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Ambiente Che cosa sta succedendo ai giovani pini, futuro del polmone verde dell’Arso?
Che cosa sta succedendo ai giovani pini, futuro del polmone verde dell’Arso?
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8 anni ago |
Foto Qui Ischia
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Nella scorsa primavera, poco tempo fa, erano verdi e rigogliosi, in piena crescita e in ottime condizioni. Dopo tante vicissitudini, sconfitta pure la Marchalina con la lotta integrata, sembrava veramente che il periodo nero per i pini ischitani fosse definitivamente alle spalle e che, nonostante la mancanza cronica di manutenzione, le pinete storiche di Ischia fossero ormai al sicuro, almeno dal punto di vista fitosanitario. Ma questo quadro tutto positivo e confortante non appare più tanto attuale. Basta guardarsi intorno in pineta per rendersi conto che qualcosa non quadra, nello stato di salute dei pini più giovani. Proprio quelli che devono garantire il futuro della pineta dell’Arso, hanno cambiato velocemente colore. E dal verde intenso si è passati ad un preoccupante e dilagante marrone. Troppo diffuso per non cominciare a farsi qualche domanda.
Foto Qui Ischia
Il primo colpo d’occhio imprevisto lo si ha nella radura centrale, punto di
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confluenza di tutti i viali che attraversano la PINETA MIRTINA. La piazzola è circondata da pini impiantati da qualche anno, che erano cresciuti bene. Almeno fino a poco fa. E invece la situazione è cambiata: tanti rami appaiono secchi e spogli ai livelli più bassi, tanti altri portano ancora gli aghi, ma marroni e rinsecchiti, pronti a cadere. Solo alcune cime si mantengono verdi, ma si notano quasi nella massa marrone. Magari è un problema circoscritto…
Foto Qui Ischia
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Purtroppo, invece, non lo è. Lo stesso fenomeno si osserva dovunque vi siano pini più giovani. Quelli, per intenderci, messi a dimora numerosi negli anni in cui, dopo la grande moria dei pini originari piantati da Gussone a metà ’800, ci si preoccupava di reimpiantare nuovi esemplari, per garantire un naturale ricambio e la sopravvivenza del polmone verde. al centro di Ischia. Nel verde delle altre specie e della macchia, nel pieno della stagione di maggior vitalità delle piante, spiccano le macchie scure, marroni dei pini in sofferenza: lungo i viali, lungo il confine su via Francesco Sogliuzzo, che erano i punti caratteristici delle ripiantumazioni nella Mirtina.
Ma non solo. Nelle stesse condizioni si trova anche la pinetina di via EDGARDO CORTESE quella che era stata ricostituita una ventina d’anni fa grazie alla campagna “ADOTTA UN PINO” lanciata dall’ASSOCIAZIONE PINI, con la partecipazione di tante associazioni, cittadini e delle scuole isolane. Ricordo ancora la festa con tanti bambini che si tenne per l’inaugurazione della pinetina, quando ad ogni sottoscrittore fu consegnata la pergamena con il numero identificativo del “suo” pino e il nome che egli aveva indicato per l’adozione. Perlopiù nomi di bambini, che per la prima volta venivano a conoscere e a vedere da vicino gli alberi che i genitori avevano voluto dedicare loro. Da allora i pini erano cresciuti bene, quasi tutti, con minime perdite. E con essi era rinata la pineta, nel punto rimasto completamente privo di pini secolari, dopo i disseccamenti in massa e gli abbattimenti che ne erano seguiti.
Foto Qui Ischia
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Lo stesso marrone caratterizza anche i pini più giovani piantati, sempre su iniziativa dell’Assopini, dall’altra parte di via Cortese nei primi anni 2000. E diventa evidente che sono proprio gli alberi giovani ad essere in difficoltà e a rischiare la morte. Paradossalmente, gli alberi più forti. Mentre gli esemplari storici, che ancora svettano maestosi verso l’alto al di sopra di tutte le altre essenze, non presentano alcun segno di malessere, ora che la Marchalina è stata (quasi) debellata.
Ma cosa sta accadendo ai pini che devono assicurare la sopravvivenza futura della Pineta dell’Arso? Quale male li affligge e come lo si può contrastare?
Domande a cui bisogno trovare una risposta il prima possibile. IL COMUNE CHIEDA LUMI AGLI ESPERTI ischitani che si sono dimostrati tanto preparati e sensibili durante la lunga crisi dovuta alla Marchalina hellenica. Non si può aspettare per fare luce su una situazione che può compromettere anni di lavoro, con rischi di nuovo altissimi per il futuro della pineta dell’Arso.