Tra gli anniversari storici che dovrebbero celebrarsi nel 2014, almeno questo non è caduto nel dimenticatoio. Cosa ancora più rimarchevole, considerando l’importanza dell’evento in sè e il suo stretto legame con alcuni dei riti che più caratterizzano il periodo di Pasqua sulla nostra isola. E, non a caso, è stato proprio all’inizio della Settimana Santa, lunedì sera, che Forio ha ospitato la presentazione di un pregevole volumetto su “L’Arciconfraternita Santa Maria Visitapoveri a Forio – Quattro secoli di storia”, firmato dal professor Agostino Di Lustro, che ha così aggiunto un nuovo tassello alla sua paziente, puntuale e solidamente documentata opera di ricostruzione delle vicende storiche delle confraternite isolane. A sua volta inserita nel più ampio lavoro di indagine e approfondimento della storia della Chiesa dell’isola d’Ischia a cui il ricercatore foriano continua instancabile a dedicare il suo impegno ed entusiasmo.
In verità, un primo studio su “La Confraternita di Visitapoveri a Forio” Di Lustro lo aveva proposto 31 anni fa, con la presentazione del professor Eduardo Malagoli, come ha ricordato all’inizio della serata il brillante coordinatore dell’incontro Gaetano Maschio. E si trattava del primo libro pubblicato da Di Lustro, a cui molti altri sarebbero seguiti, offrendo un contributo prezioso al recupero e alla diffusione/divulgazione della conoscenza del patrimonio culturale isolano in generale e foriano in particolare che il vicesindaco Matarese ha indicato essere anche tra gli obiettivi dell’amministrazione comunale. Intento confermato dall’assessore Luciano Castaldi che ha sottolineato la volontà di valorizzare la straordinaria offerta culturale del territorio del Comune del Torrione, ricordando a tale proposito la creazione dell’Officina della Memoria. “Un laboratorio – lo ha definito l’assessore – al servizio di quanti producono generosamente cultura in paese. L’amministrazione deve mettersi al servizio della cultura e della tradizione per conoscerle, amarle e custodirle al meglio insieme ai cittadini”. E ha annunciato la preparazione di una brochure in quattro lingue tutta dedicata alla Corsa dell’Angelo, da distribuire ai turisti che presenzieranno alla manifestazione, da sempre di grande richiamo tra gli isolani e i forestieri.
Era stato qualche mese fa che, in previsione della Pasqua, l’assessore Castaldi aveva chiesto a Di Lustro di ripubblicare il testo su Visitapoveri del 1983. Ma il professore, accettando l’idea, aveva subito chiarito di voler rivedere completamente lo scritto, alla luce di quanto era emerso da allora, giacchè la sua ricerca sulla confraternita foriana era proseguita, riservando altri significativi risultati. L’edizione attuale, dunque, non rappresenta solo un maquillage della precedente, ma è stato riscritto il testo, affinato il titolo, mentre giustamente sono state confermate le belle fotografie originali del maestro Luigi Coppa e approfondita l’appendice documentaria, che è di grande fascino alla lettura e che soprattutto consente di conservare, condividere e tramandare i documenti frutto delle certosine ricerche dell’autore negli archivi e biblioteche isolani e del continente.
D’altra parte, non poteva esserci momento più appropriato per tornare a parlare e leggere della storia di Vistapoveri, visto che la confraternita fu assai probabilmente fondata nel 1614, per cui quest’anno ne ricorre il quarto centenario di vita. Un lungo periodo di storia, che s’intreccia alla storia di Forio e dell’intera isola. E uno degli aspetti più interessanti del libro è proprio nella capacità dell’autore di raccontare in dettaglio le vicende particolari di Visitapoveri, collegandole a quelle coeve delle altre confraternite, fornendo così un quadro ampio ed esaustivo della realtà della Chiesa isolana dal Seicento in poi, contestualizzandola in quella della Chiesa di Napoli e dintorni e inserendo il tutto in un affresco più vasto della storia ischitana. E così, partendo da Visitapoveri, si apprendono anche tante notizie e informazioni interessanti e utili su altre situazioni e realtà dell’isola.
I sette capitoli della complessa, ma piacevolmente leggibile, ricostruzione di Di Lustro iniziano dall’origine del titolo “Visitapoveri”, un titolo mariano, risalente alla seconda metà del ’500, diffusosi da Napoli al resto della regione, che fa riferimento al culto della Madonna delle Grazie, mutuato dall’episodio evangelico di Maria alla cugina Elisabetta, e già radicato in varie parti dell’isola fin dalla fine del ’400. Si entra poi nel vivo della narrazione con la fondazione della confraternita di Forio, quando era vescovo d’Ischia Innico d’Avalos, il cui lungo periodo (quasi un cinquantennio) alla guida della Diocesi d’Ischia fu segnato da non pochi conflitti. In particolare con l’Università di Forio, tanto che il territorio foriano per un periodo fu trasferito sotto la giurisdizione della Diocesi di Napoli. Fu tra il 1610 e il 1630 che sorsero sull’isola varie confraternite laicali, con finalità devozionali, ma votate anche ad attività benefiche e ad opere di assistenza. Tra queste confraternite, anche quella di Visitapoveri, come le altre riconducibile all’opera di apostolato e di inserimento nella realtà isolana tentata in quegli anni dai Gesuiti. E grande cura è riservata alla descrizione dell’organizzazione della confraternita, delle sue attività religiose e sociali.
Naturalmente, l’opera principale di Visitapoveri fu la costruzione della chiesa, che nel 1620 era ancora in costruzione. Grazie alla ricerca su atti notarili, ricevute e documenti a cui Di Lustro ha avuto accesso e che in parte ha inserito nell’opera, emergono aspetti curiosi e inediti sulle varie fasi di costruzione e trasformazione dell’edificio sacro, sui rapporti con gli ordini religiosi presenti a Forio, la storia della vicinanza con il nuovo convento e la chiesa dei Francescani, i vari avvenimenti che segnarono la vita della confraternita nel ’700, il secolo d’oro per Forio, dal punto di vista urbanistico e artistico. Un altro capitolo è dedicato alle attività assistenziali di confratelli, prima di entrare nel vivo delle “manifestazioni di culto della confraternita”, la gran parte delle quali si è conservata fino ai nostri giorni. Come la straordinaria Corsa dell’Angelo, a cui, insieme ai riti pasquali, è riservato un capitolo a parte, trattandosi del “capolavoro” cultuale di Visitapoveri, che ha segnato l’intera tradizione religiosa isolana.
Dulcis in fundo, il libro descrive le tante opere d’arte che fanno della chiesa di Visitapoveri uno scrigno d’arte nel cuore di Forio. Dagli stucchi barocchi del grande Francesco Starace alla preziosa cantoria, dall’altare di marmo di Antonio di Lucca con il magnifico tondo del paliotto che raffigura la Vergine con il Bambino, alla rara croce d’argento di Domenico Porpora, dall’organo al bellissimo pavimento di “riggiole” dipinte (uno dei pochi esempi ancora sopravvissuti al tempo) firmato dal famoso Ignazio Chiaiese. Per finire con le opere di Alfonso Di Spigna, di cui la chiesa di Visitapoveri rappresenta una sorta di pinacoteca, nonostante il maestro originario di Lacco, che era confratello, abbia lasciato molti suoi lavori nelle chiese isolane. E la grandezza dell’opera della confraternita, al di là del suo significato e valore religioso, si misura ancora oggi su un’eredità storico-artistica di raro valore, da custodire e preservare per chi seguirà. Che è anche il senso profondo e la finalità dichiarata del libro di Agostino Di Lustro e delle ricerche che l’hanno generato.