Per tanti anni sono stati loro a organizzare, preparare e accogliere in occasione delle principali festività dell’anno. Prima fra tutte il Natale, quando spalancavano le porte per il classico pranzo e per lo scambio di auguri. Andava così, finchè hanno avuto una casa. Fino a quel giorno funesto di luglio in cui da Villa Orizzonte partì prima il furgone con i materassi e dietro loro, i dieci residenti, portati fuori con la scusa di una passeggiata verso un futuro che sarebbe stato una condanna. E da allora, un anno e mezzo fa, non ce l’hanno più avuta una casa. E neppure un Natale come lo conoscevano, come erano abituati a festeggiarlo, in semplicità ma con gioia e serenità. E quella casa ancora non c’è. E non ci sono né lo spazio né a serenità per organizzare la festa di Natale di una volta. Ma lo spazio per l’abbraccio del Vescovo (a cui li aveva abituati Padre Filippo Strofaldi) e degli amici e per uno scambio affettuoso di auguri c’è stato lo stesso, poche ore fa, per i residenti della “c’era una volta Sir”, come l’ha felicemente definita Padre Pietro Lagnese, e gli utenti di quel che resta della Salute Mentale isolana, accompagnati dagli operatori loro angeli custodi.
Era stato del Vescovo Lagnese a manifestare la volontà di celebrare una Messa in memoria di Giovan Giuseppe, uno dei residenti Sir recentemente scomparso a Napoli. E quando è stata fissata la data per la celebrazione, il Comitato di Cittadinanzattiva ha deciso di fare il punto delle iniziative adottate in quest’anno, per ottenere il ripristino dei servizi della Salute Mentale negati, a cominciare dalla Sir. E poi, data la presenza di utenti e operatori alla Messa per Giovan Giuseppe, che ha lasciato un bel ricordo con il dolore per la sua perdita nella famiglia della Sir, è venuto da sé concludere l’incontro con una festicciola natalizia nell’Episcopio, che negli anni sereni aveva ospitato alcune edizioni del Presepe Vivente di Villa Orizzonte.
Ieri, il COMITATO DI CITTADINANZATTIVA ha provveduto a protocollare presso tutti i Comuni e la sede dell’Asl una richiesta a organizzare una CONFERENZA DEI SERVIZI SUI SERVIZI DELLA SALUTE MENTALE DELLE ISOLE. “Sappiamo che non siamo un soggetto abilitato a promuovere la conferenza – ha precisato l’avvocato LUCIANA ZABATTA alla conferenza stampa – ma la nostra è appunto una sollecitazione alle istituzioni preposte, affinché avviino un tavolo di confronto al quale vorremmo offrire la nostra collaborazione per trovare una soluzione ai problemi, come abbiamo cercato di fare un anno fa con la ricerca di una sede alternativa per la Sir, con buoni risultati che l’Asl non prese in considerazione”. L’avvocato ha anche ricordato il ricorso, presentato dal Comune d’Ischia e supportato dal Comitato contro la delibera dell’Asl che ha cancellato la Sir a Ischia, perchè fu adottata senza aver consultato i Comuni, come prevedono le norme. Presente all’incontro in Episcopio, il vicesindaco d’Ischia ENZO FERRANDINO ha assicurato che si farà “parte diligente” presso le altre istituzioni interessate per dare corso alla richiesta della conferenza dei servizi.
Intanto, la realtà quotidiana degli utenti della Salute Mentale ridotta in macerie resta in emergenza. Una situazione di carenza di riferimenti, di disagio e solitudine per pazienti e famiglie che ha ben messo in evidenza ANTONIETTA MANZI, ricordando che il Comitato continuerà a svolgere un ruolo di sprone e di supporto per uscire da questa condizione. Che s’inquadra, come ha sottolineato il presidente del Comitato SALVATORE CENATIEMPO, in “un clamoroso deterioramento del sistema sanitario a Ischia, dove ben nove servizi territoriali sono in crisi. “CHIEDIAMO ai Sindaci – ha detto Cenatiempo – di farsi carico in modo forte e unitario del problema, alle AMMINISTRAZIONI DI FARE UN’AZIONE FORTE NEI CONFRONTI DELL’ASL”.
Il VESCOVO PIETRO ha ribadito il suo “SOSTEGNO AL COMITATO, che in un clima di grande indifferenza, è stato l’unica voce forte che si è alzata in difesa dei nostri fratelli”. E il presule, dal canto suo, ha dato voce a ciò che tutti quelli che hanno conosciuto Giovan Giuseppe e la sua storia pensano: “Non sappiamo se in condizioni diverse avrebbe potuto vivere di più, ma non è stato bello né dignitoso farlo morire così. Questo ci deve inquietare e deve mettere in tutti noi una voglia profonda di riscatto”. Nel ricordare che “Dio è dalla parte dei poveri e degli ultimi”, ha aggiunto: “TUTTI NOI DOBBIAMO FARE FINO IN FONDO LA NOSTRA PARTE. DOBBIAMO FARE DI PIU’ TUTTI”. Altre parole, forti e toccanti, ha speso poi nell’omelia: “Ci sono state TANTE INADEMPIENZE IN QUESTA STORIA DELLA SIR, auguriamoci che non si ripetano. Dobbiamo fare tutti la nostra parte, a cominciare da chi è pagato per prendersi cura di queste persone”.
A sintetizzare lucidamente e nel modo più efficace la sofferenza di questi mesi è stata, e non è la prima volta, ELENA. “Stavamo a Villa Orizzonte, poi a Casamicciola, poi accà allà allà allà…Non ce la faccio più, mi hanno levato la casa, mi hanno levato tutto. Sono una cristiana, ho sofferto tanto in passato e questi ti mandano allà, allà, allà…Voglio stà calma, tranquilla e serena. Non ce la faccio più”. E c’è chi, come Giovan Giuseppe, non ha resistito a tutto questo nuovo, improvviso dolore.
Per fortuna, almeno per qualche ora, gli utenti della Sir, delle altre case famiglia e del Centro diurno hanno ritrovato un briciolo di quella tranquillità perduta. Abbracciati con affetto dal Vescovo, dai componenti del Comitato e dagli amici di sempre, che non li hanno certo abbandonati nei momenti della difficoltà. E che sono decisi a continuare una battaglia di giustizia, per il rispetto del diritto alla salute. Perchè questo sia l’ultimo Natale senza casa e radici per i residenti della “c’eraunavolta Villa Orizzonte”.