I lavori a Cartaromana, ormai basta anche un furgone per bloccare il traffico e creare l’ingorgo

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Foto Qui Ischia

Non ci voleva un professore del Politecnico per immaginarlo. Sarebbe bastato farsi un giro e osservare la situazione sul posto, per rendersi conto degli effetti inevitabili che il rifacimento dello spazio pedonale avrebbe avuto sui flussi di traffico in via Nuova Cartaromana. Un’arteria molto frequentata, a tratti decisamente caotica, che per le sue caratteristiche non si può considerare un vialone cittadino (per fortuna). Anche se si pretende di utilizzarlo come tale, con il doppio senso di marcia e la corsia per le auto parcheggiate. Tutto al millimetro, tanto che basta il passaggio di un veicolo di dimensioni maggiori di un’utilitaria per mandare il traffico in tilt e provocare blocchi e strozzature. Che adesso non potranno neppure più essere superati sfruttando proprio lo spazio che dovrebbe essere riservato ai pedoni, peraltro anch’esso ridotto al minimo, come larghezza.

La principale novità dei marciapiedi rinnovati consiste nell’innalzamento del loro livello, a cominciare dalle pietre del bordo, che sono state collocate qualche centimetro più su di prima. Tanto quanto basta a rendere più complicata, se non proibitiva per il rischio di danni, la manovra di disimpegno che erano soliti compiere i conducenti dei veicoli in transito in caso di ingorgo. Non che si trattasse di una cosa positiva, intendiamoci, invadere lo spazio pedonale. Anzi. Ma si era costretti a fare di necessità virtù, compresi gli autobus quando restavano imbottigliati lungo la strada trasformata in un imbuto rumoroso e ingovernabile.

Una condizione che ora si è fatta ancora più frequente e con l’aggravante che quando si crea l’ingorgo, anche per il passaggio di un semplice furgone di medie dimensioni in contemporanea con un’auto sull’altra corsia, disincagliarsi è diventata un’impresa. Che renderà sempre più complicato anche il passaggio dei “Pollicini” delle linee Eav che servono e seguono quel percorso. E cosa accadrà nei prossimi mesi, quando il traffico si normalizzerà anche a monte, a Cartaromana e in via Giovan Battista Vico, dove ora per i lavori in corso il traffico è ridimensionato? Possibile che nessuno ci abbia pensato, quando è stato dato il via libera all’innalzamento del marciapiede in occasione del restyling ancora in corso? E come si pensa di evitare che su quella strada il traffico si paralizzi di continuo?

Non ci voleva uno scienziato per capire che la situazione traffico si sarebbe complicata parecchio dopo questi lavori. Sarebbe bastato soffermarsi un po’ su quella strada, per verificarne la realtà, cosa che converrebbe fare anche ora, per rendersi conto di ciò che si scatena quotidianamente a Cartaromana. Ma perchè, a Ischia, i lavori pubblici finiscono per fare più guai dei benefici che dovrebbero comportare? E l’interrogativo è – tristemente – sempre lo stesso: chi controlla, verifica, approfondisce la situazione prima, durante e dopo interventi perlopiù discutibili, se non nelle finalità, di sicuro molto spesso per le modalità utilizzate a realizzarli? Un altro “imprimatur” del “made in Ischia”. L’elenco continua ad allungarsi…

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