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Cultura Con i “Suoni di una notte di mezza estate”, sul Castello Aragonese una serata da incorniciare
Con i “Suoni di una notte di mezza estate”, sul Castello Aragonese una serata da incorniciare
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9 anni ago |

Foto Qui Ischia
Doveva essere un trionfo della musica. Nella sua potenza, bellezza, essenzialità, originalità, forza comunicativa. Senza protagonismi, forzature, eccessi, sovrapposizioni. Unica “intromissione” consentita, quella del luogo e del contesto ambientale con cui, anzi, si poteva immaginare una interazione interessante. E la musica è stata davvero padrona assoluta della scena, stasera, sul Castello Aragonese. “Suoni di una notte di mezza estate” non ha tradito le aspettative. La rentrèe del repertorio classico sulla rocca è stata indubbiamente un successo. Frutto di un accuratissimo mix di elementi, che sono riusciti ad armonizzarsi perfettamente per tutta la durata del concerto. Che si è nutrito dell’intensità delle creazioni di Bach, Schubert e Šostakovič, della partecipazione emotiva del pubblico, della particolare acustica dell’abside scoperchiata dell’antica cattedrale e del fascino dei suoi resti, del cielo notturno pieno di stelle che osserva protettivo dall’alto. E della bravura dei musicisti, che hanno eseguito i pezzi prescelti mettendosi completamente al servizio della musica e del genio creativo dei compositori.
Non volevano un evento, i Mattera, e con Giordano Montecchi, l’amico musicologo conquistato da Ischia, che non ha perso l’occasione per dimostrare in questa occasione il suo amore per l’Insula Maior e ancor di più per l’Insula Minor, sono riusciti a realizzare una serata da incorniciare. Con il suono dei grandi maestri assoluto protagonista, valorizzato dall’ottima esecuzione di Olga Arzilli, che ha ottenuto il meglio dalla sua viola, e di Pierpaolo Maurizzi, virtuoso del pianoforte. I loro nomi pronunciati solo alla fine del concerto, mentre tutta la presentazione era stata dedicata da Montecchi ad illustrare la storia dei brani prescelti in relazione alle biografie dei rispettivi autori, è stata la conferma più evidente della volontà di fare dell’appuntamento sul Castello un omaggio alla musica classica e un’occasione speciale di ascolto e di conoscenza per gli appassionati.
E poi il programma, confezionato con grande cura per valorizzare brani meno eseguiti, ma di grande valore musicale. Che si sono confermati tutti di grande impatto emozionale. Anche perchè, com’era prevedibile ma non scontato, l’ambiente ha fatto fino in fondo al sua parte. Come sempre. I resti architettonici della Cattedrale hanno abbracciato il piano e i due musicisti, trasformandosi in uno spazio concertistico dal fascino straordinario e discreto. Dove si gode di un’ottima acustica, sperimentata anche ieri con sorpresa dai due concertisti ospiti. E la Natura ha partecipato dall’inizio alla fine con i suoi suoni: il vento fra le foglie degli ailanti e, sul finire, il crepitio del fuoco dell’incendio scoppiato a Campagnano, che ha fatto irruzione con la sua dura realtà mentre il concerto era ancora in corso.
“Non è il Castello ad aver bisogno della musica – ha affermato Montecchi – piuttosto è la musica ad aver bisogno del Castello”. E infatti l’una si è nutrita, l’altra sera, anche dell’energia proveniente dal secondo, della sua austera solennità, della sua vitalità. Un incontro perfetto tra l’opera dell’uomo e la natura, quello che ha generato il Castello Aragonese e quello che ha alimentato pure il concerto, contribuendo a farne qualcosa di unico e di irripetibile.
Un esperimento, una prima prova, che non ha fallito. E così l’idea da ieri può proseguire il suo cammino, rafforzarsi e definirsi sempre meglio. Perchè il Castello è una sede naturale perfetta per un programma di incontri musicali di qualità. E ce ne regalerà ancora, nei prossimi anni, di serate speciali, ispiratrici di emozioni profonde. Nei musicisti e nel pubblico. Iniziative senza clamori, senza eccessi, senza smanie promozionali. Misurate e calibrate solo sulla magia delle note. Che cii hanno appena regalato degli indimenticabili “Suoni di mezza estate”.