Qualcosa è stato fatto. Per fortuna. Ma quasi un mese dopo la segnalazione di “Qui Ischia”, lo stato di degrado complessivo in cui versa il piazzale delle Alghe, a Ischia Ponte, è stato appena scalfito. Eppure, non dovrebbe essere un’impresa proibitiva ripristinare un minimo di decoro lì dove ancora non lo si ravvisa, nonostante qualche lavoretto effettuato nelle ultime settimane. Troppo poco per un luogo “di rappresentanza”, costantemente frequentato dai turisti, che si soffermano ad ammirare il magnifico panorama della baia di Sant’Anna e a scattare foto: E che fanno perfino fatica a sedersi per godersi la straordinaria bellezza di quell’angolo di paradiso.
Tra le migliorie apportate di recente va compreso il recupero delle PANCHINE collocate sul muraglione-belvedere che guarda al Castello. Erano ridotte davvero male, praticamente tutte impraticabili, perchè o mancavano del tutto le assi o, dove erano rimaste, apparivano spezzate e fradice, addirittura pericolose per i fruitori. Insomma, non c’era proprio più la possibilità di sedersi, sul belvedere. Finché non si sono presentati gli addetti, che hanno provveduto a rabberciare le panche, riciclando vecchie assi al posto di quelle ormai inservibili o scomparse. Un lavoro di “restauro” che ha reso di nuovo praticabili le tre panchine esistenti, su cui finalmente ci si può accomodare senza il rischio di ferirsi o di cadere.
Ma tre panchine tre rappresentano una dotazione del tutto insufficiente per quello spazio affacciato sul Castello e sulla meravigliosa baia sottostante. Considerato il valore di quel luogo, la notevole lunghezza del muraglione e il numero di frequentatori, ce ne vorrebbero di più di sedili, magari con l’aggiunta di qualche cestino portarifiuti, tanto per completare l’arredo. Ma possibile che a Ischia non si riesca neppure a piazzare qualche panchina in più in un posto strategico per l’immagine e la sostanza turistica dell’isola?
Altro lavoro andato a buon fine è consistito nella SISTEMAZIONE del petalo del fiore bianco che abbellisce il SELCIATO di cazzimbocchi del piazzale. I tozzetti erano saltati da tempo, creando una buca antiestetica oltre che pericolosa. Più volte segnalata, ma mai sistemata, fino a qualche settimana fa, in concomitanza con la manutenzione anche delle panchine. Bene, adesso almeno il selciato è a posto, il buco è stato riempito.
Non basta però, quel piccolo intervento di maquillage, a recuperare al meglio la piazza. E’ davvero un’indecenza lo stato in cui si presenta la parte del largo ai piedi del muraglione, sotto una scalettA di pietra, verso la “corteglia”. A parte i “cazzimbocchi” di cui non vi è più traccia, lì è accumulato uno spesso strato della sabbia e dei detriti depositati dal mare durante le burrasche invernali. E soprattutto vi sono RIFIUTI E SPORCIZIA. Tanti gli uni e troppa l’altra in un luogo che dovrebbe essere tenuto come il salotto di famiglia. E invece continua a presentrsi come un porcile, quel lato della piazza, sotto gli sguardi stupefatti dei forestieri. Un vero schifo!
Come le condizioni della grande aiola centrale, la più trascurata in assoluto a Ischia e in tutta l’isola in generale. Altro che ciclamini! Là è un fiorire di erbacce, con piante mai curate e trascurate.
Insomma, il piazzale delle Alghe continua a essere MALRIDOTTO E TRASCURATO. Contro ogni logica e ogni opportunità, tanto più vista la vocazione turistica del luogo. E tanto più alla luce delle affermazioni fatte in pubblico pochi giorni fa a pochi metri dalla piazza dal Sindaco di Ischia, che ha parlato di Ischia Ponte come del “fiore all’occhiello dell’intera isola”, come luogo che rappresenta le “radici per tutta l’isola”. Giusto, ma a maggior ragione, è così che si tiene e si propone il “fiore all’occhiello” alla platea – che si spera sempre più vasta – dei visitatori? Il Sindaco se l’è andata mai a fare una passeggiata a piedi sul piazzale, per rendersi conto di persona di com’è ridotto? Altro che opportunità per un turismo di qualità, che attrattore turistico-culturale: ora come ora c’è da preoccuparsi finanche che i turisti lo visitino, che vi si soffermino e, soprattutto, che abbiano il tempo e il modo di accorgersi di tanto sfacciata mancanza di cura.