dal Ponte e dal centro. E con i lavori ancora in corso contemporaneamente in via Leonardo Mazzella è fuori uso anche una delle possibili alternative, almeno per ridurre la lunghezza e la complessità del giro comunque da fare per arrivare a destinazione. E davanti a tutte le complicazioni quotidiane, in tanti si chiedono perché in Comune non abbiano pensato ad una opzione che potrebbe ridurre di molto i disagi: “MA PERCHE’ NON METTONO UN SEMAFORO?”. Già, per quale motivo non si è pensato al senso unico alternato, che pur allungando comunque i tempi di percorrenza però risparmia di dover fare il giro del paese?
E se gli automobilisti piangono, gli utenti del servizio pubblico non ridono, anzi. Basta guardare i volti dei TURISTI che abbrustoliscono al sole, spesso con trolley al seguito, mentre aspettano invano l’autobus per Cartaromana, dove con il mezzo pubblico non arriveranno mai. Anche se loro spesso non lo sanno. Già perchè il 7 non sale più, nè quello C diretto espressamente a Cartaromana, nè quello “normale” negli orari di chiusura del traffico a Ischia Ponte. E il C12, non potendo più salire anch’esso per via Nuova Cartaromana, ormai fa lo stesso percorso del C13, bypassando completamente una parte importante del suo percorso abituale e lasciando a piedi di conseguenza le persone là dirette.
Alla fine, la zona di Cartaromana, che è una delle classiche destinazioni turistiche ischitane, dove peraltro insistono anche varie strutture turistiche e ricettive, è rimasta isolata rispetto alla rete del trasporto pubblico. Eppure, in piena estate, nessuno ha pensato di allestire un servizio navetta. Ma non ci si è presi neppure la briga di mettere di cartelli per spiegare ai turisti che le attese di ore sotto il sole cocente sono inutili e portano al massimo un’insolazione.
Ora, senza entrare nel merito del dibattito e delle polemiche lavori sì-lavori no, ma sapendo – e lo sapevano bene, perfino il sindaco ammise che sarebbe stata un’estate difficile per gli ischitani – che per il paese sarebbe stato ridotto a una groviera per mesi e nel periodo più critico dell’anno, in Comune, perché non si sono premurati di preparare e di diffondere un piano con i percorsi alternativi a beneficio dei poveri cittadini intrappolati tra i vari cantieri? E perché non hanno organizzato qualcosa per utenti del servizio pubblico e turisti appiedati per chilometri? ARRANGIATEVI, è stata l’unica “indicazione”. Della serie: quando approssimazione, indifferenza e incapacità sono al potere…