La caserma nel Bosco della Maddalena, diffide dell’Assopini per il ripristino dell’ambiente

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Foto repertorio Qui ischia

Qualche anno fa, nel corso di un incontro pubblico alla Biblioteca Antoniana, l’allora dirigente della Sovrintendenza ai Beni Ambientali e Culturali ebbe a definirlo, senza mezzi termini, “un abuso di Stato”. In effetti, è davvero paradossale nella sua gravità la storia di una caserma della Forestale per la cui costruzione si impegna un terreno inedificabile, su cui grava una lunga serie di divieti e controindicazioni, dopo averlo disboscato abbattendo decine di pini di una pineta protetta. Eppure, è esattamente quello che è avvenuto  fin dagli anni Novanta nel Bosco della Maddalena, a Casamicciola. Una vicenda inquietante, sconcertante, finita da tempo nel mirino della magistratura, anche a seguito di varie denunce sporte da associazioni ambientaliste e cittadini. Tanto fondate da riuscire sì a bloccare la realizzazione dell’opera, assolutamente illegittima, ma senza che all’interruzione dei lavori abbiano mai fatto seguito gli indispensabili interventi di recupero dello stato dei luoghi, che lì equivale a sanare lo scempio ambientale che già si era consumato. Un’esigenza trascurata, se non addirittura ignorata da tutti gli enti pubblici che avrebbero dovuto farsene carico e che si sono comportati, invece, come se la cosa non li riguardasse. Almeno finora, perchè a richiamarli con forza alle loro responsabilità hanno pensato l’ASSOPINI, che si occupa della tutela delle pinete ischitane fin dal 1993 e che aveva già più volte denunciato l’abuso nel bosco, e un cittadino residente in prossimità del luogo dove il cemento ha arbitrariamente preso il posto dei pini.

Nei giorni scorsi,sono partiti da Ischia due atti stragiudiziali di diffida FINALIZZATI ALL’ADOZIONE DEI PROVVEDIMENTI SANZIONATORI PREVISTI DALL’ART. 167 DEL D.LGS. N. 42/04 IN RELAZIONE ALLE OPERE ABUSIVE REALIZZATE PER LA COSTRUZIONE DELLA CASERMA DELLA GUARDIA FORESTALE IN CASAMICCIOLA TERME, LOCALITÀ “BOSCO DELLA MADDALENA”.  Ne sono stati destinatari, rispettivamente, del primo il Dirigente dell’Ufficio Tecnico e il Sindaco del comune di Casamicciola Terme unitamente al Soprintendente ai Beni Ambientali per il Comune e la Provincia di Napoli, e del secondo il Ministro delle Infrastrutture e dei Trasporti, il Provveditore Interregionale per le Opere Pubbliche della Campania e del Molise e il Presidente della Giunta regionale della Campania.

 Entrambe le diffide, predisposte dall’avvocato BRUNO MOLINARO, ripercorrono puntualmente tutti gli avvenimenti e i passaggi burocratici che hanno segnato la lunga e complessa vicenda della caserma abusiva, dal primo atto del Comune di Casamicciola del 1986 ai più recenti sviluppi giudiziari, bene evidenziando i numerosi motivi che rendono l’opera, di cui era stata avviata la realizzazione, ILLEGITTIMA, come è stato espressamente ribadito al Provveditorato per le Opere Pubbliche dalla Soprintendenza ai Beni Ambientali  ancora nel 2009.

LA DIFFIDA AL COMUNE DI CASAMICCIOLA

Eppure, nonostante sia ormai pacifico che IN QUEL POSTO NON SI SAREBBE MAI DOVUTO NE’ TANTO MENO POTUTO SACRIFICARE IL BOSCO AL CEMENTO, negli ultimi anni, e nonostante le diffide già formalizzate, NULLA SI E’ MOSSO PER SANARE QUELLA FERITA. A cominciare dall’Ufficio Tecnico di Casamicciola,  che  ad oggi “non ha adottato alcun concreto provvedimento sanzionatorio” ne confronti dell’impresa realizzatrice dei lavori su suolo demaniale. Nè il Comune di Casamicciola ha mai provveduto ad ordinare alla medesima impresa il RIPRISTINO A SUE SPESE DELLO STATO DEI LUOGHI, benchè ciò sia tassativamente stabilito per legge. “Invero, è innegabile che la condotta omissiva dell’autorità comunale  che rileva anche sotto il profilo penale  – è scritto nella diffida -abbia provocato e continui a provocare ad un’area avente un particolare pregio paesistico – ambientale danni gravi ed irreparabili conseguenti alla mancata demolizione delle opere abusive che – di fatto – stanno determinando la irreversibile distruzione di una parte del “Bosco della Maddalena”, dichiarato “Parco Urbano” ai sensi della legge regionale n. 17 del 7 ottobre 2003 con apposita delibera del Consiglio Comunale di Casamicciola Terme, e ricadente, peraltro, anche in zona P.I. (Protezione Integrale) del vigente P.T.P.”.

A questo punto è necessario procedere al pieno recupero ambientale della zona abusivamente cementificata, abbattendo quanto già costruito e a seguire con la messa a dimora di nuovi alberi al posto dei pini abbattuti, tanto più che ulteriori omissioni comunali avrebbero risvolti penali. Di qui la diffida ai destinatari del Comune di Casamicciola ad ottemperare urgentemente ai loro obblighi. E, perdurando le loro omissioni, alla Soprintendenza competente, affinché provveda d’ufficio al ripristino dello stato dei luoghi attraverso un’azione del Prefetto.

 

 LA DIFFIDA AL MINISTERO TRASPORTI E INFRASTRUTTURE

Questo secondo provvedimento punta ad ottenere, da parte del Ministero dei Trasporti e delle Infrastrutture, d’intesa con il Presidente della Giunta regionale una ORDINANZA DI DEMOLIZIONE E RIPRISTINO DELLO STATO DEI LUOGHI NEL “BOSCO DELLA MADDALENA”. Insomma, il Ministero ha la possibilità di intervenire qualora il Comune non lo faccia e/o di sostenere l’azione di pieno recupero ambientale con fondi appropriati, di cui l’ente locale avrebbe magari difficoltà a disporre.

A conclusione di entrambi gli atti di diffida, si specifica che: “In caso di reiterato mancato esercizio del potere sanzionatorio da parte dell’Amministrazione statale  intimata, RISERVANO sin d’ORA OGNI AZIONE, anche risarcitoria, innanzi alle competenti autorità giudiziarie”.

In sostanza, trascorsi trenta giorni dalla notifica delle diffide, qualora le amministrazioni coinvolte non diano corso agli interventi sollecitati in pineta o non giustifichino ulteriori ritardi, scatterebbero nei loro confronti delle denunce per omissione di atti d’ufficio e sarebbe proposto ricorso al Tar per la nomina di un commissario “ad acta” con pieni poteri sostitutivi rispetto alle stesse amministrazioni inadempienti.

Dunque, nei prossimi 30 giorni sapremo se gli enti chiamati ad attivarsi, a cominciare dal Comune di Casamicciola, lo faranno o se, ancora una volta, sceglieranno di non agire. Come se lo scempio nel Bosco della Maddalena non sia una triste, vergognosa realtà.

 

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