LAURA MATTERA IACONO
Capiterà anche voi, passeggiando nel verde di Ischia, di imbattervi in scene poco piacevoli: buste di plastica o bottiglie sparse qui e lì, qualche pino o qualche pianta lasciati morire per incuria, sentieri poco curati. Se siete Ischitani come me, probabilmente proverete un dolore misto ad un insano senso di rassegnazione. Se siete forestieri, mi sento di darvi un consiglio: chiudete gli occhi per qualche istante e procedete piano. Quando recupererete la vista, vi troverete talmente immersi nella bellezza che riuscirete a dimenticare quel po’ di imperdonabile sciatteria. Succede anche a me di rimanere incantata.
Una mattina al bosco della Maddalena, avevo proprio bisogno di un po’ di ristoro. Camminando, il mio sguardo era rimasto disturbato da alcuni pini che un tempo dovevano essere rigogliosi e che oggi sembrano moribondi. Così avevo cercato quel punto magico da dove è possibile ammirare un panorama incantevole: tra il verde della vegetazione e l’azzurro del mare, spiccano Vivara, Procida e Napoli. Una volta arrivata, l’occhio non riusciva più a staccarsi da lì.
A un certo punto sobbalzo: “Vi state facendo la passeggiata?”. Alle mie spalle, un signore alto con portamento distinto. Aveva in spalla un fucile da caccia, con la canna rigorosamente verso il basso. Sto per rispondergli, ma lui incalza: “Questo è un posto meraviglioso. Avete ragione a venire qui. Certo è poco curato. Meno male che ci siamo noi cacciatori … “ Oddio, vorrei ribattergli, ma lui incalza. Ha proprio voglia di raccontare. E a me piace ascoltare. “Vedete, siamo proprio noi cacciatori, tanto bistrattati, ad amare il verde e la natura e a prenderci cura di posti come questo che altrimenti sarebbero dimenticati. Siamo noi a pulire i sentieri … “ Beh, in effetti è vero. Ho potuto appurare di persona che nella stagione della caccia alcuni sentieri, altrimenti lasciati a se stessi, diventano puliti e accessibili. E il cacciatore continua: “Sapete, questo bosco tanto tempo fa era stato comprato da alcuni privati. Vedete lì?” E mi indica le pietre miliari disseminate in tutto il bosco. “Ecco, il bosco era stato lottizzato e poi venduto”. Lo ascolto incuriosita. “Una volta in mano ai privati, il bosco sarebbe stato inaccessibile. E allora un gruppo di cacciatori della zona si interessò al problema. Raccolse dei fondi con una colletta, ricomprò il bosco e lo donò al Comune di Casamicciola. E da allora il bosco è tornato ad essere accessibile a tutti”.
Non ho mai avuto riscontri a questa storia. Se fosse vera, il cacciatore avrebbe tutti i buoni motivi per essere orgoglioso. Ed è anche fuor di dubbio che i cacciatori amino la natura. Però … è l’atto finale che mi lascia perplessa. Perché sparare? In fondo ci si potrebbe incontrare per fare belle passeggiate, godere del verde, magari ripulirlo. E poi, si potrebbe prendere la mira, invece che con il fucile, con una bella macchina fotografica. Scattare una foto a un uccello che spicca il volo, è una bella sfida. Non credete?