E’ ricominciato il tour autunno-inverno degli amministratori isolani alle fiere, ma per fare che?

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Si parte! – Foto Qui ischia

Da qualche anno si presentano puntualmente a mani vuote. Ma non se ne fanno un problema, come sarebbe logico e giusto, convinti forse che basti la presenza per attirare l’attenzione sulla destinazione che vanno a rappresentare e che proprio in quelle sedi dovrebbe poter combattere almeno ad armi pari con le concorrenti di ogni angolo del pianeta. E così anche quest’anno è cominciato il tour delle fiere turistiche degli amministratori isolani, che si ricordano solo in queste occasioni di governare delle località a vocazione turistica. Resipiscenza effimera, che dura appena il tempo dei soggiorni esteri, tra Londra, Berlino e Mosca, con l’aggiunta del viaggio canonico a Milano per la Bit. Tanto poi, tornati a casa, si ripiomba nell’ordinaria indifferenza verso tutto ciò che sul territorio potrebbero – e dovrebbero – fare per sostenere, rilanciare, favorire l’attività turistica. Fino all’autunno-inverno successivo, quando riprenderà il tour dopo l’ennesima stagione turistica senza novità sostanziali nella riqualificazione dell’offerta.

Sono davvero incomparabili, i nostri amministratori comunali. Nel senso che è difficile, se non arduo, il paragone della loro assenza sulle tematiche dell’accoglienza finanche con i colleghi dei paesi più sperduti e marginali rispetto al movimento turistico italiano e straniero. Eppure, ogni anno sentono inderogabile e irrinunciabile il richiamo delle fiere di settore, alle quali negli ultimi tempi partecipano sempre meno proprio i tour operator, convinti che il grosso della partita si giochi ormai in altri contesti. Ovviamente ignorati dai Sindaci e dagli assessori, che già hanno fatto uno sforzo sovrumano ad accorgersi delle grandi kermesse di borse e fiere e garantirvi la loro insostituibile presenza.

Peccato che a quegli appuntamenti non riescano a portare che loro stessi. D’altra parte, se sull’isola non producono nulla di nuovo e di utile per guadagnare fette di mercato, cosa dovrebbero raccontare di inedito e stimolante nelle missioni estere, se non vendere le solite ovvietà sull’isola e la sua ospitalità? Che cosa di rimarchevole è successo negli ultimi dodici mesi a Ischia che potrebbe giocare un ruolo determinante nel convincere altri turisti a visitarla? E cosa c’è in programma o in cantiere di tanto interessante e coinvolgente per indirizzare le scelte di chi andrà in vacanza nel 2016? A parte qualche cantiere per le fognature, che comunque non potranno funzionare chissà fino a quale anno, non sembrano concretizzarsi altri richiami irresistibili in aggiunta all’offerta già consolidata dell’Isola Verde. Tutto fermo sul fronte ambientale, nulla di nuovo su quello culturale, traffico incasinato come di prammatica, le solite carenze di servizi, inadeguatezze di gestione, magagne più o meno pesanti sul territorio. Tanta polvere, da tenere ben nascosta sotto il tappeto, almeno finché i turisti non se ne accorgono direttamente, una volta messo piede a terra. Anzi, prima, perché le dolenti note cominciano spesso sul porto di partenza in terraferma e proseguono durante il viaggio per, non sempre (eufemismo) all’altezza delle aspettative.

D’altra parte, neppure l’abitudine che hanno preso di frequentare le fiere è stata capace di convincere gli amministratori isolani a predisporre per tempo uno straccio di programmazione di manifestazioni ed eventi. Né a livello comunale, a parte qualche eccezione rarissima, né tanto meno – non sia mai - a livello isolano. E dire che già se si decidessero a questo grande passo, avrebbero da proporre qualcosa di fresco e di spendibile alle fiere. Ma niente, non ci sono arrivati manco quest’anno. Che poi è un altro anno perso, ma loro non se ne accorgono.

E alla fine non si può non chiedersi, ancora: ma che ci vanno a fare a ‘ste fiere? Quale contributo portano, se non hanno nulla di realistico da presentare, se non un po’ di aria fritta a buon mercato che non ha alcuna chance di incidere sulla promozione dell’isola? Che bisogno c’è di questa mobilitazione una tantum, se  finora non è servita neppure a farli rendere conto di ciò che si muove ovunque e a spingerli a uscire dall’immobilismo in cui si “ciaceano” senza alcuna utilità per l’industria turistica isolana, che ne trae solo continui svantaggi rispetto alla concorrenza? Ma è inutile anche farsi domande…I nostri amministratori sono dei convinti cultori della filosofia olimpica. Per loro, l’importante non è vincere, basta partecipare. Contenti loro…

 

 

 

 

 

 

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