Altro che nuovi turni europei, al “Rizzoli” il personale non basta neppure per i vecchi!

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Foto Qui Ischia

Gli isolani fanno come se non fosse cosa loro. Salvo i casi in cui sono coinvolti direttamente o lo sono i loro cari. E negli ultimi anni, questo mix di disinteresse, passività, rassegnazione è stato ancora più evidente che in passato, quando  gli ischitani non mancarono anche di essere protagonisti di iniziative forti e perfino proteste di massa in difesa del loro ospedale minacciato di chiusura. Per fortuna, quel pericolo è ormai definitivamente scongiurato, ma dopo aver vissuto una fase di forte rilancio all’inizio del nuovo millennio, da qualche anno si è di  nuovo invertita la tendenza, con una accentuazione delle criticità legate alle inadeguatezze strutturali figlie del mancato ampliamento e di una ristrutturazione tutt’altro che esemplare. Senza trascurare le carenze di personale che si sono cronicizzate e che continuano a influire pesantemente sulla quotidianità del “Rizzoli”, complici pure gli aspetti dell’insularità, particolarmente condizionanti data la stragrande maggioranza di pendolari con la terraferma che si registra tra gli operatori in tutti i ruoli. E se in tutta l’Italia l’applicazione della legge sui tempi di lavoro del personale sanitario è ancora difficoltosa, a Ischia per come stanno le cose appare addirittura un miraggio.

Già, nel suo secondo mese di piena vigenza, la legge 161 continua ad essere assolutamente improponibile al “Rizzoli”. Dove i turni, con una piena assunzione di responsabilità del nuovo commissario che ha dovuto prendere atto della realtà, sono rimasti gioco forza quelli di prima, perché sarebbe impensabile qualunque adeguamento alle norme attuali con il personale che è a disposizione. PERSONALE CHE  NON E’ NEPPURE SUFFICIENTE A COPRIRE I TURNI NELLA VECCHI VERSIONE, dichiarata fuorilegge dall’Unione europea.

Il caso esemplare in negativo è quello dei reparti di CHIRURGIA e ORTOPEDIA, che come è noto hanno in comune spazi e posti letto, un’altra assurdità del “Rizzoli” incompiuto. Da diversi giorni ormai, dei 18 degenti della Chirurgia-Ortopedia si prendono cura nei due turni giornalieri SOLO DUE INFERMIERI INVECE DEI TRE  CHE SAREBBERO NECESSARI COME DOTAZIONE MINIMA. Pare che vi sia qualche unità in ferie, ma questo non giustifica un’équipe così ridotta, al limite dell’insostenibilità. Tanto più che già con tre componenti a turno, come si sta verificando da circa un anno, si tratta di un organico ancora più sottodimensionato che negli altri reparti, dove invece le squadre di lavoro sono composte da 4 infermieri. Il risultato è un carico di lavoro davvero straordinario, soprattutto se si pensa che il turno “notturno” continua a durare 16 ore consecutive e che due persone soltanto debbono seguire ben 18 pazienti chirurgici e ortopedici, spesso reduci da interventi e che perciò necessitano di molta assistenza. Una situazione limite di cui si dovrebbero tener presenti, per evitarli, gli altissimi rischi. E dire che la rimodulazione dei turni è stata decisa a livello europeo proprio per garantire prestazioni di qualità e condizioni di maggiore sicurezza per gli operatori e i pazienti…

Finora, la 161 non ha influito affatto in positivo come dovrebbe sui carichi di lavoro del personale sanitario con le diverse qualifiche impegnato presso l’ospedale isolano. L’unico effetto che è scattato quasi subito consiste negli STRAORDINARI “FANTASMA”. Perchè anche se non si dovrebbe, al “Rizzoli”, sempre a causa della forte carenza di personale, gli straordinari si fanno ancora e sono del resto irrinunciabili. Solo che poi, a differenza di prima, nessuno se ne prende la responsabilità, visto che la legge disattesa prevede pesanti sanzioni a carico dei dirigenti che ne ignorino le prescrizioni e i vincoli nella gestione del personale. Perciò gli straordinari resistono, ma non essendo riconosciuti, in qualche modo ufficializzati, finiscono a volte per  non essere pagati. Con il risultato che al danno di lavorare tale e quale a prima si aggiunge la beffa che lo si fa in parte pure gratis. Della serie: di male in peggio.

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