A PROPOSITO DI PONTILI Italia ‘90
ANTONINO ITALIANO (*)
Ho letto con interesse l’articolo di Ennio Anastasio sui pontili nel porto d’Ischia e ne condivido il contenuto sottoscrivendolo in gran parte. Dissento su due punti.
Il primo quando si dice ”Abbiamo bisogno di un Terminal per aliscafi e mezzi veloci, questo è innegabile”. Inaspettata questa affermazione da una persona che constata ogni giorno, dal loggiato della sua casa, il verificarsi di attracchi di aliscafi direttamente alla banchina (non al Pontile) del Redentore e alla banchina dello scivolo. A riprova dell’inutilità dei pontili si consideri che gli aliscafi attraccano tranquillamente in banchina anche al Molo Beverello.
Un secondo punto riguarda la destinazione dei volumi ex ufficio del forestiero, latistanti al Redentore, da adibire (come in passato) a biglietterie. Non sarebbe più razionale abbattere tutta la fila di fabbriche, veranda superiore compresa, che insiste su un alveo demaniale per ridare splendore al prospetto neoclassico della chiesa di Portosalvo e “aria” al monumento del Redentore? La bigliettazione e l’ospitalità ai viaggiatori potrà essere comodamente assicurata dalla stazione marittima di palazzo D’Ambra. E non mi si venga a dire, dopo aver visto l’allocazione delle biglietterie di Pozzuoli, che siamo lontano dall’imbarco!
Mi sia consentita qualche considerazione ulteriore. Facciamo il parallelo tra la fatiscenza del Pontile n. 1 e quella dell’isolotto del Tondo. Il primo era ed è un monumento allo spreco che finalmente va in malora. Il secondo, il Tondo di Marco Aurelio, un monumento vero martoriato dagli idrogetti degli aliscafi, rischia, dopo 20 secoli, di franare per sempre. In tale malaugurata evenienza il Tondo potrà essere ammirato, recandosi alla Reggia di Caserta, nel bellissimo quadro di J. Ph. Hackert. In alternativa, entrando nella nostra chiesa di Portosalvo, si potrà osservare, nella pala dietro l’altare maggiore, il paesaggio del porto adornato dall’isolotto storico. Dunque, un pontile marcio e un sito culturale, una palese asimmetria di valori a cui fa da contrappunto una altrettanto asimmetrica interessata attenzione di amministratori locali e regionali, ovviamente in termini rovesciati. Purtroppo, parafrasando un romanzo di A. J. Cronin, anche le “stellette stanno a guardare”. In altri momenti sconsigliammo l’affissione, nel piazzale ai piedi di Gesù risorto, il cartello che recitava “Cristo, perdona loro che non sanno quello che fanno”. Oggi virtualmente lo affiggiamo.
(*) Presidente del Centro Studi Isola d’Ischia.