Salute mentale, a metà del percorso della commissione Asl ancora nessun segnale

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Foto Qui Ischia

L’unica nota positiva recente è arrivata dal mondo della scuola. Nello specifico, dall’interessante iniziativa dell’ISTITUTO COMPRENSIVO DI BARANO che, nell’ambito del progetto per  lo sviluppo della cittadinanza attiva  “Viaggi e Viaggiatori”, ha organizzato degli incontri anche con alcuni degli ormai ex residenti della Sir Villa Orizzonte. E così Elena & co. hanno potuto parlare e comunicare la loro, le loro esperienze di vita. Con la semplicità, immediatezza, forza con cui riescono a sintetizzare le loro vicende personali, anche le più dolorose e laceranti. Tra le quali ormai rientra a pieno titolo lo sradicamento dalla loro casa baranese e le vicissitudini che ne sono seguite e che rappresentano una vergogna senza fine per i centri di potere che, a vario livello e con diverse responsabilità, le hanno consentite, pianificate, avallate. Una pagina nera della sanità isolana e regionale che è ancora apertissima, visto che tutto è fermo da mesi alle macerie prodotte e lasciate dal binomio Ferraro-Iovino dal luglio 2014 all’ottobre 2015. Macerie su cui è calato anche sull’isola un silenzio incomprensibile e imbarazzante. Con il progressivo calo di attenzione da parte della società civile, che pure si era mobilitata nell’immediatezza della chiusura di Villa Orizzonte. Anche se nulla autorizza nè tanto meno giustifica questa nuova indifferenza, visto che i problemi, le carenze, le inadeguatezze della Salute mentale a Ischia sono rimasti invariati e gravissimi.

Quelli che restano della FAMIGLIA DISGREGATA DI VILLA ORIZZONTE sono ancora dei “pulicini sperduti”, secondo l’eloquente definizione della stessa Elena. Se in questi mesi, dopo lo sfollamento da Villa Stefania, hanno continuato ad avere un alloggio sicuro, un’assistenza ancora adeguata alle loro specifiche esigenze, è solo perché la cooperativa che li segue dall’apertura della Sir se ne è fatta carico. Se fosse stato per l’Asl, se ne sarebbero dovuti andare non si sa dove, non avendo la possibilità di un reinserimento in famiglia. E questo sarebbe stato un esito inqualificabile, che per fortuna è stato evitato. Non certo per merito di chi aveva e ancora dovrebbe avere la piena responsabilità di persone che non possono essere abbandonate a loro stesse.

Ma la vicenda della Sir è stata fin dall’inizio solo la punta dell’iceberg. E infatti è l’intero sistema dell’assistenza psichiatrica a Ischia che è stato smantellato e che è ancora ko. Anche se non se ne parla quasi più. Ma lo sanno bene gli utenti del CENTRO DIURNO, privari di gran parte delle attività che negli anni avevano qualificato l’attività di quel servizio sul territorio. Dopo gli ultimi tagli fatti dalla commissaria Iovino, non ci sono più fondi per nessuno dei laboratori funzionanti fino a poco tempo fa. C’è rimasto il Giardino dell’Amicizia con gli orti. Dove c’è anche la possibilità di consumare il pranzo in modo civile. Mentre non è ancora così per gli altri utenti del Centro, che ancora prendono i pasti nel parcheggio di Villa Romana. L’indecenza continua!

E i tagli hanno colpito anche i LIVELLI DI ASSISTENZA NELLE ALTRE CASE FAMIGLIA, quelle sopravvissute alla falcidie decisa a Monteruscello. Che ha ridotto il personale, assegnando gli operatori sanitari in esubero agli ospedali aziendali, anche in terraferma e prevedendo per le residenze isolane la presenza di un solo operatore e soltanto di giorno. Una strada impraticabile in concreto, per i rischi evidenti che avrebbe comportato, per cui  sempre non grazie all’Asl, ma al senso di responsabilità della cooperativa e degli addetti ai lavori, si continua a garantire una presenza h24 nelle strutture, seppure a ranghi ridottissimi rispetto a prima, con un operatore a turno, coadiuvato dagli animatori. Che devono fare anch’essi i conti con le risorse ridotte all’osso, che non rendono più possibili le uscite per gite o anche per una semplice pizza, come invece era prima.

E’ già passato un mese e mezzo dall’insediamento a Monteruscello della Commissione di esperti incaricati dal commissario D’Amore di riorganizzare il Dipartimento di Salute mentale della Na2 Nord, segnalando nella corrispondente delibera la chiusura della Sir di Ischia come un caso emblematico della situazione su cui intervenire. Il tempo assegnato ai commissari è di tre mesi, che per la metà è già trascorso. Eppure, finora, non c’è stato neppure un sopralluogo a Ischia, per rendersi conto de visu dello stato in cui versano i servizi psichiatrici. Restano sei settimane per correggere il disastro compiuto da Ferraro-Iovino. Ed è auspicabile che si cominci a vedere quanto prima qualche segno dell’esistenza in vita della commissione. Che a Monteruscello battano un colpo, stavolta non per seminare altre macerie, ma per ricostruire almeno ciò che è necessario e imprescindibile in un paese civile nel 2016. A quando i primi correttivi?

25 gennaio 2016

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