Tra pochi mesi il centenario di Giorgio Buchner, ma a Ischia ancora nulla si muove

nestoreL’unica certezza riguarda una iniziativa che si sarebbe svolta comunque. Giunto al nono anno di vita, infatti, il Premio Giorgio Buchner è una realtà consolidata nell’ambito della programmazione annuale della Festa di Sant’Alessandro ed è già stabilito che si terrà regolarmente nella piazzetta del borgo, che ha annoverato il grande archeologo tra i suoi residenti più illustri. Per il resto, è ancora buio fitto sulla celebrazione del centenario della nascita dello scopritore di Pithecusa, che ricorrerà il prossimo 14 agosto. Dunque, tra appena quattro mesi e mezzo, che non sono molti, ma che potrebbero essere sufficienti ad organizzare qualcosa all’altezza dell’importanza dell’anniversario. Tanto più se ci si proiettasse oltre la metà di agosto, arrivando a saldare magari l’anno del centenario con quello del decimo dalla morte, che sarà il prossimo 2015. Due date che Ischia non può permettersi di trascurare o di passare sotto silenzio, come per adesso, però, sembra stia accadendo.

Sulla nostra isola si tende spesso e volentieri ad avere la memoria piuttosto corta, quando si tratta di rendere omaggio ai sui figli migliori. E non c’è dubbio alcuno che Giorgio Buchner lo è stato e che ancora continua ad illustrare il nome di Ischia attraverso l’eredità straordinaria che ha lasciato al mondo. Testimoniata dalle sue scoperte, il cui valore travalica di gran lunga i ristretti confini dello scoglio in cui sono avvenute, ma anche dalla carica innovativa del suo metodo di lavoro, che rappresenta un punto di riferimento ancora pienamente attuale per gli studiosi delle ultime generazioni. Eppure, quella figura che è legata indissolubilmente ad alcune delle pagine più significative scritte dall’archeologia nel secolo scorso, non è sufficientemente ricordata nella sua terra di elezione. Amata e scelta fin da piccolo, quando cominciò a sognare di poterne riportare alla luce la storia più antica, sepolta nei secoli dalle complesse vicende geologiche e dall’oblio degli uomini. Un amore viscerale e razionale insieme, che ha regalato all’isola un patrimonio storico-archeologico unico – che potrebbe essere anche uno dei motori di sviluppo del territorio, se fosse meno negletto – insieme ad uno dei musei più interessanti del Mediterraneo. Senza trascurare le preziose tracce che hanno permesso di ritrovare (finora) altri siti di enorme valore, come Punta Chiarito e il complesso religioso del VI secolo a.C. sulla collina di San Pietro, dove peraltro l’indagine archeologica non è ancora conclusa.

Al di là del nostro mare, il nome di Giorgio Buchner è stato ed è tenuto nella più alta considerazione da generazioni di studiosi in Italia e all’estero. Le sue scoperte, il suo lavoro, pur avendo interessato un territorio circoscritto, hanno avuto fin dall’inizio una forte proiezione internazionale e non (solo) per l’origine tedesca dell’autore nè per la fama scientifica del padre Paul, quanto piuttosto per le intense relazioni e collaborazioni da lui sempre coltivate all’estero, che accompagnarono tutto il percorso della scoperta di Pithecusa, ovvero della culla della Magna Grecia. Grazie alla quale poté essere recuperata e diffusa la conoscenza di un capitolo essenziale della storia e della cultura europee.

Ora, è possibile che proprio Ischia, l’isola tutta, lasci passare sotto silenzio il centenario della nascita di una tale personalità? Che ancora adesso non si abbia notizia non dico di uno straccio di programmazione (che in un paese normale si sarebbe dovuto predisporre con largo anticipo e ben altra tempestività), ma neanche che si stia organizzando qualcosa in quella direzione? Quattro mesi volano presto e il tempo rimasto per evitare una figura penosa all’intera comunità isolana è davvero esiguo. C’è da augurarsi che non lo si dilapidi ulteriormente, ma che lo si metta a frutto nel modo migliore possibile per non farsi trovare impreparati all’appuntamento del 14 agosto. Non sarebbe certo una novità, triste, per Ischia, incorrere in una clamorosa “dimenticanza”, ché è già accaduto con altri isolani illustri, compreso l’anno scorso con l’anniversario di Tommaso Cigliano passato in sordina. Ma per Giorgio Buchner un trattamento del genere sarebbe imperdonabile. Si riuscirà ad evitarlo?

 

 

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