
Foto Qui Ischia
Di questi tempi, fino a qualche anno fa, nella casa affacciata sull’orizzonte fervevano i preparativi. La magia del Natale non era uno slogan vuoto né un’espressione formale, ma una condizione reale, che accompagnava la quotidianità del periodo dell’attesa. Durante il quale la famiglia, allargata agli operatori sempre presenti e a qualche volontario, si dava da fare per organizzare il Natale. Momento da condividere con i parenti e i tanti amici incontrati e coltivati nel corso del tempo. Che non sarebbero mai mancati a quegli appuntamenti speciali, preparati con una grande cura, per settimane, e con un amore contagioso. Così, negli anni, il pranzo di Natale a Villa Orizzonte era diventato una di quelle occasioni che danno un senso alla parola comunità. E il Presepe Vivente, allestito per tante edizioni, tra Barano e Ischia Ponte, era sempre occasione d’incontro, di condivisione e di solidarietà. Momenti intensi e corali che si rinnovavano di anno in anno, con sempre nuovo entusiasmo e con emozioni vere e profonde, mai per routine. Chi avrebbe mai potuto immaginare allora che a quel Natale sarebbe stato inferto un colpo mortale? E, con esso, all’intera e complessa realtà da cui prendeva vita?
Nessuno poteva immaginare ciò che sembrava impossibile, eppure è accaduto. E in modo tanto repentino e radicale da fare terra bruciata di quelle esperienze. Senza che gli artefici di questo scempio si siano neanche posti il problema delle conseguenze della loro foga distruttiva. E così allo stravolgimento della quotidianità si è aggiunta anche la cancellazione delle consuetudini natalizie della famiglia. Smembrata e annichilita, privata di certezze e punti di riferimento. E di una vera casa, sostituita da tante sistemazioni temporanee senza identità né prospettiva.
Per questo, già il Natale scorso era stato pieno di rinunce, per gli ex abitanti di Villa Orizzonte. Nella collocazione impropria di Casamicciola non c’erano i requisiti necessari per nulla, compreso un Natale come quello che erano abituati a organizzare a Barano. Niente spazio per il pranzo con gli amici ospiti. E neppure la cucina per preparare tutti insieme i pasti, come si fa – si deve fare – in una vera casa. Era stato un Natale diverso, che già si connotava per le privazioni e le sottrazioni rispetto a ciò che era stato prima. E senza che potesse comprendersi né tanto meno giustificarsi il motivo di quella punizione, di tanto accanimento verso dieci persone già fin troppo provate dalle durezze della vita e dai colpi dell’ingiustizia.
Ma non era neppure finita. Anzi, da lì era cominciata un’altra storia, che in questi ultimi mesi ha ulteriormente privato e provato gli ex di Villa Orizzonte, ormai con i pacchi delle loro cose sempre pronti nell’eventualità di dover cambiare l’ennesima sistemazione, erranti e sempre più senza radici tra residence e pensioni, fino al prossimo trasferimento. Per i più “fortunati”, ancora a Ischia, ancora insieme, seppur in numero sempre più esiguo. Per chi non ce l’ha fatta a resistere a questo tourbillon, invece, si sono spalancate di nuovo le porte di strutture sanitarie lontane, affrontate in solitudine. E qualcuno non ha retto, si è dovuto arrendere.
Ne sono rimasti cinque a Ischia, dei componenti della famiglia di Villa Orizzonte. Figli di nessuno, visto che non si sa neppure chi, a livello burocratico, sia responsabile di loro e per loro. Di certo, l’attuale commissario dell’Asl ha scritto nero su bianco in una delibera “CHE CONTINUANO A PERSISTERE PERCORSI ASSISTENZIALI CONFUSI E DISCUTIBILI” e che “IL PERDURARE DI TALE COMPLESSA CONDIZIONE SI E’ RESO PALESE ANCHE CON LA CHIUSURA DELLA SIR DI CASAMICCIOLA (ISCHIA)”. E’ il riconoscimento dello scempio e delle devastazioni che continua a seminare. Compreso un altro Natale senza una casa, senza certezze, senza un futuro chiaro nè tanto meno rassicurante.
Con la nuova settimana, dovrebbe iniziare anche il lavoro della COMMISSIONE che, con la delibera citata, il commissario Asl D’AMORE ha appena costituito per rimettere in piedi il Dipartimento di Salute Mentale aziendale ridotto ai minimi termini dalla gestione Ferraro-Iovino. Visto che la storia della Sir isolana è stata portata come esempio negativo di scelte e omissioni delle precedenti gestioni, c’è da auspicare che i commissari, che sono professionisti esterni ed esperti, comincino ad invertire la rotta proprio partendo da Ischia. Dove ci sono tante macerie da raccogliere, servizi da riorganizzare, una rete assistenziale da ricostruire. E una SIR DA RIATTIVARE. Che sono i presupposti minimi per partire con il piede giusto nel nuovo anno che si avvicina.
Intanto, neppure questo prossimo sarà un Natale normale e sereno per i “pulcini sperduti” reduci da Villa Orizzonte. Speriamo che sia l’ultimo sacrificio richiesto prima della restituzione di quanto VERGOGNOSAMENTE è stato loro sottratto nell’ultimo anno e mezzo. Sarebbe il più bel regalo. Doveroso, oltre che necessario. Intanto, la comunità isolana continui ad essere vicina a quei suoi figli e a alzare forte la voce a tutela dei loro diritti di umanità e di cittadinanza.