
Il protagonista grande assente – Foto Qui Ischia
In America, dove l’hanno apprezzato e gli hanno riconosciuto premi, non se ne potevano accorgere. E nelle località italiane in cui è stato presentato finora, nessuno ci avrà fatto caso, né tanto meno lo avrà considerato un problema. Ma a Ischia, l’impatto è stato completamente diverso. E non poteva essere altrimenti. Anche perchè bastava guardarsi intorno, l’altra sera, per avvertire più forte quella MANCANZA. Capace di influenzare, anche al di là del previsto e del prevedibile, l’approccio (durante) e la valutazione (alla fine) del film “Festina lente” sulla vita di Vittoria Colonna. Per la gran parte ambientato sul CASTELLO D’ISCHIA, che però è stato il GRANDE ASSENTE SULLO SCHERMO, nella finzione. Anche se poi ha imposto come sempre la sua straordinaria, scenografica presenza tutt’intorno, nella realtà. Con l’effetto di rendere ancora più strane, per chi le ha viste a Ischia e perdipiù nella loro sede più naturale, quelle immagini attribuite nel film alla nostra rocca, ma appartenenti ad altri luoghi, a contesti diversi.
Il cinema è finzione, ovviamente. Ma stavolta proprio l’eccesso di finzione è andato a discapito della magia, che è l’altra caratteristica dell’ottava musa. Alla proiezione del film su Vittoria Colonna, che è uno dei grandi personaggi della storia isolana, il pubblico ischitano si era avvicinato con grande curiosità, interesse e piena disponibilità a lasciarsi coinvolgere e a farsi emozionare. E il fatto che la proiezione fosse stata intelligentemente allocata dagli organizzatori dell’Ischia Film Festival nell’antica cattedrale del Castello, legata all’evento storico del matrimonio della poetessa con Francesco Ferrante d’Avalos, predisponeva a vivere con particolare pathos il tempo del film. L’emozione di seguire la ricostruzione cinematografica di un avvenimento nel luogo in cui si era svolto cinque secoli prima prometteva di essere davvero speciale. Una magia, appunto.
Ma la magia non si è compiuta. E anzi, man mano che scorrevano le immagini sul grande schermo incastonato nei ruderi dell’antica Cattedrale, è subentrata una delusione, che poi si è esplicitata nei commenti al termine della proiezione, lungo il percorso nella roccia che tante volte Vittoria avrà compiuto, davanti al mare e ai panorami che hanno accompagnato gran parte della sua vita. Ma come, nel film si parla continuamente del Castello d’Ischia e neppure un’immagine una appartiene all’originale? Proprio il nostro isolotto, che ha fatto da magnifico sfondo a tanti film famosi, ufficialmente ambientati altrove – dal “Pirata dell’Isola Verde” a “Cleopatra” a “The talented Mr. Ripley” – nel film in cui avrebbe dovuto essere lo scenario naturale di una storia che gli appartiene, non ha trovato spazio? Mah! Logiche di budget, scelte artistiche: tutte motivazioni da rispettare. Che, però, non è detto siano state le migliori.

Foto Qui Ischia
Nelle scene in cui si parla del nostro Castello, tanto più mentre ci si sta dentro come in tanti ci stavamo l’altra sera, ma se ne vede un altro, non ci si può sottrarre al paragone. E alla considerazione di quanto quella variazione di sfondo incida anche sulla comprensione degli eventi storici narrati. Il trasferimento della piccola Vittoria a Ischia, per metterla al sicuro, quando la sua famiglia aveva dovuto lasciare in gran fretta lo Stato Pontificio dove era in pericolo, non si capisce davanti al castello presentato come quello di Ischia che, ancorchè sul mare anch’esso, tutto sembra meno che inespugnabile. Al contrario del Castello d’Ischia, che mai cadde in mano ai nemici e che proprio grazie a Costanza d’Avalos, figura appena abbozzata nel film, e alla sua resistenza ad un lunghissimo assedio, si conquistò la fama di essere imprendibile e si confermò primo baluardo di difesa della capitale e del suo mare. Perchè, differenza sostanziale rispetto agli altri castelli costieri, quello che ci è familiare è un ISOLOTTO FORTIFICATO. E questa sua peculiarità ne fa un’opera della natura e dell’uomo che non può essere confusa con nessun altro antico maniero nel Mediterraneo.
Un pezzo unico, inconfondibile, che non si presta a “controfigure”, a sostituzioni. Tanto più in un film che ha come cifra stilistica dichiarata la riproduzione fedele di costumi, ambientazioni, suoni e strumenti musicali, fin nei minimi dettagli. Ma poi proprio la location non mantiene la promessa…
Se si fosse trattato di un luogo antico e non più esistente, la sua sostituzione con altro sarebbe stata giustificata. Ma con l’originale ancora al suo posto, in gran parte perfettamente conservato o restaurato, meritava di interpretare sé stesso.
Indubbiamente, Ischia non poteva non accogliere una delle prime proiezioni dell’unico film mai dedicato a Vittoria Colonna. E la sede più appropriata non poteva che essere la Cattedrale sul Castello e l’Ischia Film Festival. Che è il festival internazionale dedicato alle location, di cui negli anni ha valorizzato e esaltato il ruolo centrale e la funzione nelle opere cinematografiche. E proprio il film su Vittoria Colonna conferma quanto la location sia un elemento fondamentale nella narrazione per immagini. In questo caso, paradossalmente, perchè nessun surrogato poteva essere all’altezza dell’originale.