Ma perchè teniamo nascosto un percorso magnifico come la stradina di Sant’Anna?

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Anche in  questo periodo, in una giornata di sole, è una magnifica passeggiata, da consigliare assolutamente soprattutto ai turisti. Uno di quei luoghi di Ischia meno conosciuti, ma dai quali non si può fare a meno di rimanere stregati, quando si ha l’occasione di ammirarli. E la stradina che da Cartaromana scende verso la chiesetta di Sant’Anna è indubbiamente un percorso che non lascia indifferenti. Capace di catturare l’attenzione dal primo all’ultimo passo per i continui colpi d’occhio, gli scorci sorprendenti, la visione lontana del Castello che progressivamente si avvicina tra la vegetazione, fino a diventare padrona assoluta della scena con la baia di Sant’Anna, quando si arriva sul terrazzo panoramico antistante la chiesetta purtroppo disastrata. Eppure, quella strada non è neanche segnalata. Tanto che trovarla è praticamente impossibile per chi percorra via Cartaromana, a meno che non disponga di indicazioni estremamente precise.

Non è facile spiegare ai turisti come possono accedere alla stradina che scende verso un paradiso. Le indicazioni non possono che essere basate su alcuni riferimenti visivi lungo la strada che porta a Cartaromana: l’edificio rosa, le sculture di terracotta, è in quel punto che bisogna fermarsi e cercare la discesa. Meno male che è stato scelto di colorare quell’abitazione in modo che risalti sul contorno, ché se fosse stata bianca, la ricerca sarebbe stata ancora più complicata. Ma tant’è, l’ingresso della discesa è nascosto, come se conducesse ad un luogo segreto e misterioso. Che, evidentemente, si vuole lasciare anonimo e sconosciuto, anche se in questo modo non si favorisce in alcun modo la sua valorizzazione, che invece dovrebbe stare a cuore a tutti. Perché in una località turistica non può complicare così l’accesso ad uno dei percorsi più suggestivi, interessanti e pubblici, dunque, aperti a tutti.

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Fino a qualche anno fa, quando la discesa era in condizioni a dir poco impresentabili e notevolmente insidiosa per l’incolumità di chi vi si avventurava a suo rischio e pericolo, quell’anonimato poteva essere anche giustificato dall’esigenza di non fare brutta figura. Meglio evitare, insomma, che i forestieri la visitassero, perché sarebbe stato addirittura controproducente. Ma poi sono stati fatti dei lavori per sistemare il selciato e i gradoni e attualmente non si corre più il pericolo di rompersi l’osso del collo ad ogni passo. Anzi, la discesa è abbastanza decorosa, per la parte di cui è responsabile l’ente pubblico. Fatta eccezione per i tubi dell’acqua, che senza dubbio potrebbero essere sistemati meglio o per i lampioni, che in alcuni punti si presentano semidistrutti.

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Piuttosto, sono i fondi privati che costeggiano il percorso che non contribuiscono al decoro del posto. Le ferraglie, anche pericolose, di certe recinzioni fatiscenti dovrebbero essere sistemate e il Comune dovrebbe farne obbligo ai responsabili. Così come ci vorrebbe maggiore cura nell’evitare il deposito di rifiuti che finiscono sparsi sui gradoni, con un effetto

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davvero imbarazzante. Ma per fortuna la natura ci mette del suo per distrarre l’attenzione dalle brutture e regala una vegetazione lussureggiante lungo tutta la discesa, compresa una cascata fiorita dall’alto della volta del ponte sotto la strada. E poi gli scenari che si aprono sul Castello e sulla baia, ma mano che ci si avvicina alla meta compensano anche le storture incontrate strada facendo.

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Alla fine, non c’è davvero motivo per occultare la stradina verso il panorama di Sant’Anna. E’ tanto complicato trovare un modo per segnalarla adeguatamente sulla strada principale, in modo visibile per chi va a piedi o anche in autobus, che sono le modalità più frequenti con cui arrivano in zona i turisti? Qualche cartello si potrebbe anche mettere. Ce ne sono per il Museo del Termalismo “fantasma”, possibile che non si riesca per un ITINERARIO ASSOLUTAMENTE DA CONSIGLIARE? Che rivela angoli stupendi e uno dei panorami più emozionanti del Mediterraneo? Per quest’anno è andata (male) ma da qui alla prossima stagione turistica, la Città d’Ischia riuscirà a valorizzare il percorso di Cartaromana?

 

 

 

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