La tradizione negata, saltato il mercato del pesce della vigilia in piazza San Gaetano

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Foto Qui Ischia

L’appuntamento era inserito anche nel programma ufficiale del Natale foriano, che aveva recepito quell’antica tradizione della vigilia di Natale, una delle più caratteristiche e radicate nel Comune del Torrione, prevedendo anche un’esibizione della banda “Giovanni Paolo XXIII Insieme per la Musica”, oltre all’immancabile pasta e fagioli e bruschetta innaffiate da vino locale.  Ma ieri mattina grande è stata la delusione di quelli (tanti) che, a partire dalle sei, si sono presentati in PIAZZA SAN GAETANO, sicuri di trovarvi il tipico “Assise’ e pisce”, ovvero il mercato del pesce che da sempre si svolge il 24 dicembre nel largo di fianco all’antica Chiesa dei pescatori e della gente di mare. La piazza era vuota, nessuna traccia né dei venditori né del pescato freschissimo destinato al cenone serale. Una brutta sorpresa per tutti, trasformatasi in disappunto, per usare un eufemismo, quando si è capito che a negare quel primo momento di festa erano stati motivi puramente burocratici. Il mercato del pesce, per la prima volta da epoca immemorabile, non aveva le “carte a posto”, come si suol dire. A mancare sarebbero state le autorizzazioni della Capitaneria.

Ovviamente, la novità non è piaciuta ai cittadini, ma ancor meno ai pescatori, che peraltro sull’isola, invece di essere sostenuti e incentivati a non abbandonare un’attività ormai già ridotta al minimo, continuano a incontrare ostacoli e ad essere marginalizzati, nonostante chiacchiere e progetti che a tutto servono meno che allo sviluppo sostenibile della pesca. Ci sono state proteste, anche molto vivaci, ma non c’è stato niente da fare: in piazza San Gaetano non si è potuto esporre nè vendere manco un “guarracino”. Per la vendita dell’alimento principale della tavola della vigilia ci si è dovuti trasferire lì dove avviene la vendita del pesce nel resto dell’anno, altra “location” oggetto di proteste e contestazioni a iosa nel recente passato. Ma tant’è, ormai la festa era andata di traverso a tutti e qualunque soluzione alternativa non avrebbe cambiato l’umor nero della piazza.

Ma qualche domanda è d’obbligo. Innanzitutto, se si inserisce una manifestazione, tra l’altro centenaria, in un programma ufficiale, non bisognerebbe assicurarsi e premurarsi di ottenere tutti i permessi eventualmente necessari? E per quale motivo quest’anno non si è autorizzato un appuntamento tradizionale (dunque fisso in quella data e prevedibile) e molto seguito e apprezzato dalla cittadinanza? Che cosa è cambiato dagli anni passati? Speriamo, almeno, che la lezione sia stata recepita “da chi di dovere” e che il brutto disguido di quest’anno non si ripeta…

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