Nel Piano ospedaliero più posti letto per il “Rizzoli”, ma per metterli dove?

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Foto Qui Ischia

Chissà perché le vicende del “Rizzoli” appartengono tutte alla categoria dei déjà-vu. Passano gli anni, i decenni, cambiano i colori delle amministrazioni regionali, ma ciclicamente ci ritroviamo alle prese sempre con i soliti problemi, con le stesse querelle, gli stessi disagi. E perfino con le stesse promesse, perché nel frattempo, tra un’enunciazione e l’altra, non si trova il modo di concretizzarle. E così, eccoci con un nuovo Piano ospedaliero che a distanza di appena un quinquennio o poco più dal precedente concede al “Rizzoli” un ulteriore aumento di posti letto. Peccato che siamo ancora in arretrato con quelli riconosciuti nel 2010, che non sono mai stati realizzati in via Fundera. Dove, in compenso, le barelle utilizzate per i degenti nei corridoi dei reparti sono diventate di routine.

Chi ha redatto il nuovo Piano ospedaliero regionale, mentre ha ritenuto superfluo lasciare a Ischia l’Utic, ha però riconosciuto a nosocomio isolano un aumento di posti letto. Stavolta, si dovrebbe arrivare a 88 e a beneficiarne dovrebbe essere la maggior parte dei reparti. A cominciare dalla Medicina, ormai in deficit permanente di posti di degenza, che passerebbe a 18 letti, per proseguire con la Chirurgia, con 18 posti anch’essa, che non dovrebbe più neppure condividere con l’Ortopedia, com’è adesso. Quest’ultima, infatti, dovrebbe passare a 14 letti e conquistarsi un reparto di degenza autonomo. Poi la Cardiologia, che dovrebbe raddoppiare con 8 posti: ma siccome adesso ne ha 4 “normali” e 4 nell’Utic e poiché quest’ultima non è prevista, il saldo finale rimarrebbe lo stesso.

Queste, dunque, le variazioni salienti. SULLA CARTA. E’ questo, infatti, uno dei casi in cui TRA IL DIRE E IL FARE C’E’ DI MEZZO IL MARE. O meglio, LO SPAZIO CHE NON C’E’, perchè il “Rizzoli” è al massimo della sua capienza attuale e i nuovi posti letto, se venissero confermati con il varo definitivo del Piano ospedaliero, non si saprebbe proprio dove sistemarli. Che poi è lo stesso destino toccato ai posti letto aggiuntivi previsti dal precedente Piano del 2010, che aveva portato la dotazione del presidio isolano a 74 posti. SULLA CARTA, ANCHE ALLORA. Nella realtà, invece, il “Rizzoli” è rimasto inchiodato ai 66 letti usciti dalla ristrutturazione dei primi anni Duemila.

Fatte salve le barelle, con cui ogni giorno si deve supplire ad una carenza di posti letto sempre più macroscopica rispetto a bisogni dell’isola. Anche in pieno inverno, il che dimostra che la dotazione attuale è inadeguata già rispetto alla sola popolazione residente. Perciò di quei posti aggiuntivi ne avremmo bisogno eccome e anche urgentemente.

Ma dove metterli nella struttura oggi a disposizione?

Il nodo è questo. Sempre lo stesso da anni, anche in questo caso. Per quanti posti letto in più ci possano elargire nei vari  Piani, riorganizzazioni, riassetti, il limite fisico, strutturale del “Rizzoli” così com’è adesso non li renderà possibili se non sulla carta. Ed è un regalo  della POLITICA CHE A MONTE CI PRIVO’, TRA LA FINE DEL PRIMO DECENNIO 2000 E L’INIZIO DEL SECONDO, DEI 3 MILIONI DI EURO GIA’ ASSEGNATI PER UN’AMPLIAMENTO CHE AVEVA SUPERATO TUTTI I PARERI, OTTENUTO TUTTI  I PERMESSI, SUPERATO TUTTE LE FORCHE CAUDINE BUROCRATICO-AMMINISTRATIVE. TUTTO A POSTO, FINCHE’ TRA NAPOLI E ROMA, IN UN INCREDIBILE GIOCO DELLE TRE CARTE, RIUSCIRONO A FAR SPARIRE FONDI SICURI, CHE AVREBBERO DOVUTO SOLO ESSERE SPESI. FONDI CHE NEL 2011 ERANO VOLATI DEFINITIVAMENTE LONTANO DA NOI.

Perciò, per riuscire a dare al “Rizzoli” gli spazi che avrebbe dovuto  avere già da almeno 10 anni e l’aumento di posti letto conseguente, adesso bisogna ricominciare daccapo il lungo, complesso iter fallito la prima volta. Peraltro, nel silenzio improduttivo e accondiscendente dei nostri amministratori locali, che adesso pensano di ritirare fuori la bandierina dell’ampliamento e di sventolarla vittoriosi (ma de che?) davanti ai loro concittadini e elettori, sperando che abbiano una memoria cortissima o che addirittura siano preda di un’amnesia generale.

Ma come si pensa di uscire da questo cul de sac in cui ci ha cacciato la politica minuscola e inconcludente negli anni passati? L’incremento di posti letto del nuovo Piano, che possibilità ha di passare dalla carta alla realtà? E in quanti decenni?

NEL FRATTEMPO, NON VORREMMO CHE L’UNICA NOVITA’ DEL PIANO OSPEDALIERO 2016 FOSSE LA SOTTRAZIONE DELL’UTIC. PER QUELLA NON SERVONO PERMESSI, FONDI, ITER. E COSI’ PER UN MIGLIORAMENTO ASSOLUTAMENTE ALEATORIO, CI VIENE SERVITO UN ARRETRAMENTO GIA’ PRONTO ALL’(AB)USO.

PERCIO’ NON E’ PROPRIO IL CASO DI CANTARE VITTORIA E DI SPARGERE PROMESSE E CHIACCHIERE FORZATAMENTE RASSICURANTI. CI VOGLIONO SOLO FATTI. CERTI, OGGETTIVI E RISCONTRABILI. FINO AD ALLORA, GLI ISOLANI NON POSSONO STARE TRANQUILLI.

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