Undici anni fa, in occasione dei grandi festeggiamenti per il 150° anniversario del Porto di Ischia, si era pensato di dare continuità a quell’evento con una manifestazione annuale che avesse un forte richiamo turistico. Poi, per vari motivi, quel progetto non ha avuto seguito. Finché dieci anni dopo, l’anno scorso, per il 160* anniversario, fu organizzata con il contributo prevalente della Regione un’altra Festa del Porto, meno mastodontica della precedente, ma che ne replicò il momento clou dello svuotamento del bacino borbonico per una rievocazione dello sbarco inaugurale del re e della corte, avvenuta il 17 settembre 1854, con un ricco programma di contorno. Nulla a che vedere con la manifestazione del prossimo giovedì, che non a caso si propone come LA FESTA DEL BUON PESCATO, buona per far passare una serata diversa ai turisti già presenti sull’isola e agli ischitani con un po’ di tempo libero da occupare. Un’altra SAGRA DI PAESE, insomma, che va a infoltire la lista di quelle che in questo periodo si succedono in ogni angolo dell’isola.
Fissata per giovedì 10 settembre, la manifestazione si concentrerà in poche ore, tra il pomeriggio e la sera. Il porto sarà liberato dalle imbarcazioni per consentire ai figuranti in costume di rievocare, intorno alle 18.00, una delle battute di pesca che amava fare re Ferdinando di Borbone quando visitava il suo palazzo ischitano. Finito il “divertissement” nel lago, la festa si sposterà in piazza Antica Reggia alle 19.30, dove saranno rievocati antichi mestieri, mentre con il coinvolgimento dei ristoranti della zona sarà distribuito pesce fritto. Più tardi, intorno alle 21.00, sulle facciate dei palazzi della Riva Destra sarà proiettato il documentario “ Una vita sul mare”, dedicato alla pesca a Ischia. E alle 22.00, al centro del Porto, la conclusione con uno spettacolo piromusicale.
Alla fine, i momenti più appropriati saranno quelli della maxi FRITTURA DI PESCE e del DOCUMENTARIO SULLA PESCA, visto che la festa è promossa dal GAC, il GRUPPO DI AZIONE COSTIERA creato per attivare sul territorio azioni per il rilancio della pesca, finanziate dalla Regione utilizzando specifici finanziamenti europei. Che si spera producano, al di là di festeggiamenti e fuochi d’artificio, soprattutto interventi di reale sostegno ad un settore produttivo in forte crisi e in costante regresso, anche per effetto del mancato decollo (anzi, dell’atterraggio) dell’Area Marina Protetta che sarebbe dovuta servire da volano anche per la riqualificazione della pesca delle isole.
Considerate le importanti finalità economiche del Gac e dei fondi ad esso assegnati, si capisce ancora meno tutta questa messa in scena di contorno e perfino lo svuotamento del porto, che nulla ha a che fare con il lago dove il re andava a pesca e a caccia di folaghe. Si svuota il porto, ma per fare che? Per far risaltare di più tutte le brutture, gli sfregi, i segni del degrado dall’estremità della Riva Destra a quella della Riva Sinistra? Vogliamo farle notare ancora meglio ai turisti, come già avviene ogni giorno con quelli che vanno alla scoperta di uno dei porti più belli del Mediterraneo e lo trovano stuprato in modo vergognoso dalla BOCCA VECCHIA al rudere del TONDO DI MARC’AURELIO, alle ferraglie del SECONDO PONTILE, allo sconcio dei “GAZEBO” che assediano il Redentore e annullano la visione della Chiesa di Portosalvo sovvertendo il progetto del re borbonico e dei suoi architetti, allo scandalo del PRIMO PONTILE ormai ridotto a passerella di mutande, fino ai guai certamente minori della RIVA DESTRA, almeno quando non c’è l’acqua alta che se la ingoia tutta? CI SI IMPEGNASSE A RISOLVERE ALMENO UNO DI QUESTI PROBLEMI ALL’ANNO, se si vuole dare un senso allo svuotamento. Sennò, meglio evitare tanto trambusto per fare scena in un pomeriggio di settembre.
C’E’ POCO DA FESTEGGIARE SUL PORTO. E NON SARA’ QUALCHE COSTUME A “IMPUPAZZARE” LA REALTA’.