Ma come mai dopo tanti lavori per la raccolta dell’acqua piovana, stiamo sempre allagati?

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Foto Qui ischia

E’ piovuto a “zeffunn”. Come magari non è tanto usuale ad ottobre, ma come è ormai tutt’altro che infrequente nell’intero arco della stagione autunno-inverno. E come accadrà ancora, prevedibilmente, diverse altre volte nei prossimi mesi. Perciò, sulla scorta di quanto è accaduto ieri, prepariamoci a dover contendere lo spazio per muoverci alle cascate d’acqua che puntualmente ogni volta invadono vicoli, viottoli, strade e piazze, dalla periferia al centro, senza tregua nè possibilità di evitarle. E ciò, nonostante negli ultimi anni in tante parti del paese siano stati effettuati lavori che sarebbero dovuti servire proprio a raccogliere e convogliare le acque piovane per evitare allagamenti e fiumi di lava. Anzi, proprio in alcune delle strade sottoposte a questo “trattamento”, la situazione non appare affatto migliorata e neppure mitigata, rispetto a quando la discesa della “lava” era libera, ma i fenomeni atmosferici erano meno violenti e soprattutto meno frequenti. E allora, a cosa è servito seminare griglie ovunque, se gli effetti pratici dei temporali sono sempre gli stessi e i disagi per i cittadini pure?

Il fatto è che spesso le griglie non sono in grado di ricevere l’acqua piovana, perché sono sporche, piene di detriti e piccoli rifiuti, a causa della carente manutenzione e della mancanza di pulizie e disostruzioni periodiche. E altre volte capita che le pendenze delle strade siano sbagliate e convoglino l’acqua dovunque, tranne che nelle apposite “saittelle”. LAVORI NON FATTI O FATTI CON I PIEDI, insomma, sono all’origine delle conseguenze più fastidiose di fenomeni naturali che, è ormai cosa arcinota, sono sempre più estremi e diffusi. E meno male che c’è il mare a ricevere, alla fine del percorso, questa massa d’acqua piovana del tutto incontrollata e quello sfogo naturale continua ad essere l’unica soluzione efficace e funzionale, rispetto alle opere costata alla comunità fior di quattrini. Con risultato quasi pari a zero.

Ma a cosa servono le griglie stradali installate in questi anni a Ischia? Sono state piazzate qua e là tanto per far vedere che ce le abbiamo anche noi, come in tutti i paesi ben tenuti e organizzati, o ci si è preoccupati e ci si preoccupa che riescano a svolgere pure la funzione alla quale sarebbero destinate? Il dubbio è legittimo, alla luce del disastro che produce ogni temporale.

Ora, tralasciando per carità di patria le verifiche in corso d’opera o immediatamente posteriori all’effettuazione dei lavori, chi controlla adesso che gli impianti di raccolta delle acque meteoriche siano attivi ed efficienti? A QUANTO PARE NESSUNO SI PONE IL PROBLEMA E TANTO MENO SI FA CARICO DI TROVARE DELLE SOLUZIONI. MA I TECNICI DEL COMUNE SANNO IN CHE CONDIZIONI SI RIDUCE IL PAESE OGNI VOLTA CHE SCENDE PIU’ COPIOSAMENTE ACQUA DAL CIELO?

E ci si mettono pure i lavori di rifacimento totale (raro) o parziale (più frequente) del manto stradale a interferire con la ricettività delle “saittelle”. A Casalauro, per esempio, dove un mese fa è stato rimesso l’asfalto su un lato della strada, alzando il livello proprio lungo la linea delle griglie, l’acqua è convogliata al centro della carreggiata, per cui nelle griglie, molte delle quali erano già inutili prima, ci arriva appena qualche rivolo, mentre la grande cascata arriva dritta a valle, incontrandosi con la lava che scende da Cartaromana e formando una barriera limacciosa inguadabile. Così come in tutte le altre confluenze ai crocevia. Tante, troppe per un paese civile, moderno, bene organizzato.

Ma soprattutto per un paese dove abbiamo sempre cantieri aperti, lavori in corso, grandi progetti da realizzare, impianti da installare e finanziamenti milionari da spendere. Ma poi, ogni volta che piove, è emergenza fiumi, cascate e laghi. La dimostrazione più evidente del fallimento del sistema dei lavori “made in Ischia”.

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