Gli isolani fanno “ammuina” e i politici si infastidiscono…
Posted about
9 anni ago |
Foto Qui Ischia
Sarà che la poltiglia informe in cui si è trasformata la politica politicante almeno nell’ultimo ventennio (eh, certi “leader” non sono passati invano…) non riesco a digerirla e non mi ci provo neppure. Sarà che la mia militanza di sinistra novecentesca mi tiene legata ancora a certi schemi, che oggi si vogliono superati, anche per giustificare i salti della quaglia dei professionisti politicanti che si vantano di essere “prestati” alla politica e che la interpretano come esperienza individuale più che come impegno collettivo. Sarà che non mi piacciono i leaderismi nè il prevalere dilagante dell’io autoreferenziale sul noi. Sarà per tutte queste mie “deformazioni” messe insieme, ma nel leggere le reazioni dei politici regionali alla mobilitazione dei procidani in difesa del loro presidio ospedaliero e alle preoccupazioni degli ischitani rispetto alla soppressione dell’Utic non ho potuto fare a meno di provare sconcerto misto a sconforto. Con una dose non trascurabile di indignazione, che in certi casi – sempre per come la vedo io – ci sta tutta. Suscitata da un atteggiamento neppure larvato di fastidio verso ogni critica e di insofferenza verso un’interlocuzione con i cittadini, che in un Paese democratico non può e non deve essere relegata solo ai brevi periodi di campagna elettorale.
Poco fa, qualche ora appena, sul gruppo Fb del Comitato in difesa dell’ospedale di Procida, un membro del gruppo ha raccontato di un suo incontro appena avvenuto con il presidente De Luca, a margine di un convegno su tutt’altro argomento. Avendo l’opportunità di avvicinarglisi, il procidano ha colto l’occasione per chiedere al governatore di salvare il presidio isolano. In risposta si è sentito apostrofare, con i suoi concittadini, in modo decisamente poco delicato (sic!), perchè “facit ammuina” per un problema che, secondo il presidente della Giunta, non esiste, avendo egli personalmente spiegato al Sindaco, in due o tre contatti telefonici, che saranno introdotti tutti i correttivi necessari.
A parte il linguaggio non proprio aulico, per così dire, che a quanto pare fa pure quello parte della “modernità”, è la sostanza che non convince. L’esprimersi in un certo modo nei confronti di migliaia di persone che, non essendo tutte visionarie, hanno avuto e hanno i loro buoni motivi per alzare la voce, è un approccio che un politico, ovvero un rappresentante dei cittadini nelle istituzioni, NON DOVREBBE MAI PERMETTERSI. Tanto più, sempre per come la vedo io, se fa riferimento ad un partito di sinistra. D’altra parte, queste sono le conseguenze, quando si trasforma il popolo, in “ggente”, considerata solo quando porta voti, e non come titolare del potere che da eletti si è chiamati in suo nome temporaneamente ad esercitare. L’epoca dei sudditi è finita da un pezzo e sia la forma che la sostanza del rapporto politico-cittadini dovrebbero tener conto di questa realtà. Che, a quanto pare, non è però così scontata come si immagina.
Foto Qui Ischia
Un’altra cosa che emerge dalle reazioni dei politici sia nel caso di Procida che in quello di Ischia, è l’idiosincrasia verso ogni reazione critica da parte della cittadinanza. E la fretta con cui ci si precipita a metterci il silenziatore o almeno a provarci, smentendo anche ciò che è arduo negare, perchè sta scritto (o non scritto) nero su bianco. In un Paese democratico e civile, la partecipazione dei cittadini, anche quando si esprime sotto forma di una protesta pacifica e costruttiva, è un valore primario e come tale dovrebbe essere rispettato e valutato dai pubblici amministratori. Che dovrebbero trarne profitto, avvalendosi di quel contributo critico per migliorare la loro azione di governo o quanto meno per un confronto serio su di essa. Invece, se ne mostrano infastiditi e non ne fanno neppure mistero.
Non sarà minimizzando i problemi, però, che si riuscirà a imbrigliare e a zittire la protesta civile e sacrosanta degli isolani. Che non stanno scendendo in piazza per questioncelle marginali, tanto per fare “ammuina”. NO! A Procida e a Ischia si sta alzando la voce e chiedendo giustamente conto, come si fa in democrazia, delle decisioni dei pubblici amministratori e delle loro conseguenze, perchè finora AD ESSERE STATI ARBITRARIAMENTE SOTTOVALUTATI E MINIMIZZATI SONO STATI I BISOGNI SANITARI PRIMARI DI CHI E’ GIA’ PENALIZZATO DALLA CONDIZIONE DI INSULARITA’.
E siccome in ballo c’è la SALUTE, se non arriveranno atti precisi di tutela del diritto sancito dall’articolo 32 della Costituzione, procidani e ischitani non potranno che continuare - responsabilmente, civilmente e democraticamente – a protestare. E chi ne ha la responsabilità, il potere e il dovere, farà bene a occuparsi di risolvere i problemi, invece di infastidirsi per “ammuina” e le critiche al suo operato.