Sei mesi dopo l’inizio di attività a Pozzuoli, la nuova azienda che si è aggiudicata l’appalto per occuparsi di tutte le mense ospedaliere dell’Asl Na2 Nord, è subentrata anche a Lacco Ameno. E a partire dall’ingresso in via Fundera il primo aprile scorso, si sono via via concretizzati diversi cambiamenti pratici e organizzativi. Mentre altri restano per ora allo stadio di progetto. Come il rifacimento completo del bar interno, che infatti è chiuso da diversi giorni e non senza qualche mugugno, da parte di chi non ha più la possibilità di prendere neppure una bottiglietta d’acqua nè un semplice caffè dentro la struttura ospedaliera. Ma l’aspetto che alla vigilia aveva suscitato le maggiori preoccupazioni, ovvero il destino dei lavoratori della mensa, alla prova dei fatti non si è segnalato per particolari sconquassi nè licenziamenti in massa, come pure si era paventato, alla luce di un capitolato d’appalto (predisposto dall’Asl) che non conteneva per i lavoratori ischitani le medesime tutele stabilite invece per i loro colleghi del “Santa Maria delle Grazie” di Pozzuoli.
I livelli occupazionali preesistenti sono stati sostanzialmente conservati, sia pur con una riduzione dell’orario di lavoro per i dieci addetti rimasti in servizio. Dieci su tredici, con la prospettiva di riassorbire anche le altre unità e magari di aumentare di nuovo l’orario per alcuni che hanno accettato ora di tagliarlo quando sarà riaperto il bar. Un servizio che nelle intenzioni dei nuovi gestori dovrà essere notevolmente potenziato rispetto alla situazione precedente, che certo non offriva granchè alla clientela, nè come prodotti confezionati nè preparati al momento, tanto che per avere un panino bisognava addirittura prenotarlo con ore di anticipo. Comunque, la ristrutturazione del bar è ancora nella fase preliminare di presentazione dei documenti e di richiesta dei permessi necessari sia per rinnovare lo spazio riservato al bar sia per ampliare l’offerta di servizi, per cui ci vorrà ancora tempo anche solo per conoscere l’esito delle domande appena inoltrate. E nel frattempo il punto di ristoro interno è destinato a rimanere chiuso, costringendo visitatori e addetti a rivolgersi fuori anche per un bicchiere d’acqua.
Il programma di restyling degli ambienti e di riorganizzazione del servizio è stato invece già completato per quanto riguarda la cucina del “Rizzoli”. E si è trattato di una piccola rivoluzione. Innanzitutto, è stato effettuato un intervento di manutenzione straordinaria nello spazio della cucina e nei locali di servizio collegati. In pochi giorni, lavorando di buona lena, sono state sostituite perfino le piastrelle dove erano più rovinate e si è provveduto anche a separare meglio l’area dedicata alla preparazione dei cibi da quella utilizzata per l’ingresso e lo spogliatoio dei lavoratori. Peraltro, la sala contigua alla cucina, adibita prima a mensa, che era ridotta in pessime condizioni con muri scrostati e segnati da grosse chiazze d’umido, è stata restituita alla disponibilità della direzione sanitaria. Quell’area, in occasione dei prossimi lavori previsti al “Rizzoli”, dovrebbe essere riattata per accogliere uno spogliatoio per gli infermieri, sanando una cronica carenza della struttura ospedaliera ancorchè di recente ristrutturata.
D’altra parte, quel locale era diventato ormai superfluo per la cucina, visto che la mensa interna per il personale, aperta anche ai visitatori, non è più attiva. Secondo l’organizzazione attuale, infatti, il servizio cucina provvede alla preparazione dei tre pasti quotidiani per i degenti dell’ospedale e del pranzo per gli assistiti del Centro di Salute mentale di Ischia. Dove adesso i pasti dovrebbero arrivare in condizioni migliori, visto che viene utilizzato un nuovo furgone predisposto proprio per garantire il trasporto di alimenti e mantenerli caldi.
Parecchie sono state le novità introdotte finora per la distribuzione dei cibi ai degenti. In cucina è stato radicalmente modificato il sistema di confezionamento delle porzioni, che adesso vengono preparate e subito sigillate con una speciale apparecchiatura, in modo da arrivare intatte e sicure ai destinatari. E sono stati anche rinnovati tutti i vassoi termici, in sostituzione di quelli ormai vetusti di proprietà della precedente ditta appaltatrice. Sono nuovi anche carrelli per il trasferimento dei pasti dalla cucina alle corsie, fatti in modo da preservare le temperature calde o fredde di cibi e bevande.
E’ cambiato anche il meccanismo di assegnazione dei pasti da somministrare ai degenti. Il sistema dei menu a richiesta, con la possibilità dei pazienti di scegliere a pranzo e a cena tra due primi e due secondi, in verità abbastanza inusuale in un presidio ospedaliero, è stato sostituito con una selezione concordata con il personale sanitario, in base alle patologie e alle esigenze dei singoli degenti. Insomma, non sono più questi a decidere in base a gusti e preferenze personali, non sempre adeguati alle loro condizioni fisiche, ma la scelta tra un menu normale e uno leggero, con variazioni per patologie specifiche, è legata alle condizioni degli stessi pazienti e alle indicazioni dei medici. In linea con quanto avviene negli altri ospedali, che non sono alberghi, anche se la qualità dell’accoglienza alberghiera va garantita anche al “Rizzoli”, disponibilità di letti e deficit strutturali permettendo. Che restano i principali limiti alla vivibilità nel nosocomio isolano.