Il “mistero” va risolto: dove sono finiti gli spazzamare e i natanti dell’Area Marina Protetta?

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Là dovrebbe stare lo spazzamare dell’Amp – Foto Qui Ischia

E’ passato oltre un mese da quando “Qui Ischia” ha sollevato la questione su dove sia finita la dotazione di natanti dell’Area Marina Protetta delle Isole Flegree. E’ da tempo, infatti, che non si hanno più notizie di alcuna attività svolta nè dalle due imbarcazioni utilizzate per la vigilanza e la comunicazione in mare nè dei due spazzamare, che sarebbero stati quanto mai necessari per combattere fenomeni di inquinamento segnalati con frequenza anche quest’anno in vari tratti strategici per la balneazione, a cominciare dal Lido dei Maronti. Nessuno li ha più avvistati nè in mare nè in qualche porto, se ne sono perse letteralmente le tracce. Come se fossero stati inghiottiti dai marosi. Eppure, si tratta di beni pubblici, che non possono dissolversi nel nulla. La loro “tracciabilità” deve essere garantita. E deve esserci un responsabile del loro utilizzo come della loro eventuale dismissione.  Ma incredibilmente, allo stato, non risulta nè l’uno nè l’altra. Un pasticcio su cui urge fare piena chiarezza.

DOVE SONO FINITI GLI SPAZZAMARE (nel frattempo abbiamo accertato che ne erano due) E LE IMBARCAZIONI DELL’AMP DI ISCHIA, PROCIDA, VIVARA?

La domanda è rimasta senza risposta. Anzi, per meglio dire, una risposta è arrivata nei giorni scorsi, ma è risultata ancora più spiazzante e incredibile del silenzio che l’aveva preceduta.

 

E’ stato nel corso di un’intervista rilasciata a un quotidiano locale che l’ultima presidente del Consiglio di amministrazione del Consorzio di gestione dell’Amp, nel frattempo sfiduciato dal Ministero dell’Ambiente, nel rispondere ad una domanda sull’argomento ha sostenuto che NON si trattava di imbarcazioni dell’Area Marina, ma dei volontari che con l’Area collaboravano! Da dove l’ex presidente abbia tratto questo convincimento non è dato sapere, ma di certo la risposta  moltiplica gli interrogativi su una vicenda che non è affatto di importanza secondaria nel panorama della (fallimentare) gestione del Regno di Nettuno.

 

CHE SI TRATTASSE DI IMBARCAZIONI DELL’AREA MARINA, CHE – vale la pena ricordarlo – E’ UN ENTE PUBBLICO, NON VI SONO DUBBI. E’ UN DATO CERTO, OBIETTIVO E OGGETTIVO. Entrambe furono ACQUISTATE CON I FONDI DELL’AMP poco dopo la sua istituzione. E l’avvenimento fu puntualmente registrato dalla stampa locale. In una intervista al “Golfo”, pubblicata il 25 febbraio 2009, l’allora presidente del Cda del Consorzio, Ambrosio, ci dichiarò: “…Abbiamo acquistato due imbarcazioni e stiamo formando i volontari. Considerato che non si tratta di posti di lavoro, ma di pura attività di volontariato, VISTO CHE FORNIREMO SOLO L’EQUIPAGGIAMENTO E LE IMBARCAZIONI, hanno risposto tante persone, tutte motivate, che non vedono l’ora di andare in mare e iniziare il servizio. Dovranno accogliere chi entra nell’Area, fornire informazioni…”. Dunque, le barche non erano dei volontari (e come sarebbe stato possibile?), ma dell’Area Marina.

E infatti, quando l’estate dopo iniziò davvero l’annunciata attività dei volontari, fu organizzata una manifestazione pubblica, con tanto di interviste televisive e sulla carta stampata e foto che mettevano in risalto anche le barche nuove dell’Amp, con la scritta dell’Area Marina in bell’evidenza sulla fiancata. L’attività dell’Amp è stata ampiamente documentata negli anni, anche prima che fosse istituita addirittura, per cui le testimonianze non mancano ed è facile risolvere certi equivoci ingeneratisi probabilmente negli ultimi tempi. E carta canta anche per gli SPAZZAMARE. Assegnati dal Ministero dell’Ambiente, Servizio Aree marine Protette (quello che ha messo fine alla gestione del Consorzio interisolano pochi mesi fa),  perchè il Regno ne avesse la piena disponibilità entro il suo perimetro. Era  il 2 agosto 2008, quando da Baia il primo mezzo,  lungo 1o metri con due motori nuovi, fu portato nel PORTO DI SANT’ANGELO, dove per l’occasione era stata preparata una festa di benvenuto con brindisi finale. E fu subito utilizzato, grazie al finanziamento da 15 mila euro ciascuno che la Provincia attribuì per quell’anno ai Comuni di Barano, Forio e Serrara Fontana, nelle cui acque lo spazzamare svolse la sua funzione per l’estate. Un altro, in seguito, fu utilizzato per Procida. CHE FINE HANNO FATTO? PERCHE’ NON POSSONO ESSERE USATI OGGI, DOVE CE N’E’ BISOGNO?

Queste solo le domande a cui i responsabili della passata gestione dell’Amp devono risposte chiare, esaustive, puntuali, basate su fatti e atti precisi. Si tratta di BENI PUBBLICI che non possono essere scomparsi nel nulla. Il “mistero” va risolto, nell’interesse della collettività e del funzionamento dell’Area Marina. Che resta una realtà, nonostante la mancanza di volontà e l’incapacità manifesta dimostrate dalle sette amministrazioni isolane nella sua gestione. BARCHE E SPAZZAMARE ANN’ASCI’!!!

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