Quel bel percorso pedonale di Ischia che di notte diventa un budello scuro e pericoloso

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Foto Qui Ischia

Di giorno, è il più bel tratto di marciapiede di Ischia. Superprotetto, perchè rialzato rispetto alla sede stradale; abbellito da una siepe che, oltre all’effetto estetico, è anche barriera contro l’inquinamento che il traffico veicolare comunque comporta; scenograficamente ineccepibile, per la contiguità con la pineta e le caratteristiche della recinzione del parco, con roccaglie e alberelli; fatto a regola d’arte, con un selciato che dopo trent’anni solo ora comincia a presentare qualche dislivello, restando però sostanzialmente compatto, sicuro e sempre praticabile. Anche quando piove, perchè non ci sono pozzanghere né laghetti. E’ davvero l’eccezione che conferma la regola, il viale pedonale di via Francesco Sogliuzzzo. Almeno di giorno. Perchè al calar del sole, molti dei suoi punti di forza si trasformano in punti critici. E cessa, così, di essere un percorso ideale, per rientrare nella serie dei tratti di strada meno sicuri e affidabili per i pedoni.

 Di notte, quel percorso sprofonda nel buio. Un budello scuro in cui si cammina senza vedere, sperando di non imbattersi in una delle mattonelle (per fortuna poche) sollevate o di conoscerne a memoria l’esatta collocazione, per evitare un ruzzolone improvviso.

Il fatto è che quella strada è complessivamente mal illuminata, con lampioni vecchi e arrugginiti che diffondono poca luce, ulteriormente ridotta dalla vegetazione da cui sono inghiottite le lampade. Ma poi quella già scarsa luminosità non filtra sul marciapiede cinto dalla siepe, che resta completamente in ombra.

Perciò, a maggior ragione perchè  nelle ultime settimane il Comune è riuscito nell’impresa di completare la nuova illuminazione della vicina via Antonio Sogliuzzo, sarebbe il caso di intervenire anche nella “via dell’Excelsior”, che non è un vicolo fuori mano nè  poco frequentato, per farvi finalmente luce e rendere sicuro e praticabile anche di sera il bel percorso pedonale. Ci  si può riuscire in tempi ragionevoli o bisogna rassegnarsi a non vedere dove si mettono i piedi?

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