Foto Qui Ischia
Il “regno di nessuno” deve essersi esteso anche a terra. Quanto meno lì dove fervono i lavori con l’indelebile marchio del “made in Ischia”. Fervono nel senso che si moltiplicano scavi e sventramenti, mentre le ricostruzioni vanno per le lunghe, aggravando le criticità e i disagi per la cittadinanza, in qualunque modo tenti di muoversi su un territorio trasformato in un caotico e disorganizzatissimo cantiere. Dove non si garantiscono neppure condizioni minime di sicurezza per gli utenti della strada. Ai quali, in certi tratti, non resta che muoversi ormai che con il tappeto volante di Aladino, da richiedere magari come regalo di Natale.
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C’è il caso dei lavori a CARTAROMANA. Il paradigma di tutte le carenze e le inadeguatezze comuni agli interventi del “made in Ischia”. Sono due settimane che si lavora sul marciapiede, sventrato lungo tutto il percorso tra via Sogliuzzo e via Giovan Battista Vico. Non solo un restyling, visto che si sta interrando – anche se il termine è impegnativo, considerata la profondità di pochi centimetri del canale – un tubo che, a occhio, potrebbe riguardare il rifacimento dell’illuminazione stradale. Che sarebbe un’ottima cosa, intendiamoci, visto che i pali attuali sono corrosi dalla ruggine dalla base al lampione.
Ma quanto ci vorrà per portare a compimento l’opera se continuano a lavorarci 2, dico 2, soli operai?
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E nel caso specifico i tempi dell’intervento non sono un dettaglio, un fattore ininfluente. Perchè con un lato della strada completamente impraticabile e con la presenza, con gli addetti, della grossa macchina che impasta il cemento, c’è un obiettivo restringimento della carreggiata, che già non è larghissima. E con una fila quasi ininterrotta di autoveicoli in sosta sull’altro lato, il doppio senso di circolazione diventa un’impresa impossibile, con conseguente formarsi di intoppi, ingorghi, rallentamenti. Per non parlare delle difficoltà e dei rischi altissimi che corrono i pedoni, costretti a camminare in mezzo alla strada, comprese mamme con bambini e carrozzine, che non sono affatto rare e che devono munirsi di una dose maxi di coraggio per affrontare quel percorso altamente pericoloso.
Ma nessuno si preoccupa di garantire un minimo di sorveglianza su quell’arteria supertrafficata per evitare la sosta di veicoli sul lato “buono” e dunque per consentire il movimento in (quasi) sicurezza dei pedoni e una circolazione regolare e più fluida. Così come nessuno si è occupato e preoccupato che in quel cantiere “strategico” si lavorasse con un numero di operai e con modalità in grado di ridurre i tempi del cantiere, che proprio per le caratteristiche della strada, la sua importanza e il flusso veicolare che deve sostenere, non può essere fruibile a metà fino alle calende greche. Ma chi programma i lavori, chi li segue, chi si fa carico di uno straccio di organizzazione per armonizzare lo svolgimento dei lavori con la vita quotidiana della “città”? Di fronte all’evidenza, l’unica risposta è: NESSUNO. D’altra parte, se ci fosse invece qualcuno, bisognerebbe chiedergli conto di risultati così pessimi.
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Ovviamente, in queste situazioni critiche continua a non incontrarsi neppure l’ombra dei controllori del traffico, ovvero i VIGILI URBANI, che a Ischia di sicuro non si trovano mai dove la loro presenza e opera sarebbero più utili e indispensabili. Da loro solo una toccata e fuga, all’entrata e uscita degli scolari dalla “Buonocore”. Poi, in tutto il resto della giornata, quello che capita, non è cosa loro.
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E a proposito dei lavori a Cartaromana, abbattuti gli eucalipti secchi, che senso ha tenere in piedi gli altri, dopo aver tagliato tutte le radici e dopo aver perfino “affettato” il tronco di una pianta ancora vitalissima? Adesso ci manca solo di cementare tutto intorno al tronco, senza lasciare un millimetro di terra, e seccheranno anche gli altri esemplari. Ma chi si occupa del verde pubblico e della sua tutela, anche nell’interesse dell’incolumità di chi transita a piedi o in auto? NESSUNO, ovviamente. FACITE AMMUINA, E’ L’UNICA REGOLA. Il “made in Ischia” non si smentisce mai…