Bella serata di teatro al Poli, ma dove finiscono gli ischitani il sabato sera?

IMG_3179

Foto Qui Ischia

E bravi gli “Imprevisti e probabilità”, che stasera al Poli hanno offerto una buona prova portando in scena la commedia “LA GAMBA DI SARAH BERNHARDT”, terzo spettacolo in concorso per il PREMIO AENARIA 2015. La piéce ha funzionato, è stata divertente, piacevole, fluida, grazie all’ottima regia e ad una recitazione all’altezza da parte di tutti gli interpreti. Per essere una compagnia amatoriale, di non professionisti, il livello qualitativo è stato alto e ha regalato una serata godibile dalla prima all’ultima battuta, come ha ben sottolineato al termine dell’atto unico il consenso manifestato dagli spettatori in sala. Che hanno dovuto raddoppiare il vigore del loro applauso per far notare meno le tante poltrone vuote e supplire con il loro calore alla scarsità delle presenze.

Già, al di là dell’esito e del valore delle singole performance, la costante di queste serate teatrali è la PARTECIPAZIONE STRIMINZITA DEGLI ISOLANI. Che non è proprio un bel modo di accogliere le compagnie ospiti, che arrivano da tutta l’Italia, e soprattutto un segnale preoccupante circa la vivacità culturale dell’isola. Tanto più alla luce dei grandi sforzi che anche quest’anno sono stati fatti dall’ASSOCIAZIONE AMICI DEL TEATRO per mettere insieme un cartellone di quantità e di sostanza che copre il periodo tra ottobre 2015 e maggio 2016. Per non parlare dell’impegno, anche economico, affrontato durante l’estate per i lavori di adeguamento e le migliorie apportati alla struttura di via Morgioni, il nuovo Poli sempre più simile ad un vero teatro del continente.

Nelle scorse settimane, i tanti posti rimasti vuoti sembravano aver trovato una spiegazione nella contemporaneità di appuntamenti di ogni genere, in varie parti dell’isola, e nella classica Napoli-Juve. Ma neppure stasera c’è stata un’affluenza degna dello spettacolo portato in scena, della rassegna legata al Premio Aenaria, dell’impegno profuso in questi anni per dotare Ischia di un teatro degno di questo nome, superando ostacoli e difficoltà in serie.

Peggio per chi non è venuto, dato che lo spettacolo è stato apprezzabile, verrebbe da commentare d’istinto. E su questo non ci sono dubbi. Ma anche peggio per l’isola, perché c’è ben poco di rassicurante nel notare – e non se ne può fare a meno – che su un’isola di 60mila abitanti, senza contare i turisti di questo periodo, il teatro ospita una media di una 50 di spettatori a serata! Un numero che non si spiega con nessuna festa, concerto, manifestazione mondana, gara sportiva, se non con una pigrizia intellettuale che non ha giustificazioni. E sulla quale si dovrebbe aprire una seria riflessione.

Con 12 COMPAGNIE TEATRALI attive sull’isola, possibile che i loro componenti non riescano ad assicurare una percentuale di presenze costante e proporzionata agli appuntamenti con le compagnie forestiere? Eppure, chi fa teatro dovrebbe esserne abbastanza appassionato dal sentire la voglia e la curiosità di seguire altri spettacoli, di confrontarsi anche per criticarle con altre esperienze, di aprirsi all’esterno, ché è sempre un prezioso arricchimento del proprio bagaglio culturale e umano.

E poi c’è il MONDO DELLA SCUOLA, sempre troppo lontano, distratto ed estraneo ai richiami e agli avvenimenti culturali che non senza fatica si coltivano e si organizzano sul territorio. Eppure, tra i compiti della scuola dovrebbe esserci anche quello di sviluppare la conoscenza di un fenomeno come il teatro, di incentivarne e supportarne concretamente la fruizione, anche fuori dall’edificio scuola, proprio seguendo realtà ed esperienze che arrivano da fuori e che arricchiscono e diversificano l’offerta locale. Come è auspicabile che i ragazzi abbiano la possibilità di seguire spettacoli teatrali in città, con le difficoltà obiettive di chi deve spostarsi dall’isola, è anche utile prendere il meglio di ciò che offre il cartellone  isolano, per prendere confidenza con il luogo fisico, con il linguaggio e con l’atmosfera particolare del teatro. La passione per il teatro e la cultura vanno coltivate e stimolate con continuità, non possono essere legate a occasioni episodiche e eccezionali. E la scuola può e deve svolgere un ruolo incisivo, essere tra i protagonisti della crescita culturale della comunità L’andare a teatro, con verifiche-riflessioni-discussioni in aula, dovrebbe essere favorito e sostenuto, anche attraverso i crediti formativi, come convegni e conferenze.

Latita anche l’INTELLIGHENZIA isolana. Chiusa  negli orticelli associativi, non di rado autoreferenziali, compartimenti stagni che non si mischiano con altre realtà e che così vanificano in parte gli sforzi e l’impegno profusi innegabilmente a favore della cultura. Che non può essere chiusa, esclusiva, incasellata, perché tutto questo è la sua negazione.

Alla fine, quelle poltrone (comode) vuote sono un peccato. Occasioni mancate, momenti e emozioni perduti. Cominciamo dalla prossima settimana a riempirle di più. Anche (meglio) se non ci sono in scena parenti, amici e conoscenti. Perchè da sabato prossimo non ci vediamo al Poli?

What Next?

Recent Articles