Negli ultimi anni, anche nel nostro limitato contesto isolano, i colpi allo Stato sociale si sono susseguiti in un rapido e inquietante crescendo, fino ad annullare tutte le realtà esclusivamente assistenziali attive sul territorio. L’ultimo baluardo era la SIR Villa Orizzonte, rimasta l’unica struttura pubblica attiva sul territorio a garantire accudimento e accoglienza senza compartecipazione alla spesa da parte dei beneficiari, che per le loro condizioni non possono (e non dovrebbero) non essere a carico di uno Stato che voglia ancora definirsi tale. Ma l’ex commissaria dell’Asl Na2 Nord, Iovino, aveva provveduto l’anno scorso a fare piazza pulita anche di quel presidio di pura sanità pubblica, che peraltro i suoi successori ancora non si decidono a ripristinare. Una perdita gravissima, che ha pesato e che pesa ogni giorno di più sulla possibilità di risposta dell’isola ai bisogni dei suoi figli più deboli e soli. E in questo quadro già sconfortante sul fronte pubblico, ecco che esplode adesso anche la vicenda di Villa Joseph, la residenza per anziani di Casamicciola dell’Opera Don Orione, che starebbe per subire una “mutazione genetica” a dir poco imprevista e sorprendente alla luce del magistero di Papa Francesco, che mette al centro dell’attenzione della Chiesa proprio anziani, bambini, malati, emarginati. Uomini e donne di cui prendersi cura concretamente e teneramente in una società che tende a considerare “scarti” tutti coloro che non producono e che, piuttosto, hanno bisogno di aiuto e di sostegno.
Per strane coincidenze, la casamicciola della socialità sulla nostra isola si sta consumando proprio nella ridente località termale. Prima la debacle dei servizi psichiatrici pubblici a Villa Stefania, adesso quella dell’assistenza sociale di matrice religiosa a Villa Joseph. E quest’ultima, qualora si realizzasse il progetto di vendere l’immobile per destinarlo a tutt’altro scopo (di lucro, ovviamente), sarebbe ancora più spiazzante e sconcertante. Alla luce della storia di quella struttura e anche dei valori che ci si aspetterebbe (ingenuamente?) venissero perseguiti in un contesto religioso, a prescindere da considerazioni congiunturali. Perché se già a livello statale fatico a mandare giù che la logica ragionieristica prevalga su quella sociale, pur in tempi di obiettiva scarsità di risorse,, non lo digerisco proprio dinnanzi ad un’opera che dovrebbe avere nel suo dna ben altre priorità, finalità, urgenze.
Siamo un’isola di 60mila e passa abitanti, dove se venisse meno la missione di Villa Joseph, non ci sarebbe più nessun posto per anziani con bassissimo reddito o addirittura senza. Che però esistono, anche nel nostro universo isolano che definiamo sempre “ricco”. E chi si occupa di loro? Non se ne occupa lo Stato, che offre sul territorio una RSA – e per questo siamo anche dei privilegiati – che comporta però dei costi ormai abbastanza significativi a carico degli utenti. E presto non se ne occuperà più neppure la struttura religiosa creata per realizzare il sogno, oltre che il legato testamentario, di chi proprio agli anziani soli, non benestanti, in difficoltà aveva voluto che dopo la sua morte fosse offerta una casa, con accoglienza e cure adeguate. Quelle volontà di così alto spessore umano e sociale avevano forse una scadenza, come i latticini? Chissà come commenterebbero questi sviluppi recenti e l’esito delle loro speranze e fatiche, i benefattori che nel tempo si sono tanto impegnati per realizzare quell’opera a favore dei più deboli!
Non mi intendo di congregazioni religiose, non sono molto ferrata sul loro funzionamento, ma suppongo che dovrebbero uniformare le loro scelte e il loro operato ai principi del Vangelo, agli indirizzi della Chiesa di Roma e ai carismi (si dice così?) dei loro fondatori. E per quel che ne so, non mi pare che trasformare una struttura di accoglienza per anziani in difficoltà in una transazione immobiliare, a maggior ragione se per una cifra cospicua, sia un’operazione in linea con le priorità evangeliche, della Chiesa tanto più durante il pontificato di Francesco e di San Luigi Orione. Ma come, il Papa predica dalla mattina alla sera che bisogna moltiplicare l’impegno verso i deboli e i poveri, che i cristiani debbono darsi da fare con le opere e lui per primo dà dal Vaticano segnali concreti e inequivocabili in tal senso e “in periferia” si dismette una residenza per gli anziani, monetizzando il valore della struttura costruita con tanti sacrifici da provvidenziali benefattori? Davvero non c’è più religione…