Le vecchie biglietterie sulla banchina del Redentore, quanto imbarazzante degrado!

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Foto Qui Ischia

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Foto Qui Ischia

Perfino nello “sperpetuo” generale del porto d’Ischia si segnala come una bruttura tanto gratuita quanto sfacciata. Una vergogna che spicca tra le altre e che tuttavia, a differenza di parecchie di esse, potrebbe essere facilmente eliminata o almeno resa meno evidente, con un po’ di buona volontà. E’ il caso dei locali delle vecchie biglietterie collocati di fianco allo storico, ormai chiuso e disastrato Ufficio del Passeggero, sulla banchina del Redentore. Quei locali che ti trovi davanti uscendo dai gazebo delle biglietterie odierne o passando di là per imbarcarsi sui mezzi veloci ormeggiati sotto al Redentore o per raggiungere il secondo pontile. Dunque, un’immagine in cui si imbattono ogni giorno le centinaia di turisti che partono o che arrivano a Ischia. Roba veramente da sentirsi divampare in volto, anche soltanto a pensarci.

Fatiscente come è stato anche ufficialmente dichiarato, fino allo sgombero anni fa di tutte le attività che ancora vi si svolgevano, quell’edificio, che una volta era un punto di riferimento per tutti i turisti di passaggio a Ischia, è adesso solo motivo di gigantesco imbarazzo. Per le condizioni in cui versa, anche all’esterno, che sono incompatibili con la sua visibilità e con il luogo “strategico” per l’immagine di Ischia in cui si trova. “Sgarrupati” i muri, ferri arrugginiti ovunque, la porta senza un vetro, mentre dal buco aperto si vedono rifiuti e sporcizia nel locale interno e un’altra vecchia porta a vetri appoggiata in un angolo. E a coronamento di tutto, erbacce che crescono davanti a quell’ingresso che sembra appartenere ad un villaggio western abbandonato.

Eppure, non dovrebbe essere proibitivo rendere quanto meno un po’ più decoroso quello spazio, in attesa che, chissà quando, quella struttura venga finalmente risanata. Basterebbe ripulire all’esterno, togliere la roba abbandonata che non serve, risistemare il vetro della porta e, magari, rimuovere i rifiuti che s’intravedono accatastati all’interno. Nessuno pretende di trovare di nuovo vasi fioriti, com’era una volta, ma almeno di eliminare i segni più evidenti del degrado, sì. Chi opera sul porto, o anche il Comune o qualche privato volontario, qualche impresa turistica anche del luogo, non potrebbe farsi carico di provvedere a restituire un minimo di decoro a quell’angolo di squallore tanto bene in vista? E’ quello, il biglietto da visita con cui si presenta Ischia, insieme ai gazebo che assediano il Redentore, al primo pontile abbandonato e ai manifesti di mutande in primo piano? E’ questo che merita il Porto d’Ischia, che ci togliamo lo sfizio pure di celebrare con feste e festicciole almeno una volta all’anno, senza alzare un dito per garantirgli negli altri 364 giorni la dignità che la sua bellezza e la sua storia imporrebbero?

 

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