Atmosfera di famiglia al “Rizzoli” per la festa di pensione di Michele Bencivenga

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Foto Qui Ischia

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Foto Qui Ischia

E’ uno di quelli – pochi per la verità – per i quali l’approdo a Ischia non è stato solo una parentesi. Né il “Rizzoli” solo una sede di lavoro: Ci era arrivato quando c’era ancora l’Usl 21, venticinque anni fa, dopo un periodo di lavoro in Francia, e ci è rimasto, tranne qualche anno di attività presso il presidio di Procida, fino a pochi mesi fa, quando è scattato il momento della pensione. E oggi MICHELE BENCIVENGA, infermiere in forze al Pronto Soccorso, ha voluto festeggiare con i colleghi la fine del lavoro in ospedale e l’inizio di una nuova fase di vita, che lo vedrà mettere comunque a frutto le sue capacità professionali e umane a vantaggio di chi ne avrà bisogno. Come poi ha fatto sempre durante la sua attività quasi quarantennale, che ha avuto proprio al “Rizzoli” il suo periodo più lungo.

“Perdiamo un pezzo dell’ospedale”, il giudizio ricorrente dei colleghi e dei medici che stamattina non sono voluti mancare alla festa di Michele, anche solo per pochi minuti, il tempo di un abbraccio, di una foto, di un saluto affettuoso. C’è passato davvero tutto il personale in servizio, a cominciare dal direttore sanitario Maria Valentina Grossi e dai primari dei vari reparti, nella saletta dove era stato allestito il buffet e Michele salutava i colleghi-amici. E per tutto il tempo si è tornati ad una dimensione quasi da famiglia allargata nel presidio lacchese, dove i più anziani di servizio, nello sfogliare l’album di fotografie portato da Michele ricordando volti ed episodi, sussurrano che i tempi sono cambiati e lo spirito di gruppo di una volta non trova più spazio nell’organizzazione del lavoro aziendale che ormai è stata imposta anche in campo sanitario-ospedaliero.

“Non è più il mio mondo”, commenta anche Michele, che ha assistito a tutti i cambiamenti dell’ospedale isolano dell’ultimo quarto di secolo, nel bene e nel male, insieme ai cambi di pelle dell’Usl autonoma isolana poi accorpata all’Asl flegrea, fino ad essere inglobata (ed emarginata) nella grande Asl Na2 Nord. Comunque, dall’affetto sincero con cui lo hanno circondato e abbracciato oggi, non c’è dubbio che Michele sia riuscito a tener vivi lo spirito di squadra e i rapporti umani, nonostante le evoluzioni/involuzioni frutto dei tempi. “Non sparire adesso!”, è stata l’esortazione con cui lo hanno salutato gli amici e i colleghi, consapevoli di essere un po’ più soli. Anche perché per ognuno che lascia l’ospedale, per i più vari motivi, è destinato a rimanere a lungo un vuoto. E le forze valide continuano ad assottigliarsi…

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