Sembra difficile da credere, alla luce delle tante aspettative frustrate collezionate negli ultimi anni. Eppure pare che qualcosa cominci a muoversi anche sul fronte dell’opera pubblica più importante e necessaria per Ischia (e l’isola tutta), ovvero quel depuratore bloccato a metà che sta marcendo sulla collina di San Pietro. All’orizzonte si è materializzato un decreto, che potrebbe assegnare fondi vitali per la prosecuzione dei lavori ormai fermi da quattro anni. Mentre dovrebbe essere cosa fatta la nuova transazione con l’Ati (associazione temporanea d’imprese) assegnataria dell’appalto, al prezzo di sette milioni di euro. Una parte dei quali dovrebbe essere versata quanto prima per la riapertura del cantiere.
La recente conferenza dei servizi dedicata alla messa in sicurezza di Monte Vezzi è stata anche l’occasione per l’assessore Isidoro Di Meglio per fare il punto sulla pratica del depuratore. Tanto più che l’incontro si è svolto nella sede dell’Arcadis, l’Agenzia regionale della Campania per la Difesa del suolo, a cui quella pratica (la prima in assoluto che le venne trasferita dal precedente soggetto attuatore, ovvero il Commissariato di Governo per l’Emergenza Bonifica e Tutela delle Acque in Campania) è stata affidata fin dall’autunno del 2011, con risultati purtroppo finora assai scarsi. Ma l’Arcadis, che dipende dall’assessorato regionale ai Lavori pubblici, ha proceduto a concludere la transazione con l’Ati. Il passaggio successivo dovrebbe essere il trasferimento di una prima tranche dei sette milioni concordati, pari a circa un milione e mezzo di euro, all’impresa, affinchè possa essere riaperto il cantiere e riavviata l’attività.
Quando avverrà tutto questo non è dato sapere. Comunque, anche dopo la riapertura del cantiere, ci vorrà tempo per tornare alla normale attività, viste le condizioni in cui sono ridotte tutte le attrezzature, mangiate dalla ruggine e dall’abbandono, e i mezzi, completamente distrutti, forse anche in modo doloso. Bisognerà ricominciare dall’impianto elettrico, visto che i fili sono stati nel frattempo asportati. E i container con tutti i servizi di supporto all’attività sono stati distrutti dall’incuria e dalle continue incursioni di vandali nell’area dove da troppo tempo crescono le erbacce e si accumulano rifiuti di ogni tipo, comprese non rare siringhe usate.
D’altra parte, già nel 201o era stata conclusa un’altra transazione con l’Ati, del valore di un milione e mezzo di euro, comprensiva di un accordo con l’allora Commissariato di governo e la Sovrintendenza archeologica (che deve ancora completare l’esplorazione di una parte dell’area destinata al depuratore). Accordo che avrebbe dovuto garantire la ripresa dei lavori passata l’estate(quella del 2010) e se così fosse stato a quest’ora l’impianto sarebbe stato pronto e già operativo. Invece, le cose sono andate diversamente e Ischia sta per affrontare l’ennesima estate ancora priva di un depuratore.
Intrapresa la strada di una nuova transazione, riconoscendo all’Ati, solo per la ripresa dei lavori, i 7 milioni di euro che erano ancora disponibili dal finanziamento iniziale di 17 milioni di euro (1o dei quali già spesi), a questo punto per il completamento dell’opera non resterebbe un euro. Un problema serio, che ha posto l’esigenza di un nuovo finanziamento. Con l’aggravante che se l’accordo l’ha fatto l’Arcadis, cioè l’assessorato ai Lavori pubblici, la copertura finanziaria del progetto è di competenza dell’assessorato regionale all’Ambiente. E questo tourbillon di milioni (finora pagati dai contribuenti senza alcun beneficio) ha inevitabilmente avuto ed ha un riflesso pesante sui tempi dell’operazione.
La via d’uscita, almeno a breve, dovrebbe offrirla un decreto regionale già approvato e sul punto di essere pubblicato, già inserito in una delibera del Cipe, che stanzia altri 4 milioni e mezzo per il depuratore di Ischia. Cifra notevole, ma che forse non sarà sufficiente a completare l’opera. Comunque, una boccata d’ossigeno vitale per un’opera pubblica in coma profondo da troppo tempo.
“Come Comune stiamo premendo perchè i lavori riprendano al più presto – è la valutazione dell’assessore Isidoro Di Meglio – perchè altrimenti rischiamo, in assenza di un impianto di depurazione, di andare incontro ad enormi problemi sul territorio, e non solo per le attività produttive ma anche per le abitazioni civili. Per questo stiamo sollecitando anche l’assessore regionale all’Ambiente, Romano, perchè ci stanno trascurando da tempo. Se non dovesse muoversi nulla, siamo intenzionati anche a inviare tutti gli atti alla Procura della Repubblica e alla Corte dei Conti, perchè non possiamo rimanere ancora senza depurazione. Il decreto dovrebbe sbloccare la situazione, ma visti i precedenti, la certezza arriverà solo con la riapertura del cantiere”.
Già, la storia infinita del depuratore ci ha abituati, nostro malgrado, a continui cambiamenti di rotta, ad aspettative deluse, a promesse mancate. E nonostante i tanti milioni impegnati, l’opera è ancora a metà e sta andando in malora, mentre Ischia (e l’isola) sulla depurazione resta ancora all’anno zero.